CHARLES DE FOUCAULD
XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
NUM. 408
(MC 12, 38-44) PARALLELO LC 20,45-21,4
L’obolo della vedova.
Come sei buono, mio Dio, ad accettare così i doni dei poveri, non soltanto accettarli, ma dichiararli, quando si dona tutto quello che si ha, superiori a quelli dei ricchi, che pur donando molto, non donano tutto il loro vivere… Come sono dolci le tue parole per i poveri, mio Dio, poiché rendi loro possibile, facile, dare quanto i più ricchi. E queste parole, come tante altre, tendono a svuotarci da tutto il creato, a distaccarci da tutto ciò che non s ei tu, per farci amare unicamente te, o mio Dio!
Infatti, se i più poveri possono dare quanto i più ricchi, e se le ricchezze non hanno altro vantaggio che poter fare l’elemosina, a che cosa servono? Fai perdere loro, con queste tue presenti parole, quest’unico vantaggio: non sono dunque utili assolutamente a niente. (E infatti: 1°) Dio infinitamente ricco, se vuole fare del bene materialmente ai poveri, può farlo senza di noi, mentre noi al contrario, non possiamo farlo senza di lui; 2°) noi stessi, con la preghiera, possiamo alleviare i bisogni materiali del prossimo molto di più che con qualsiasi altro mezzo, poiché, con la preghiera, attingiamo ai tesori inestinguibili di Dio).
Diamo, come la vedova, tutto il nostro vivere… Siamo generosi… Diamo tutto per Dio… Dio ci restituirà nella misura che ci occorre; ce lo ha promesso: «Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in sovrappiù»… Abbiamo fede: diamo tutto ciò che Dio vuole che doniamo, senza limite, senza misura… per obbedienza alla sua volontà… per amore per fare ciò che gli piace, prima di tutto… in spirito di fede, convinti che Dio, a causa della parola che ci ha dato, non può mancare di darci tutto quello che ci occorre nella misura che ci occorre (non sempre forse nella misura più gradita per il nostro corpo, ma sempre nella misura più vantaggiosa per la nostra anima)… Siamo dunque generosi! Diamo come la vedova, senza esitare, tutto quello che abbiamo, «tutto il nostro vivere»: lo abbiamo ricevuto da Dio solo. Dio lo richiede e noi non lo doneremmo?
Doniamolo generosamente, come ella lo dona… Anche se Dio non ce lo rendesse, anche se morissimo di fame, per averlo donato, felici, felici saremmo, di morire di fame per aver fatto quello che ci chiedeva l’amore di Gesù, per aver obbedito al nostro Beneamato … Se moriamo di fame per questo, se soffriamo per questo, moriremo per puro amore, soffriremo per puro amore: che cosa ci può succedere di più felice? «Felici, felici mille volte le carmelitane di San Giuseppe d’Avila, se morissero per un tale motivo», diceva santa Teresa alle sue figlie…
E infatti, morire, soffrire per l’amore del Beneamato, che c’è di più fortunato?… Siamo dunque generosi, generosi senza misura, poiché questa generosità, quando è secondo la volontà di Dio, può solo, sia nella vita, sia nella sofferenza, sia nella morte, portarci il più dolce dei beni, l’unione a Gesù nel suo amore, il compimento della volontà del Beneamato, il compimento di ciò che piace al Beneamato… E non abbiamo ombra di stima per i beni terreni, non cerchiamoli in nulla: Dio è più ricco di noi, non ha bisogno di noi per fare l’elemosina ai poveri; quello che noi acquistiamo ci è donato soltanto da lui, gli è altrettan to facile darlo direttamente ai poveri quanto darlo loro con le nostre mani… D’altronde con le nostre preghiere possiamo alleviare gli sfortunati, i poveri, mille volte di più che con le ricchezze materiali, poiché con esse attingiamo alle ricchezze infinite di Dio…
Il più povero solitario, un Paolo eremita, può con le sue preghiere diffondere più consolazioni ed elemosine sulla terra dei più ricchi sovrani… Come santa Teresa, con le sue sole preghiere, convertì, si dice, tante anime quante san Francesco Saverio con il suo apostolato… Non cerchiamo dunque i beni materiali, non diamo a essi alcuna stima! Cerchiamo il solo amore di Dio, la santità, «il regno di Dio e la sua giustizia» e siamo sicuri che faremo in questo modo il più grande bene possibile, persino materialmente, al prossimo.
Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte
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XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
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- Colore liturgico: Verde
- 1 Re 17, 10-16; Sal.145; Eb 9, 24-28; Mc 12, 38-44
Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11 – 17 Novembre 2018
- Tempo Ordinario XXXII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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