Commento al Vangelo del 13 Novembre 2016 โ€“ don Maurizio Prandi

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Creatori di speranza

Ci avviciniamo alla fine dellโ€™anno liturgico e ci lasciamo custodire da parole di grande speranza e consolazione; ad una prima vista il linguaggio ci appare severo, ma non possiamo confondere il linguaggio con il messaggio, perchรฉ ogni Parola che giunga a noi da Dio, anche la piรน forte, come scriveva don Luigi Pozzoli, รจ sempre annuncio di grande speranza. Non soltanto consolazione e speranza perรฒ, perchรฉ se cosรฌ fosse rischieremmo di rimanere non dico nel teorico, ma perlomeno in quellโ€™ambito delle cosiddette โ€œbelle paroleโ€ che, se pur belle appunto, rimangono parole. Sono parole alle quali siamo chiamati a dare vita e quindi aggiungo che sono di grande responsabilitร ! Penso ad esempio (mi colpisce ogni volta che leggo questo brano di vangelo), alla parola perseveranza.

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[ads2]Mi colpisce perchรฉ non ne sono capace! Scrivevo, un poโ€™ di tempo fa, che la parola di questa domenica ci propone la perseveranza come uno dei possibili registri per vivere la nostra fede; perseverare รจ desiderare di stare in contatto con la veritร  di sรฉ (che nel mio caso non ne รจ capace quanto invece sarebbe necessario) e di Dio, che in suo figlio Gesรน ci offre un modello affascinante di uomo capace di perseverare. รˆ necessario perseverare io credo, al di lร  dei risultati che magari non arrivano. Pensavo in questi giorni allโ€™insistenza del papa, da quando รจ stato eletto, sulla misericordia e sul perdono. E pensavo a quanto, dopo un primo fremito di novitร  e di entusiasmo tante sue parole restano inascoltate o criticate anche pesantemente, nel mondo di oggi e nella chiesa. Tutto quello che riguarda anche lโ€™accoglienza, la fiducia, lโ€™apertura e che riguarda in buona sostanza il vangelo e la vita di Gesรน, ecco, tutto questo non soltanto viene messo in discussione ma addirittura non accettato.

Pensavo a Gesรน e a quanto ha perseverato nellโ€™essere misericordioso anche quando ha capito che lโ€™esperienza della misericordia รจ perdente; ha perseverato nel perdono anche quando ha capito che il perdono, (capitemi), รจ uno spreco di amore, รจ un buttare via lโ€™amore! รˆ proprio questo, credo, quello che vuole trasmetterci lโ€™autore del quarto vangelo, quando usa una parola (che in italiano viene tradotta con il termine perseveranza), ma che in greco รจ un misto di pazienza, di sopportazione nel tempo. In un suo commento don Giovanni Nicolini scrive che รจ un rimanere sotto, senza ribellarsi e senza scappare; una immagine che puรฒ aiutarci allora รจ quella di Gesรน sotto la croce, capace di stare sotto con la forza che gli viene dalla mitezza; cโ€™รจ anche un altro significato, ugualmente bello (forse รจ solo una sfumatura) perseverare รจ il mantenersi saldi, perseverare รจ legarsi allโ€™aman, alla roccia che รจ Dio nella nostra vita. Perseverare รจ fare nostro lโ€™abbraccio del bambino che custodito dal suo aman (abbiamo imparato qualche tempo fa che รจ il fagotto con il quale le mamme trasportano i loro bambini) aderisce fiducioso al seno di sua madre.

Abbiamo riflettuto tanto ultimamente, come comunitร  di parrocchie, su una delle affermazioni contenute nella Evangeli Gaudium: il tempo รจ superiore allo spazio, che ci chiede di credere che ciรฒ che conta sono i processi che si aprono allโ€™interno di una chiesa (anche se lunghissimi a volte) e non i progetti pastorali ai quali affidiamo la speranza di un risultato; perseveranza, quindi la pazienza anche, che richiede la decisione di lavorare a lunga scadenza, senza (mi ripeto scusate) dare la precedenza ai risultati immediati, e preoccupandosi di iniziare un cammino, piรน che occupare spazi. Darsi il tempo dellโ€™ascolto, della lettura, della riflessione, del lasciarsi cambiare dallโ€™interno, e non irrigidirsi nelle (e uso lettere minuscole perchรฉ sapete bene quanto invece creda allโ€™importanza di queste parole) consuetudini, nelle tradizioni, nel si รจ sempre fatto cosรฌ, non irrigidirsi in realtร  che imbalsamano, che danno magari alcune certezze, ma che poi non modificano la vita e la nostra vita di credenti.

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Le parole di Gesรน sono un forte invito alla vigilanza: badate di non lasciarvi ingannare. Eโ€™ necessario vigilare sul fatto che nessuno puรฒ rubarci il volto di un Dio buono e nessuno puรฒ proporci il volto di un Dio giustiziere, di un Dio che: guerre, rivoluzioni, terremoti, carestie, pestilenze, segni grandi nel cielo avvengono per colpa dellโ€™uomo e dellโ€™abomino dei suoi peccati (per usare unโ€™espressione cara a qualche commentatore o giornalista); certo, ci sono tante domande che abitano dentro di noi e cโ€™รจ una domanda, di fronte ad alcuni fatti o ad alcune ingiustizie, che ricorre spesso e viene dalle persone che si incontrano tutti i giorni e quindi va raccolta: ma perchรฉ vanno sempre avanti i furbi? Ma con tanti ladri e assassini che ci sono in giro, perchรฉ proprio quella persona cosรฌ buona, cosรฌ giovane, doveva morire? Credo che la prima lettura che abbiamo ascoltato possa aiutarmi, ma soltanto ad un patto, che ancora una volta io parta da me e da tutto ciรฒ che credo possa avere un peso nella mia vita e invece รจ paglia.

Abbiamo ascoltato: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierร  โ€“ dice il Signore degli eserciti โ€“ in modo da non lasciar loro nรฉ radice nรฉ germoglio. Si avvicina il giorno della purificazione, il giorno nel quale ogni germe di superbia e di ingiustizia sarร  bruciato per dare origine ad una vita nuova, differente; sento che cโ€™รจ speranza anche per me allora se sono mosso dal desiderio di sradicare, di gettare nel fuoco ciรฒ che mi impedisce di essere โ€œconsistenteโ€. Sรฌ, una cosa bella che oggi possiamo dirci รจ questa: il superbo e lโ€™ingiusto sono paglia e della paglia hanno la stessa consistenza.

Credo che la bellezza di questa lettura stia nel comunicarci da una parte il vero volto di Dio, e dallโ€™altra il mio vero volto, capace di inconsistenza quando desidera trionfare con i propri mezzi o conquistando spazi che permettano di accedere a risultati immediati, ma anche capace di โ€œadultitร โ€ quando ciรฒ che mi muove รจ il desiderio di bene. Scopo di queste pagine allora, lo ripeto ancora una volta, non รจ infondere paura, ma invitare alla conversione, al cambiamento, ad uno sguardo nuovo, differente, che sia capace di passare da quello che a prima vista appare consistente, solido, e che poi crollerร  (come le pietre del tempio) a quello che di attraente ha poco: un uomo ferito, che si arrende, che urla la sua rabbia verso chi ritiene colpevole di averlo abbandonato, che non reagisce, che non vince, che non trionfaโ€™, anzi muore consegnandosi al Padreโ€ฆ ma che proprio in questo รจ Dio e ci racconta Dio.

Anche il salmo che abbiamo pregato in risposta alla prima lettura ci aiuta: dove sta la speranza, dove sta la consolazione? Semplicemente nel fatto che Dio viene, viene sempre e non vuole essere temuto ma accolto con esultanza, con gioia: Risuoni il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti. I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne davanti al Signore che viene a giudicare la terra. Giudicherร  il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine. Gioia allora e non tristezza per le parole che ascoltiamo, sguardo alto e non il capo chino perchรฉ ci viene detto: non temete, non sarร  subito la fine, non temete anche un capello del vostro capo per me รจ importante, non temete io vi darรฒ gioia e sapienza, non temete custodirete la vostra vita. Capite? In buona sostanza Gesรน ci dice: ce la farete! Ci dice che รจ nelle nostre corde, รจ nelle nostre energie, รจ nelle nostre capacitร  la salvezza.

Un ultimo pensiero su prima e seconda lettura che mi viene da un testo di don Luigi Pozzoli e che riguarda i cultori del nome di Dio sui quali sorge il sole di giustizia. Alla domanda ma chi saranno questi? ci da una risposta lโ€™apostolo Paolo, grazie al quale capiamo bene che non cโ€™รจ bisogno di avere sempre il nome di Dio sulle labbra, come se fosse una semplice parola, no! Il nome di Dio non รจ una parola perchรฉ รจ scritto dentro le cose, dentro le persone, dentro le situazioni che queste vivono, il nome di Dio รจ scritto nelle responsabilitร  che come chiesa abbiamo.

Cultori del nome di Dio sono quelli che rispettano certi valori, che vivono lo spirito del rispetto, quelli che compiono il loro dovere quotidiano, umilmente e fedelmente, senza atteggiamenti eroici, senza aspettarsi consensi o apprezzamenti. Credo che come chiesa dovremmo far emergere sempre di piรน quella umanitร  silenziosa che crede nella bellezza e nella grandezza della fedeltร  quotidiana, quella di cui ci parla lโ€™apostolo Paolo che ci propone di passare da una vita disordinata ad una vita degna, onesta; affronta il tema del lavoro, che io sento strettamente legato alla nobiltร , alla dignitร .

Penso a quanto risplendono quelle persone che compiono il loro dovere di operai, di padri e madri di famiglia e di figli che si fanno carico dei loro cari, e allo stesso tempo con tristezza penso alla povertร  di chi approfitta di un ruolo, di un incarico e che magari pensa di essere piรน furbo degli altri e trae sempre un vantaggio per sรจ dai suoi traffici. Ma non รจ che sei furbo, รจ che sei un ladro!

Preghiamo gli uni gli altri per fare nostro questo richiamo allora, a vivere da cristiani lโ€™ordinario, senza rivendicare privilegi, senza farsi degli sconti, mossi dal desiderio di abitare la vita nella fedeltร  al vangelo. Potremo cosรฌ, pur essendo magari tra le persone piรน sprovviste di questo mondo, creare attorno a noi un universo di speranza.

don Maurizio Prandi

Fonte: Qumran

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Vangelo della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario โ€“ C

Lc 21, 5-19
Dal Vangelo secondo Luca

5Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: 6ยซVerranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarร  lasciata pietra su pietra che non sarร  distruttaยป. 7Gli domandarono: ยซMaestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarร  il segno, quando esse staranno per accadere?ยป. 8Rispose: ยซBadate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: โ€œSono ioโ€, e: โ€œIl tempo รจ vicinoโ€. Non andate dietro a loro!

9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perchรฉ prima devono avvenire queste cose, ma non รจ subito la fineยป. 10Poi diceva loro: ยซSi solleverร  nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.

13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darรฒ parola e sapienza, cosicchรฉ tutti i vostri avversari non potranno resistere nรฉ controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome.

18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrร  perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

  • 13 โ€“ 19 Novembre 2016
  • Tempo Ordinario XXXII, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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