La SS. Trinità è triplice?
Delle domande che vi avevo fatto sulla SS Trinità pensavo che una vi mettesse in gran difficoltà, invece avete risposto come se niente fosse. Domanda: la Trinità è triplice, visto che è trina? Questo trino- triplice poteva indurvi in confusione invece avete risposto giusto: la Trinità NON è triplice, trina sì, ma triplice no! Infatti triplice significa non semplice, mentre la Trinità è assolutamente semplice: una sola sostanza o natura anche se le Persone sono tre.
Verità di fede o di ragione?
Quando si studia la teologia dogmatica si studiano verità di fede e verità di ragione. Credete che l’esistenza di Dio sia una verità di fede? Per niente! Nella Bibbia non c’è scritto da nessuna parte “in principio Dio esiste”, ma ci viene detto cos’ha detto e fatto. Per cui la sua esistenza è già presupposta, perché non si crede in ciò che uno ha detto se non si crede prima che esiste. E che Dio esiste ce lo dissero già gli antichi greci, aissuti secoli prima della Rivelazione giudeo cristiana, soprattutto Aristotele con le 5 prove dell’esistenza di Dio, riprese poi alla grande da San Tommaso d’Aquino. Cioè che Dio esiste ce lo dice già la filosofia, quindi l’esistenza di Dio è una verità di ragione. Come pure l’immortalità dell’anima, di questa ne parla Platone nel “Fedone”. Invece alla Trinità non ci sarebbe mai arrivato nessuno se non ce l’avesse rivelata Gesù Cristo. La ragione ci dice che Dio c’è ma non chi è. Solo la fede ci dice che in Lui vi sono tre persone uguali e distinte: è un mistero che nessuna ragione avrebbe mai potuto scoprire.
Cos’è un mistero?
E pensate che la SS Trinità sia la prima verità di fede stabilita dai vari Concili ecumenici e non? Per niente! Prima si è dovuto stabilire che Gesù Cristo è Dio e poi che lo Spirito Santo è una persona e non solo un’energia o un soffio o…una colomba. Perché per fare il dogma della Trinità occorre che ci siano tre persone divine. Quindi prima si è dovuto stabilire che Gesù era vero Dio oltre che vero uomo e che lo Spirito Santo era una persona. A questo punto si può parlare di Trinità, cioè di una pluralità di persone all’interno dell’unica divinità. E’ un grande mistero, ma non si può liquidare il mistero dicendo che non si capisce niente e non se ne parla più. Il mistero non è una cosa che non si riesce a capire, ma una cosa che non si finirà mai di capire. Si può approfondirne sempre nuovi aspetti senza esaurirne mai il significato. Ecco cosa faremo nell’eternità: entreremo sempre più profondamente nel mistero del Dio uno e trino senza esaurirne mai la conoscenza e il significato.
“Niente possa turbare la mia pace”
Santa Elisabetta della Trinità, quando aveva scoperto che il suo nome significava “casa di Dio” si era tuffata nel mistero della Trinità e ci lasciò questa bellissima preghiera:
“Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per fissarmi in te, immobile e tranquilla come se la mia anima fosse già nell’eternità. Niente possa turbare la mia pace né trarmi fuori di te, o mio immutabile; ma che ogni istante mi immerga sempre più nella profondità del tuo mistero. Pacifica l’anima mia, rendila tuo cielo, tua dimora prediletta e luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai solo, ma ti sia presente, con fede viva, immersa nell’adorazione, pienamente abbandonata alla tua azione creatrice (…).Vieni in me come Adoratore, come Riparatore, come Salvatore. O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passar la vita ad ascoltarti. Voglio rendermi docile ai tuoi insegnamenti per imparare tutto da te: e poi, nelle tenebre dello spirito, nel vuoto, nell’impotenza, voglio fissare lo sguardo in te e restare nella luce del tuo splendore. O mio astro adorato, affascinami, affinché io non possa mia più sottrarmi alla tua luce. O fuoco divorante, Spirito d’amore, sopravvieni in me, affinché si faccia nella mia anima come una nuova incarnazione del Verbo, ed io gli sia una umanità aggiunta”(…).
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Santissima Trinità
- Colore liturgico: Bianco
- Es 34, 4-6. 8-9; Dn 3,52-56; 2 Cor 13, 11-13; Gv 3, 16-18
Gv 3, 16-18
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11 – 17 Giugno 2017
- Tempo Ordinario X, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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