La prima lettura individua una relazione stretta tra la prudenza e la sapienza, quasi che la sapienza coincidesse con la prudenza. In veritร , se non identiche, le due virtรน sono particolarmente correlate, pur con le proprie qualitร specifiche. E possiamo tranquillamente dichiarare che la persona prudente, nel senso vero del termine, รจ certamente una persona sapiente.
Si puรฒ avere tutto dalla vita: soldi, carriera, successo, amori…
Ma non per questo si รจ sapienti. Al contrario, chi รจ sapiente ha tutto, nulla piรน gli manca.
Le ricchezze di questo mondo sono qualcosa di esterno a noi, e resteranno sempre fuori di noi.
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La sapienza, invece, รจ una virtรน, รจ qualcosa di intimo, di interiore, di profondamente nostro.
[ads2]Il ricco ha molte piรน probabilitร di inorgoglirsi; il sapiente, invece, quello vero, non ha motivo di inorgoglirsi, perchรฉ sa che la sapienza รจ un dono di Dio; diversamente, non sarebbe sapiente, ma saccente; la sua virtรน non sarebbe perfetta; anzi, non sarebbe neppure una virtรน… casomai un vizio; tutto ciรฒ che suscita orgoglio รจ giร vizio. Il sapiente non ha alcun bisogno di ostentare le sue doti: la sapienza, quella vera, non si ostenta, si ostende, si mostra da sรฉ. Perchรฉ oggetto della sapienza รจ la veritร e la veritร non si ostenta, si ostende, si mostra da sรฉ…prima o poi.
Che c’entra tutto questo con il Vangelo? C’entra eccome! Quel tale che incontra Gesรน e gli domanda che cosa debba fare per avere in ereditร la vita eterna, รจ giร in cammino per raggiungere la sapienza. La fede ci conduce per mano nella nostra riflessione e ci porta ancora piรน lontano: per fede noi crediamo che la vera sapienza รจ Cristo. Il Figlio di Dio lo dichiarรฒ esplicitamente ai Dodici, durante la cena di addio: “Io sono la via, la veritร e la vita!” (Gv 14,6). Conoscere la Veritร รจ sapienza perfetta. Seguire Cristo, conoscere Cristo รจ sapienza perfetta.
Lo ripeto: nulla รจ piรน importante in questo mondo; pur di guadagnare Cristo, vale la pena lasciare tutto, donare tutto…anche la vita; visto che, a proposito di vita, Cristo รจ la vita!
Interessante il dialogo tra Gesรน e il tale: la tentazione di ogni uomo per bene รจ quella di chiedere che cosa debba fare per guadagnarsi la vita eterna: ogni uomo per bene – ma anche la donna! – ha un solo chiodo fisso, un solo tormento, un solo fine: comportarsi in maniera moralmente irreprensibile; l’attenzione รจ rivolta agli atti umani: ciรฒ che si deve, o non deve fare, per essere appunto irreprensibili dal punto di vista morale.
“Osserva i comandamenti!”, gli risponde Gesรน, e tira avanti per la sua strada. Del resto, Gesรน non รจ venuto per inaugurare una nuova morale, una morale alternativa.
La morale c’era giร ; chi รจ interessato esclusivamente alla morale, basta che osservi il Decalogo, sempre che ci riesca da solo….
Peccato che all’uomo per bene, all’uomo moralmente irreprensibile – ammesso che si possa essere moralmente irreprensibili – manca qualcosa… E quel tale del Vangelo lo sa. Tra l’irreprensibilitร (morale) e la perfezione cristiana ci sta appunto la famosa differenza cristiana, la fede.
Ecco, il Verbo si รจ fatto carne per insegnarci che non รจ sufficiente osservare i Comandamenti.
Per entrare nel Regno dei Cieli รจ necessario credere in Lui.
Anche il Vangelo di Giovanni, conferma al grande novitร cristiana; nel famoso discorso sul pane di vita, alla domanda: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”, il Signore risponde: “Questa รจ l’opera di Dio: credere in colui che Egli ha mandato.” (Gv 6, 28-29).
Ma ecco il problema: siamo in grado di raggiungere, da soli, questa perfezione, aderendo alla fede? Sembra di no; da soli non ce la facciamo, รจ troppo grande la seduzione che il mondo esercita sulla nostra concupiscienza. Non intendo solo l’attaccamento ai beni materiali; francamente non credo che sia questo l’unico, vero ostacolo alla fede piena. Penso piuttosto agli affetti personali. C’รจ qualcosa che va oltre il possesso che fa di noi dei materialoni, destinati alla solitudine in questa vita, ma anche in quella eterna… Sarร che il sottoscritto non ha mai posseduto nรฉ soldi, nรฉ altre ricchezze materiali… Stento a concepire che si possa attaccare il cuore ai beni di questo mondo; piuttosto ci si puรฒ legare in modo esagerato alle persone, con la mente, con il corpo e anche con l’anima.
Tuttavia il Vangelo di oggi mette proprio in guardia dall’esagerato attaccamento alla ricchezza.
Il Signore dedica molti dei suoi insegnamenti alla custodia del cuore dalle insidie dell’accumular tesori sulla terra: “Lร dov’รจ il tuo tesoro, sarร anche il tuo cuore.” (cfr. Mt 6,199ss.)
La tristezza che si intuisce sul volto del (giovane) interlocutore di Gesรน รจ il sintomo che la ricchezza di questo mondo rende inevitabilmente schiavi, perennemente scontenti, affamati di nuova ricchezza, inquieti per l’assillo di doverla amministrare, diffidenti verso gli altri a cui la nostra ricchezza fa gola… Insomma, un problema a tutto tondo!
Un filosofo che andava per la maggiore qualche anno fa, Zygmunt Bauman, รจ autore del famoso saggio “L’arte della Vita” (edito in Italia da Laterza), ove commenta il risultato di un sondaggio fatto in America su che cosa pensa la gente dell’equivalenza ricchezza-felicitร . Ebbene, questo sondaggio aveva clamorosamente smentito l’ipotesi che la ricchezza fosse sinonimo di felicitร .
Beh, noi credenti in Cristo non abbiamo certo bisogno di sondaggi d’opinione, e neppure che l’illustre filosofo Bauman ne dia il pur doveroso risalto… Noi cristiani sappiamo che soltanto la fede nelle Veritร rivelate dal Signore in parole e opere possono farci intravedere la felicitร .
La intravediamo soltanto… quanto basta per alimentare il desiderio del Cielo.
E qui mi fermo, per evitare di scadere nella retorica religiosa, tanto diffusa nei nostri ambienti cattolici in genere, clericali e suoreschi in specie.
La speranza – e piรน che una speranza! – รจ che Dio compie in noi ciรฒ che a noi non รจ possibile portare a compimento Anche questo era, anche questo รจ necessario saperlo.
E il Figlio di Dio ce l’ha rivelato, durante la sua breve vita pubblica, ma soprattutto dall’alto della croce: “Padre, nelle tua mani affido il mio spirito”.
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Sap 7, 7-11; Sal.89; Eb 4, 12-13; Mc 10, 17-30.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesรน andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandรฒ: ยซMaestro buono, che cosa devo fare per avere in ereditร la vita eterna?ยป. Gesรน gli disse: ยซPerchรฉ mi chiami buono? Nessuno รจ buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”ยป.
Egli allora gli disse: ยซMaestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezzaยป. Allora Gesรน fissรฒ lo sguardo su di lui, lo amรฒ e gli disse: ยซUna cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!ยป. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andรฒ rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesรน, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: ยซQuanto รจ difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!ยป. I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesรน riprese e disse loro: ยซFigli, quanto รจ difficile entrare nel regno di Dio! ร piรน facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dioยป. Essi, ancora piรน stupiti, dicevano tra loro: ยซE chi puรฒ essere salvato?ยป. Ma Gesรน, guardandoli in faccia, disse: ยซImpossibile agli uomini, ma non a Dio! Perchรฉ tutto รจ possibile a Dioยป.
Pietro allora prese a dirgli: ยซEcco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguitoยป. Gesรน gli rispose: ยซIn veritร io vi dico: non c’รจ nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva giร ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrร ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11 – 17 ottobre 2015
- Tempo Ordinario XXVIII, Colore verde
- Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net