Commento al Vangelo a cura di don Giovanni Berti
Ma io vi dico!
Gesù si contradice?
Ha appena detto: “non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli”, ma poi per ben 4 volte dice “avete inteso che fu detto… ma io vi dico…”. E arriva a dire che il suo discepolo nella vita religiosa deve far meglio di scribi e farisei, pur sapendo che i farisei e scribi erano famosi per la loro puntigliosità e precisione nell’applicare tutte le leggi religiose del tempo. Infatti proprio i farisei e gli scribi accuseranno più volte Gesù di trasgredire le regole religiose precise e ben consolidate, prima fra tutte quella del riposo del sabato.
Gesù dice che non è venuto ad abolire (letteralmente “distruggere”) la Legge e i Profeti, ma poi tante volte con il suo comportamento e le sue parole si mostra in chiara rottura con l’ambiente religioso più ortodosso.
Gesù dice qui che non è venuto a distruggere ma a “portare compimento”. Ed è questa la chiave per capire le parole di Gesù in questa pagina e tutta la sua storia.
Priama di tutto è bene sottolienare che queste parole di Gesù sono dentro il grande insegnamento iniziato sul monte delle Beatitudini.
Con le Beatitudini Gesù dà la chiave di interpretazione giusta di tutta la storia di Dio con gli uomini e di tutti gli insegnamenti precedenti, compresi i dieci comandamenti dati a Mosè sul monte Sinai.
Gesù smaschera più volte la falsa interpretazione data al suo tempo degli insegnamenti antichi di Dio, quando proprio coloro che erano chiamati ad indirizzare il popolo a Dio, in realtà erano di ostacolo con una serie di tradizioni e consuetudini che non avevano fondamento in Dio.
Quando Gesù parla di “Legge e Profeti”, non intende regole religiose da osservare, ma il piano stesso di Dio sull’umanità, un piano che ha al centro la relazione da figli e non da schiavi o semplici esecutori di regole.
Gesù non è venuto a distruggere la storia di Salvezza che aveva mostrato Dio come padre che guida l’umanità alla libertà di Figli, ma al contrario a renderla ancor più universale e legata alla vita di tutti.
Gesù mostra che davvero la “legge di Dio è uguale per tutti”, parafrasando il motto che si trova in tutti i tribunali italiani.
Quando dice più volte “ma io vi dico” non è per cambiare la legge, ma per renderla ancor più vera e universale.
Ad esempio quando nei comandamenti si dice di non uccidere, Gesù ricorda che si uccide anche con la parola, con la calunnia, con il pregiudizio e persino con il silenzio di chi non denuncia le ingiustizie.
E quando nella legge matrimoniale al tempo di Gesù era permesso un semplice biglietto scritto per cacciare la propria sposa, Gesù ricorda che non basterà certo un foglio di carta per ritenersi a posto con Dio e con la sposa. E facendo così riconosce il valore immenso della relazione e della parità tra uomo e donna.
Il brano dal Vangelo di Matteo è molto lungo e ricco di rimandi alla tradizione e pratica religiosa ai tempi di Gesù, e ci mostra come davvero anche per noi oggi è importante riscoprire il cuore della nostra fede e delle nostre regole religiose.
Gesù ci invita a verificare se la nostra vita di fede, anche se apparentemente fedele e devota, in realtà ci porta lontano dal Vangelo. Gesù ci ricorda ancora una volta che il punto di riferimento sono proprio le Beatitudini per poter capire se stiamo andando nella giusta direzione.
L’attenzione al povero, la ricerca della giustizia e della pace, lo stile mite e pacifico e la ricerca del bene del prossimo come prima preoccupazione, tutto questo ci rende fedeli per davvero al piano di Dio sull’umanità, e fa sì che anche noi non distruggiamo con le nostre stesse mani quella fede che pensiamo di professare, ma la portiamo a compimento, come ha fatto Gesù.
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VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: verde
- Sir 15, 16-21; Sal. 118; 1Cor 2, 6-10; Mt 5, 17-37
Mt 5, 17-37
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 12 – 18 Febbraio 2017
- Tempo Ordinario VI, Colore verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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