Commento al Vangelo del 14 aprile 2013 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

SEGUIMI

I discepoli sono di nuovo al nord, in Galilea. Gesù aveva detto alle donne che là l’avrebbero visto. Sono in un momento di sospensione, non sanno ancora quale sarà il loro futuro, anche se l’aver già incontrato il Risorto ha ridato loro fiducia. Pietro decide di dedicarsi al suo vecchio mestiere e va a pescare seguito dai suoi compagni. A volte, quando l’avvenire è incerto, il passato esercita un grande fascino, perché il passato è una terra sicura, che non può fare più danno di quello che ha già fatto. Si tratta però di un’illusione e la prova è che non prendono niente. Gesù li aveva chiamati proprio in un giorno come quello, dopo una notte in cui non avevano pescato nulla, dandogli, come nell’episodio che abbiamo letto oggi, lo stesso segno della pesca miracolosa, e aveva concluso, rivolto a Pietro: sarai pescatore di uomini. Il Maestro ribadisce il suo mandato. Giovanni riconosce subito che quel misterioso personaggio è Gesù e Pietro si butta immediatamente in acqua per raggiungerlo. Il fatto che il Risorto offra loro da mangiare è immagine del sostegno che lui è per i suoi discepoli, ma è anche un modo per dimostrare loro che la sua presenza non è un’illusione, ma una realtà. Pietro trae a riva la rete piena di 153 grossi pesci. È un numero preciso. Se l’evangelista avesse voluto dare una misura che esprimesse questa grande quantità in termini generali avrebbe scelto una cifra tonda e invece dice 153. Questo numero è particolare perché è la somma dei primi 17 numeri interi, ossia si ottiene sommando 1, 2, 3 eccetera fino a 17. Il 17 è poi la somma di 10 e 7 che sono cifre che esprimono la pienezza. In definitiva sembra che Gesù voglia dire a Pietro e ai discepoli che il loro mandato di pescatori di uomini è, non solo confermato, ma riguarda tutto il mondo. Il loro compito sarà emulare il Maestro, senza voltarsi indietro. A Pietro in particolare il Signore rivolge la stessa domanda: mi vuoi bene? Solo pochi giorni prima l’apostolo aveva rinnegato Gesù per tre volte e qui, ancora per tre volte, è invitato fare esattamente l’opposto, affermando la sua adesione alla vocazione che il Maestro gli affida. Lo sprona a seguirlo, senza nascondergli che lo dovrà accompagnare anche nel martirio. Questa richiesta di Gesù è rivolta a tutti i discepoli e anche a noi. Seguimi, significa, metti nelle mie mani le tue povere risorse e io trasformerò il tuo fallimento in un grande successo. Non si tratta di una facile conquista, richiede impegno e fiducia, ma è il miglior modo possibile per realizzare la propria vita.

Gv 21, 1-19 In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato D

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