Commento al Vangelo del 13 gennaio 2013 – mons. Andrea Caniato

Domenica prossima si celebra la festa del Battesimo di Gesù al Giordano. Forse non esiste festa nell’anno liturgico, come quella del Battesimo di Gesù, capace di esprimere in modo così sintetico e armonico tutte le verità della fede cristiana. E l’anno della fede ci sollecita a ravvivare le nostre persuasioni più profonde, che sono il fondamento della nostra carità e della nostra speranza.

Oggi contempliamo il cielo aperto, squarciato, e quel Dio che sorpassa ogni possibilità di conoscenza dell’uomo fa udire la sua voce. 
Dio che aveva già rivelato in passato non solo di “essere”, ma soprattutto di “esserci” per il bene dell’uomo, ora ci mostra il suo amore, donando a noi il Figlio, oggetto del suo amore totale.
In mezzo alla fila di quelli che invocano la compassione di Dio, riconosciamo Gesù da Nazaret di Galilea. 
Uomo in mezzo agli uomini, risplende di una bellezza nuova e misteriosa. La sua origine è dall’eternità: Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero.
Rivestito della nostra carne di creature, egli non è creato, ma generato da Dio dai secoli eterni, ed entrato nel mondo, nascendo vero uomo dalla Vergine Maria.
Il peccato non gli appartiene, ma ha unito a sé una umanità vera, che soffre tutte le conseguenze del peccato: la tentazione, la solitudine, la paura, la sofferenza, la morte.
Dio, che con la sua prima parola aveva chiamato tutte le cose dal nulla all’esistenza, pronuncia ora la sua parola definitiva e ci invita ad ascoltare e ad amare il suo Figlio.
Così Dio, dall’alto, e l’uomo, dal basso, guardano a Cristo che è divenuto cuore dell’universo visibile e invisibile, unico amore di Dio e dell’uomo.
E tra il Padre e il Figlio, contempliamo lo Spirito Santo: prende la forma di una colomba che vola planando sulle acque, cercando un punto di appoggio, come già un tempo, la colomba che Noè lanciava dall’arca del diluvio, sperando che potesse trovare un punto adatto sul quale posarsi.
Spirito Santo è l’amore perfettissimo di Dio. È l’unità stessa di Dio, ciò che fa del Padre e del Figlio non due dèi, ma un solo Dio.
È tutto ciò che il Padre ha in comune con il Figlio. È l’unità, la perfezione, è la divinità, l’onnipotenza, è l’armonia, il prodigio, la bellezza, l’amore: amore donato e amore accolto, talmente puro e perfetto da essere Dio egli stesso.
Tutto il cosmo ne portava il riflesso, ma questa bellezza increata non trovava un punto di accesso in mezzo a noi, per rimanervi e prendere dimora, fino alla manifestazione della santa umanità di Cristo.
Gesù da Nazaret di Galilea è l’unico uomo capace di accogliere lo Spirito Santo, perché Dio egli stesso.
La carne umana del Nazareno è il punto di ingresso dell’Amore infinito di Dio tra gli uomini. 
Nasce un popolo nuovo, una nuova umanità. 
La Chiesa è santa, non perché è fatta di santi, ma perché è lavata ogni giorno nelle acque della misericordia di Dio. 
Noi non siamo il popolo dei perfetti, ma dei perdonati. Non siamo testimoni di una qualche nostra superiorità sugli altri uomini, ma della compassione di Dio.
Non siamo un esempio, perché non chiamiamo nessuno “Maestro” sulla terra, se non Gesù solo. 
Per questo la fede è obbedienza e non lo sfoggio di opinioni personali o della nostra visione del mondo.
Ci riconosciamo fratelli, non perché abbiamo le stesse idee sulle cose del mondo, o perché abbiamo la stessa cultura, la stessa lingua o la stessa visione politica, ma perché abbiamo la stessa origine nell’amore e nella tenerezza di Dio.
Figli di Dio non si nasce, perché uguale genera uguale: l’uomo peccatore e mortale, genera uomini peccatori e mortali.
Solo Cristo è Figlio, “Figlio unigenito del Padre”. Lui che con il Padre è una cosa sola, ha voluto essere una cosa sola anche con noi. 
Così nel battesimo siamo immersi nelle stesse acque in cui Cristo si immerse, per essere talmente uniti a lui, da essere chiamati noi stessi Figli di Dio. E lo siamo realmente.
È un dono che inizia, tra le mille tentazioni di tradimento e di abbandono, e che si manifesterà in pienezza quando Dio ci mostrerà il suo volto.
Il peccato non appartiene alla Chiesa, non perché noi siamo senza peccato, ma perché siamo ogni giorno rigenerati dall’amore di Dio.
Lo Spirito Santo, Amore che crea, purifica e rinnova ha preso realmente dimora in mezzo agli uomini. È l’anima della Chiesa, la sorgente di quella carità che perdona, che annuncia, che sopporta, che spera.
Noi crediamo nella risurrezione della carne e nella vita eterna, che non sono stipendio per una qualche nostra buona opera, ma sono l’opera che Dio compie già da ora nella nostra vita. Per sempre. (don Andrea Caniato)

Il Vangelo

Lc 3, 15-16. 21-22
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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