Commento al Vangelo del 11 marzo 2018 – P. Antonio Giordano, IMC

Questa quarta Domenica di Quaresima è detta “Laetare”, cioè della “gioia”. Il motivo della nostra gioia è uno solo: Dio ci ama. E questo lo abbiamo sentito nelle letture della Messa odierna:

“Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati”.(Ef.); “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”(Gv.).

DIO CI AMA:
È la proposizione più semplice che si possa immaginare. Un soggetto = Dio; un oggetto = noi; un verbo = amare. Dio, l’uomo e in mezzo sta l’amore.

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Qui c’è tutta la storia della salvezza. La fedeltà e l’amore di Dio giunge all’inaudito. Continuamente la Bibbia martella il tema della fedeltà di Dio e dell’infedeltà dell’uomo, malato cronico di durezza di cuore. Così possiamo dire che la storia della salvezza è lo scontro fra l’ostinata fedeltà di Dio e l’infedeltà dell’uomo. Il nostro Dio arriva al culmine della sua misericordia: ”Dio ha tanto amato il mondo da dare(= consegnare, abbandonare) il suo Figlio unigenito”.

– Nicodemo, un anziano giunto alla sera della vita, va da Gesù di notte. E Gesù vuole farlo venire alla luce perché comprenda che si sale sulla croce per nascere, non per morire. Si tratta della seconda nascita. Nicodemo, ricercatore della legge, non ha trovato come rinascere. E Gesù gli spiega come.
Uno vive veramente non quando nasce materialmente, perché si nasce mortali e poi si muore, ma quando si nasce spiritualmente cioè quando uno è amato ed è libero di vivere e di amare a sua volta. Il centro del Vangelo è tutto nel breve monologo di Gesù con Nicodemo: il rapporto tra Dio (il Padre) e Gesù (il Figlio) e noi, (figli nel Figlio); il credere e il non credere all’amore: da qui la salvezza o la perdizione, la luce o le tenebre, ossia trovare o non comprendere il senso della vita.

– L’amore vero ama gratuitamente e non esige mai di essere riamato, ma chiede corrispondenza.

Cristo Gesù è il segno che Dio ci ama nonostante la nostra indegnità. La vera conversione quaresimale consiste nel lasciarsi amare, nell’accogliere, in Cristo, l’amore gratuito del Padre, e rispondervi con una fede senza mercanteggiamenti.

– Tuttavia questo agire di Dio nella storia, provoca una “crisi”, perché, di fronte al rivelarsi dell’amore divino, gli uomini si dividono e Gesù diventa quel segno di “contraddizione” predetto da Simeone alla Madonna: è quella “pietra d’inciampo o di salvezza” che divide e associa, separa e raccoglie, procurando un giudizio sull’umanità. Gesù non è venuto per condannare, ma chi non crede in Lui è già condannato, perché si mette fuori del perdono e dell’amore di Dio e della redenzione portata dal Figlio di Dio.

– Il problema dell’uomo è il suo nascondersi a questa ricerca di Dio, il fare a meno di Dio, il fuggire da Dio. E Dio non si stanca mai di inseguire l’uomo peccatore, perché lo ama e lo vuole salvo. La salvezza o la condanna non si rimandano al futuro, ma si realizzano nell’oggi, nel momento presente, trovano la loro sorgente nell’accettazione o nel rifiuto di Cristo.

Tutto è partito dall’amore (Gv.3,16) e si svolge attraverso l’amore (Gv.13,1)  e termina con il ritorno all’amore(Gv.17,26). L’amore è così sorgente, oggetto e termine della Rivelazione.

Il momento decisivo nella storia della salvezza, è quello in cui un uomo si pone la domanda: ”Dio mi ama e io credo nel suo amore”! Allora osservo i suoi comandamenti.

L’amore si misura con il dolore! L’innamorato che soffre perché desidera essere con e come l’amato. Quanto più si ama, tanto più si è disposti a soffrire per la persona amata. Diversamente ci si illude di amare, ma, in realtà, si cerca solo il proprio tornaconto.

Per prepararci a Pasqua, la nostra fede oggi contempla il Cristo Crocifisso, che ha sofferto tutto per noi perché ci ha amati totalmente, ed è il motivo della nostra letizia di lasciarci amare.

La Madonna si è lasciata amare totalmente da Dio, in una fede pura di abbandono fiducioso al piano di Dio di salvezza dell’umanità.

Fonte

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della IV Domenica del Tempo di Quaresima – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 11 Marzo 2018 anche qui.

Gv 3, 14-21
Dal Vangelo secondo Giovanni

14E come Mosé innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 11 – 17 Marzo 2018
  • Tempo di Quaresima IV
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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