Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 13 Maggio 2018.
Un modo diverso di esserci vicino
Con lโentrata di Gesรน nella gloria del Padre รจ cambiato qualcosa sulla terra?
Esteriormente nulla. La vita degli uomini ha continuato ad essere quella di prima: seminare e mietere, commerciare, costruire case, viaggiare, piangere e fare festa, tutto come prima. Anche gli apostoli non hanno ricevuto alcuno sconto sui drammi e le angosce sperimentati dagli altri uomini. Tuttavia qualcosa di incredibilmente nuovo รจ accaduto: sullโesistenza dellโuomo รจ stata proiettata una luce nuova.
In un giorno di nebbia, improvvisamente compare il sole. Le montagne, il mare, i campi, gli alberi del bosco, i profumi dei fiori, il canto degli uccelli rimangono gli stessi, ma diverso รจ il modo di vederli e di percepirli.
Accade anche a chi รจ illuminato dalla fede in Gesรน asceso al cielo: vede il mondo con occhi rinnovati. Tutto acquista un senso, nulla rattrista, nulla piรน spaventa.
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Oltre le sventure, le fatalitร , le miserie, gli errori dellโuomo sโintravede sempre il Signore che costruisce il suo regno.
Un esempio di questa prospettiva completamente nuova potrebbe essere il modo di considerare gli anni della vita. Tutti conosciamo, e forse sorridiamo, degli ottantenni che invidiano chi ha meno anni di loro, si vergognano della loro etร โฆ insomma, volgono lo sguardo al passato, non al futuro. La certezza dellโAscensione capovolge questa prospettiva. Mentre trascorrono gli anni, il cristiano รจ soddisfatto perchรฉ vede avvicinarsi il giorno dellโincontro definitivo con Cristo; รจ lieto di essere vissuto, non invidia i piรน giovani, li guarda con tenerezza.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โLe sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarร rivelata in noiโ.
Prima Lettura (At 1,1-11)
1 Nel mio primo libro ho giร trattato, o Teรฒfilo, di tutto quello che Gesรน fece e insegnรฒ dal principio 2 fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
3 Egli si mostrรฒ ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. 4 Mentre si trovava a tavola con essi, ordinรฒ loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre โquella, disse, che voi avete udito da me: 5 Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorniโ.
6 Cosรฌ venutisi a trovare insieme gli domandarono: โSignore, รจ questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?โ. 7 Ma egli rispose: โNon spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, 8 ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderร su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terraโ.
9 Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. 10 E poichรฉ essi stavano fissando il cielo mentre egli se nโandava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: 11 โUomini di Galilea, perchรฉ state a guardare il cielo? Questo Gesรน, che รจ stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerร un giorno allo stesso modo in cui lโavete visto andare in cieloโ.
Sul monte degli Ulivi รจ stato costruito dai crociati un piccolo santuario ottagonale, trasformato poi in moschea dai musulmani nel 1200. Spiegavo a dei pellegrini che questโedicoletta oggi ha un tetto, ma originariamente era scoperta per ricordare lโascensione di Gesรน al cielo. Uno scanzonato del gruppo ha commentato: โNon aveva il tetto perchรฉ altrimenti, salendo, Gesรน avrebbe battuto la testaโ. Qualcuno non ha gradito la battuta dissacrante, ma qualche altro lโha considerata una provocazione ad approfondire il significato del testo degli Atti.
A prima vista, il racconto dellโascensione scorre fluido, ma quando si considerano tutti i particolari si comincia a provare un certo imbarazzo: sembra piuttosto inverosimile che Gesรน si sia comportato come un astronauta che si stacca dal suolo, sโinnalza verso il cielo e scompare oltre le nubi; ci sono inoltre alcune incongruenze difficili da spiegare.
Alla fine del suo vangelo, Luca โ lo stesso autore degli Atti โ afferma che il Risorto condusse i suoi discepoli verso Betania e โmentre li benediceva si staccรฒ da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioiaโ (Lc 24,50-53). Lasciamo perdere la strana annotazione sulla โgrande gioiaโ (chi di noi รจ felice quando un amico parte?) e il disaccordo sulla localitร (Betania รจ un poโ fuori mano rispetto al monte degli Ulivi). Ciรฒ che sorprende รจ la palese divergenza sulla data: secondo Lc 24 lโascensione avviene nello stesso giorno di Pasqua, mentre negli Atti รจ collocata quaranta giorni dopo (At 1,3). Stupisce che lo stesso autore fornisca due informazioni contrastanti.
Se prendiamo per buona la seconda versione (quella dei quaranta giorni) viene spontaneo chiedersi: cosa ha fatto Gesรน durante questo tempo? Sul Calvario non aveva promesso al ladrone: Oggi sarai con me in paradiso? Perchรฉ non รจ vi andato subito?
Le difficoltร elencate sono sufficienti per metterci in guardia: forse lโintenzione di Luca non รจ quella di informarci su dove, come e quando Gesรน รจ salito al cielo. Forse (anzi, senza forse!) la sua preoccupazione รจ unโaltra: vuole rispondere a problemi e sciogliere dubbi che sono sorti nelle sue comunitร , vuole illuminare i cristiani del suo tempo sul mistero ineffabile della Pasqua. Per questo, da artista della penna qual รจ, compone una pagina di teologia utilizzando un genere letterario e delle immagini ben comprensibili ai suoi contemporanei. Il primo passo da compiere dunque รจ quello di comprendere il linguaggio impiegato.
Al tempo di Gesรน lโattesa del regno di Dio รจ vivissima e gli scrittori apocalittici la annunciano come imminente. Si attendono: un diluvio di fuoco purificatore dal cielo, la risurrezione dei giusti e lโinizio di un mondo nuovo. Anche nella mente di alcuni discepoli si crea un clima di esaltazione, alimentata da alcune espressioni di Gesรน che possono facilmente essere fraintese: โNon avrete finito di percorrere le cittร di Israele, prima che venga il Figlio dellโuomoโ (Mt 10,23); โVi sono alcuni tra i presenti che non morranno finchรฉ non vedranno il Figlio dellโuomo venire nel suo regnoโ (Mt 16,28).
Con la morte del Maestro, perรฒ, tutte le speranze vengono deluse: โNoi speravamo che egli sarebbe stato quello che avrebbe liberato Israeleโ โ diranno i due di Emmaus (Lc 24,21).
La risurrezione risveglia le attese: si diffonde fra i discepoli la convinzione di un immediato ritorno di Cristo. Alcuni fanatici, basandosi su presunte rivelazioni, cominciano addirittura ad annunciarne la data. In tutte le comunitร si ripete lโinvocazione: โMarana thaโ, vieni Signore!
Gli anni passano, ma il Signore non viene. Molti cominciano ad ironizzare: โDovโรจ la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi, tutto rimane come al principio della creazioneโ (1 Pt 3,4).
Luca scrive in questa situazione di crisi. Si rende conto che un equivoco sta allโorigine della cocente delusione dei cristiani: la risurrezione di Gesรน ha segnato sรฌ lโinizio del regno di Dio, ma non la conclusione della storia.
La costruzione del mondo nuovo รจ soltanto iniziata, richiederร tempi lunghi e tanto impegno da parte dei discepoli.
Come correggere le false attese? Luca introduce nella prima pagina del libro degli Atti un dialogo fra Gesรน e gli apostoli.
Consideriamo la domanda che questi pongono: quando giungerร il regno di Dio? (v. 6). ร la stessa che, alla fine del secoloI, tutti i cristiani vorrebbero rivolgere al Maestro. La risposta del Risorto, piรน che ai Dodici, รจ diretta ai membri delle comunitร di Luca: smettetela di disquisire sui tempi e sui momenti della fine del mondo, questi sono conosciuti solo dal Padre. Impegnatevi piuttosto a portare a compimento la missione che vi รจ stata affidata: essere miei testimoni โa Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terraโ (vv. 7-8)!
A questo dialogo fa seguito la scena dellโascensione (vv. 9-11).
Gesรน e i discepoli sono seduti a mensa (At 1,4), in casa dunque. Perchรฉ non si sono salutati lรฌ, dopo aver cenato? Che bisogno cโera di andare verso il monte degli Ulivi? E gli altri particolari: la nube, gli sguardi rivolti verso il cielo, i due uomini in bianche vesti sono annotazioni di cronaca o artifici letterari?
NellโAT cโรจ un racconto che assomiglia molto al nostro, si tratta del โrapimentoโ di Elia (2 Re 2,9-15).
Un giorno questo grande profeta si trova presso il fiume Giordano con il suo discepolo Eliseo. Questi, saputo che il maestro sta per lasciarlo, osa chiedergli in ereditร due terzi del suo spirito. Elia glieli promette, ma solo a una condizione: se mi vedrai quando sarรฒ rapito lontano da te. Allโimprovviso, appare un carro con cavalli di fuoco e, mentre Eliseo guarda verso il cielo, Elia viene rapito in un turbine. Da quel momento Eliseo riceve lo spirito del maestro ed รจ abilitato a continuarne la missione in questo mondo. Il libro dei Re racconterร poi le opere di Eliseo: sono le stesse che ha compiuto Elia.
Facile rilevare gli elementi comuni con il racconto degli Atti ed allora la conclusione non puรฒ essere che questa: Luca si รจ servito della scenografia grandiosa e solenne del rapimento di Elia per esprimere una realtร che non puรฒ essere verificata con i sensi nรฉ descritta adeguatamente con parole: la Pasqua di Gesรน, la sua risurrezione e la sua entrata nella gloria del Padre.
La nube indica nellโAT la presenza di Dio in un certo luogo (Es 13,22). Luca la impiega per affermare che Gesรน, lo sconfitto, la pietra scartata dai costruttori, colui che i nemici avrebbero voluto che rimanesse per sempre prigioniero della morte, รจ stato invece accolto da Dio e proclamato Signore. I due uomini vestiti di bianco sono gli stessi che compaiono presso il sepolcro nel giorno di Pasqua (Lc 24,4). Il colore bianco rappresenta, secondo la simbologia biblica, il mondo di Dio. Le parole poste sulla bocca dei due uomini sono la spiegazione data da Dio agli avvenimenti della Pasqua: Gesรน, il Servo fedele, messo a morte dagli uomini, รจ stato glorificato. Le loro parole sono veritiere (essendo due, sono testimoni degni di fede).
Infine: lo sguardo rivolto al cielo. Come Eliseo, anche gli apostoli ed i cristiani del tempo di Luca rimangono a contemplare il Maestro che si allontana. Il loro sguardo indica la speranza di un suo immediato ritorno, il desiderio che, dopo un breve intervallo, egli riprenda lโopera interrotta. Ma la voce dal cielo chiarisce: non sarร lui a portarla a compimento, sarete voi. Lo farete, siete abilitati a farlo perchรฉ avete trascorso con lui quaranta giorni (nel linguaggio del giudaismo era il tempo necessario alla preparazione del discepolo) e ne avete ricevuto lo Spirito.
Per gli apostoli, come per Eliseo, lโimmagine del โrapimento del maestroโ indica il passaggio di consegne.
Giร al tempo di Luca cโerano cristiani che โguardavano al cieloโ, cioรจ, che consideravano la religione come unโevasione, non come uno stimolo ad impegnarsi concretamente per migliorare la vita degli uomini. Ad essi Dio dice โsmettetela di guardare il cieloโ, รจ sulla terra che dovete dar prova dellโautenticitร della vostra fede. Gesรน tornerร , sรฌ, ma questa speranza non deve essere una ragione per estraniarvi dai problemi di questo mondo. Beati saranno infatti quei servi che il Signore, ritornando, troverร impegnati nel lavoro per i fratelli (Lc 12,37).
Gesรน รจ dunque salito al cielo?
Certo che sรฌ, ma dire che รจ asceso al cielo equivale a dire: รจ risorto, รจ stato glorificato, รจ entrato nella gloria di Dio. Il suo corpo, รจ vero, รจ stato posto nel sepolcro, ma Dio non ha avuto bisogno degli atomi del suo cadavere, per dargli quel โcorpo da risortoโ che Paolo chiama: โCorpo spiritualeโ (1 Cor 15,35-50).
Quaranta giorni dopo la Pasqua non si รจ verificato alcuno spostamento nello spazio, nessun โrapimentoโ dal monte degli Ulivi verso il cielo. Lโascensione รจ avvenuta nellโistante stesso della morte, anche se i discepoli hanno cominciato a capire e a credere solo a partire dal โterzo giornoโ.
Il racconto di Luca รจ una pagina di teologia, non il reportage di un cronista. In questa pagina egli vuole dirci che Gesรน ha attraversato per primo il โvelo del tempioโ che separava il mondo degli uomini da quello di Dio e ha mostrato come tutto ciรฒ che accade sulla terra: successi e disavventure, ingiustizie, sofferenze e persino i fatti piรน assurdi, come una morte ignominiosa, non sfuggono al progetto di Dio.
Lโascensione di Gesรน รจ tutto questo. Allora non ci si deve meravigliare che sia stata salutata dagli apostoli con gioia grande (Lc 24,52).
Seconda Lettura (Ef 1,17-23)
Fratelli, 17 il Dio del Signore nostro Gesรน Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una piรน profonda conoscenza di lui. 18 Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua ereditร fra i santi 19 e qual รจ la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo lโefficacia della sua forza 20 che egli manifestรฒ in Cristo, quando lo risuscitรฒ dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, 21 al di sopra di ogni principato e autoritร , di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro.
22 Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della chiesa, 23 la quale รจ il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose.
Paolo chiede a Dio la sapienza per i suoi cristiani. Non si tratta di una sapienza umana, ma dellโintelligenza per comprendere il mistero della chiesa. Egli chiede a Dio di illuminare gli occhi del loro cuore affinchรฉ comprendano quanto รจ grande la speranza alla quale sono stati chiamati.
La prima lettura invitava i cristiani a non trascurare i doveri concreti di questo mondo. La seconda completa questo pensiero e raccomanda ai cristiani di non dimenticare che la loro vita non รจ racchiusa nellโorizzonte di questo mondo, perchรฉ, anche se impegnati nelle attivitร di questa vita, essi sono sempre in attesa che Cristo torni per prenderli definitivamente con sรฉ.
Vangelo (Mc 16,15-20)
15 Gesรน apparve agli undici e disse loro: โAndate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederร e sarร battezzato sarร salvo, ma chi non crederร sarร condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demรฒni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherร loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guarirannoโ.
19 Il Signore Gesรน, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che lโaccompagnavano.
Nella vita di ogni individuo si registrano tappe decisive, momenti di passaggio molto delicati in cui si percepisce che, in gioco, cโรจ tutto il futuro. Sono momenti di crisi, a volte di angosciante incertezza, di confusione interiore e spesso anche di dolore, come avviene in ogni nascita.
Anche nella storia della chiesa si sono verificati eventi che hanno determinato svolte epocali, ma nessuno รจ stato tanto decisivo quanto quello in cui รจ avvenuto il cambiamento di presenza di Gesรน. Prima della Pasqua egli viveva fisicamente in questo mondo e i discepoli erano guidati da lui passo passo; dopo la Pasqua egli ha continuato ad essere presente, ma non piรน in modo percettibile con i sensi e i discepoli si sono sentiti soli e titubanti, hanno avuto la sensazione di trovarsi di fronte a una missione non ancora ben definita e certamente superiore alle loro forze.
Come portare avanti lโopera del Maestro? Non era presuntuoso da parte loro ritenersi capaci di dare inizio a un mondo nuovo? Era difficile adeguarsi allโidea che una simile impresa fosse stata affidata a un gruppo di poveri pescatori della Galilea.
I momenti decisivi della vita hanno bisogno di maggior chiarezza. Anche quello del passaggio di Gesรน da una presenza tangibile a una invisibile ha richiesto una luce particolarmente intensa e gli evangelisti hanno cercato di illuminarlo in vari modi.
La luce che ci viene offerta oggi proviene dallโultima pagina del vangelo di Marco.
Il brano si apre con una scena grandiosa (vv. 15-16). Il Risorto si manifesta agli Undici e indica la missione che sono chiamati a svolgere: โAndate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creaturaโ.
Sorprende che la lieta notizia debba essere annunciata โad ogni creaturaโ. Lโespressione designa certamente โogni uomoโ, ma contiene anche lโinvito a spalancare gli orizzonti e a contemplare una salvezza che si estende a tutto lโuniverso; ogni creatura, infatti, รจ oggetto del compiacimento affettuoso di Dio (Pr 8,22-31).
A causa del peccato, lโuomo ha assunto spesso un rapporto scorretto con il creato.
Mosso da cupidigie e bramosie insaziabili, non ha capito o ha tradito le intenzioni di Dio e, invece di comportarsi da giardiniere e custode del mondo, si รจ trasformato in despota e predatore. Non ha impiegato la scienza e la tecnica in sintonia con il progetto del creatore, ma in modo sconsiderato e arbitrario. Ha manipolato a piacimento la natura, piegandola ai propri interessi egoistici o a disegni folli. Quando ha agito cosรฌ, ha reintrodotto il caos.
Per questo โ come ha intuito Paolo โ tutte le creature rimangono in attesa dei benรจfici effetti della salvezza: โLa creazione attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dioโฆ e nutre la speranza di essere liberata dalla schiavitรน della corruzioneโ (Rm 8,19-21).
Lโannuncio del vangelo libera lโuomo dalla convinzione di essere un padrone assoluto, gli fa comprendere che non ha il diritto di intervenire a piacimento sulla natura e lo induce a instaurare un rapporto nuovo, non solo con i suoi simili, ma anche con lโambiente, le piante, gli animali.
La salvezza e la condanna dipendono dallโaccoglienza o dal rifiuto del messaggio evangelico e del battesimo (v. 16).
La chiesa, con i mezzi di salvezza che offre, non puรฒ essere colpevolmente ignorata. Nella parola di Dio che annuncia, รจ Cristo stesso che si rivela; nei sacramenti che amministra, รจ Cristo che, attraverso segni sensibili ed efficaci, comunica la sua vita. Rifiutare questi doni equivale a decretare la propria rovina, che non รจ la dannazione eterna, ma la scelta insensata, fatta oggi, di autoescludersi dal disegno di Dio.
Matteo ricorda le ultime parole del Risorto: โEcco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ (Mt 28,20). Gesรน non ci ha lasciato una foto ricordo, una statua commemorativa, una reliquia; ha voluto rimanere per sempre accanto ai discepoli, anche se non piรน in modo percettibile con i sensi.
Nella seconda parte del brano (vv. 17-18) Marco elenca cinque segni attraverso i quali il Risorto manifesta la sua presenza: โColoro che credono scacceranno demรฒni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherร loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guarirannoโ.
Lโimpressione piรน immediata รจ che si tratti di prodigi molto particolari, addirittura strani, difficili da constatare perchรฉ, se pur esistono, sono estremamente rari, mentre pare che Gesรน prometta segni che siano in grado di convalidare costantemente lโannuncio del vangelo.
Egli si รจ sempre opposto risolutamente alla richiesta prodigi dimostrativi (Lc 11,29-32), eppure, alla fine del II secolo d.C., la concezione apologetica del miracolo ha finito per imporsi e anche noi lโabbiamo ereditata. Se non facciamo attenzione, corriamo il rischio di fraintendere il significato delle parole del Risorto.
ร vero che la predicazione del vangelo รจ accompagnata da segni, anche straordinari, ma questi non costituiscono prove; sono un annuncio, un lieto messaggio: proclamano che la salvezza รจ in atto e che, malgrado tutte le opposizioni, il regno di Dio si compirร in pienezza. Gli apostoli li hanno realizzati, non per competere con maghi e indovini, ma per testimoniare che il Risorto continuava a operare nel mondo.
I segni straordinari elencati da Marco vanno letti e interpretati alla luce del simbolismo biblico. Di queste e altre immagini si erano giร serviti i profeti per descrivere i tempi messianici e il mondo nuovo; basti ricordare la celebre profezia: โIl leone abiterร insieme allโagnello, la pantera si sdraierร accanto al capretto e il lattante si trastullerร sulla buca dellโaspide โ (Is 11,6-8). Isaia non intendeva certo annunciare un cambiamento prodigioso della natura aggressiva e pericolosa delle fiere: prometteva la fine delle lotte e delle inimicizie che esistono nel mondo. Attraverso lโimmagine degli animali assicurava che, nel regno di Dio, non ci sarebbe stato piรน posto per le ostilitร , le rivalitร , le aggressioni reciproche fra gli uomini.
Alla luce di questo linguaggio biblico vanno interpretate anche le parole del Risorto.
I demoni rappresentano tutte le forze di morte che si trovano nellโuomo e che lo inducono a fare scelte opposte al vangelo: lโorgoglio, la bramosia del denaro, gli odi, gli impulsi egoistici. Questi demoni non sono vinti col ricorso a riti esorcistici, ma con la forza della parola di Cristo e dello Spirito che egli ci ha donato. ร lโannuncio del vangelo che li scaccia; sono lโeucaristia e gli altri sacramenti che comunicano la forza divina che permette di resistere ai loro assalti. Se queste forze di morte oggi vengono dominate, significa che il Risorto รจ vivo e presente nel mondo.
Le lingue nuove si riferiscono a un fenomeno estatico, molto diffuso nella chiesa primitiva. In forma diversa, il prodigio si deve ripetere nelle nostre comunitร cristiane: lโumanitร ha bisogno di un linguaggio completamente nuovo; quello dellโinsulto, della tracotanza, della violenza lโha giร ascoltato fin troppo, oggi vuole udire quello dellโamore, del perdono, del servizio gratuito e incondizionato e i discepoli di Cristo lo devono saper parlare.
I serpenti e i veleni sono citati spesso nella Bibbia come simboli dei nemici dellโuomo e della vita. Non รจ facile identificarli subito, perchรฉ si presentano spesso in modo sornione e subdolo e anche i veleni mortali che distribuiscono possono apparire bevande inebrianti. Il giusto รจ invitato a non temerne le insidie (Sl 91,13) e i discepoli non devono avere paura, la forza che hanno ricevuto da Cristo, infatti, li rende invulnerabili: โEcco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrร danneggiareโ (Lc 10,19).
Le guarigioni sono il segno che spesso anche Gesรน ha offerto. Se la parola del vangelo realizzerร recuperi, inspiegabili e prodigiosi, alla vita, risulterร evidente a tutti che la comunitร cristiana รจ portatrice di una forza divina capace di ricreare il mondo.
Nel v. 19 รจ riassunto il tema della festa di oggi: โIl Signore Gesรน, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dioโ.
Si tratta di unโaffermazione teologica; Dio, infatti, non ha nรฉ destra nรฉ sinistra e in paradiso non si sta seduti. Lโimmagine si richiama agli usi delle corti orientali dove i sudditi che avevano dato prova di fedeltร eroica al loro signore venivano convocati nella reggia e, di fronte a tutti i notabili, erano invitati dal sovrano a sedersi alla sua destra. Le parole che il salmista rivolge al nuovo re, nel giorno della sua intronizzazione โ โSiedi alla mia destra, finchรฉ io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piediโ (Sl 110,1) โ si riferiscono a questโuso.
Lโevangelista vuol dirci che Gesรน, lo sconfitto secondo gli uomini, รจ stato proclamato da Dio โsuo servo fedeleโ. Non aveva instaurato il tanto atteso dominio terreno del popolo dโIsraele, non aveva sottomesso i nemici con la spada, ma aveva dato inizio al regno di Dio, a un mondo completamente nuovo, offrendo la propria vita e versando il proprio sangue. Per questa sua fedeltร , Dio lo ha esaltato (Fil 2,6-11), lo ha fatto ascendere al cielo (Ef 4,8-9), a lui ha sottomesso ogni creatura (1 Cor 15,27). Servendosi dellโimmagine dellโintronizzazione del messia, gli autori del Nuovo Testamento ripetono: Dio โlo ha fatto sedere alla sua destraโ (1 Pt 3,18-22).
La frase conclusiva del vangelo di Marco โI discepoli partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore confermava la parola con i prodigi che lโaccompagnavanoโ (v. 20) testimonia la convinzione dei primi discepoli di non essere soli, ma di avere sempre accanto il Signore Gesรน che, insieme a loro, operava prodigi di salvezza.
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[accordion title=โChi รจ Fernando Armelliniโ load=โhideโ]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโUniversitร di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโestero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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