Il vangelo di oggi ci presenta Gesù che esercita la sua autorità sulla malattia e sul peccato, con la potenza della sua parola. Marco sottolinea la presenza di molta folla sullo sfondo. Essa non funge da semplice cornice, è un personaggio tutt’altro che secondario. Molta folla si raduna e segue Gesù stringendosi attorno a lui, si accalca per ascoltarlo, fino a occludere la porta d’ingresso della casa.
Dai vangeli Gesù emerge come un maestro che non ama le grandi folle, le masse indistinte di persone, in cui ognuno rischia di essere estraneo all’altro, in cui vi è confusione, ed è difficile distinguere volti, desideri e intenzioni. La folla nei vangeli riveste spesso un ruolo piuttosto ambiguo e contraddittorio; si mostra sovente un terreno sassoso, ascolta la Parola, subito l’accoglie con gioia ed entusiasmo, ma non avendo radici subito viene meno (cf. Mc 4,13ss.). Gesù non è preoccupato di attirare le folle e non è interessato al numero perché non cerca consensi ma comunione con lui; egli non vuole essere di tutti (perché questo potrebbe significare essere di nessuno) ma di ciascuno.
Ecco allora che tra questa folla, tra questa massa indistinta di persone, viene fatto spazio, creata un’apertura, per far affiorare un paralitico. Come buon pastore che conosce e ama le pecore, chiamandole ciascuna per nome, Gesù le fa uscire dalla folla, le trae in disparte, facendo del loro dolore, della loro sofferenza, l’occasione per entrare in comunione con lui.
Gesù non ama tutti indistintamente, ma ama ciascuno personalmente; per questo pur essendo circondato dalla folla si accorge di chi sa superare ogni ostacolo per accostarsi con fede a lui. La forza di questo paralitico e dei suoi barellieri sta nella fede e dove c’è fede in Gesù non c’è trambusto o agitazione, bensì silenzio, pazienza, abbandono, calma.
Così Gesù viene riconosciuto come il medico che non è venuto per i sani ma per i malati, colui che Dio ha mandato per purificare ciò che è impuro, per togliere il peccato del mondo. Davanti a Gesù, a tu per tu con lui, quell’uomo è diventato una creatura umana con tutta la sua dignità. Infinite altre volte, nel vangelo, Gesù si accosterà ai poveri e ai sofferenti nel corpo come nello spirito. Avvicinandosi a loro li alzerà, li risanerà, li farà tornare creature umane, rendendoli ricchi di speranza e di fede, compiendo così la Scrittura: “Ha preso le nostre infermità e si è caricato le nostre malattie” (Is 53,4), e realizzando la visione messianica tracciata dal profeta Isaia: “Si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto” (Is 35,5-6).
Quale affollamento attorno e dentro di noi! Quanto rumore, quanti pensieri assalgono a volte il nostro cuore e la nostra mente, impedendoci di giungere alla comunione con Dio! Quanto grande il rischio di far parte di una folla che sì, si accalca attorno a Gesù, senza tuttavia giungere a un contatto personale con lui, senza nemmeno sfiorare la sua persona!
A ciascuno di noi il compito di farci spazio tra la folla per raggiungere personalmente Gesù, il Verbo di Dio, la Parola che ha il potere di rianimare la nostra vita dalla sofferenza, dal peccato e dalla morte.
fratel Roberto della comunità monastica di Bose
Dal Vangelo secondo Marco
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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