Commento al Vangelo del 11 giugno 2017 – Ileana Mortari (Teologa)

Il mistero della SS. Trinità

Quello della Trinità è certamente il mistero principale del cristianesimo, la sua “carta di identità”, l’elemento che lo distingue da tutte le altre religioni, sia quelle rivelate dell’Occidente (ebraismo e islam) che quelle “sapienziali” dell’Oriente.

Il mistero trinitario è alla base della fede cristiana, eppure paradossalmente, pur se la fede dei primi cristiani di fatto era già trinitaria (cfr.Mt.28,16 e 1° Cor.), il termine stesso Trinità compare solo alla fine del II° secolo d. Cr. con Teofilo di Antiochia, per indicare il mistero del Dio che è ad un tempo Uno e rivelato in tre Persone: Padre Figlio Spirito Santo.

E’ la storia di Gesù che ci porta alla sorprendente scoperta che Dio non è solitario, ma è comunione; lo si vede al Battesimo del Signore, quando, mentre Egli prega, scende su di Lui lo Spirito come colomba e si ode la voce di Dio Padre.

Specie nel vangelo di Giovanni, il Nazareno apre vari squarci su questo mistero nei bellissimi “discorsi di addio” dei capp.13-17, dai quali emerge ad un tempo l’uguaglianza e la differenza delle tre Persone. Così in 15,15 leggiamo: “Tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi”: Gesù è la pienezza della Rivelazione, ma a sua volta ha ricevuto tutto dal Padre; 16,15: Gesù dice del Padre: “Tutto quello che il Padre possiede è mio”; 16,16: Gesù dice dello Spirito: “Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà”. Dunque c’è uguaglianza nelle tre Persone. Ma nello stesso tempo c’è differenza all’interno della Trinità e diversi sono i ruoli delle tre Persone nei confronti degli uomini.

“Dio è amore” è la grande rivelazione del 4° vangelo. Ora, che cos’è l’amore? Una unione di persone, di cuori, ma nello stesso tempo è un’unione di “differenze”: i due che si amano si arricchiscono reciprocamente delle loro differenze.

E S. Agostino scrive suggestivamente nel suo “De Trinitate”, che rappresenta il punto di arrivo della speculazione trinitaria dei Padri della chiesa: “Dio Padre, nel pensare, genera interiormente la propria sapienza, o Verbo. Ma è soprattutto una relazione di amore che lega la mente pensante al suo Logos. Allora, se vedi la carità, tu vedi la Trinità. Il Padre è donazione infinita senza riserve, il Figlio è accoglienza attiva, lo Spirito è perfetta unità di colui che dona e di colui che accoglie. Sono tre: l’Amante, l’Amato, l’Amore.”

Possiamo ancora considerare che nessuna delle tre Persone supera le altre in eternità, perfezione, potere. Tuttavia il Padre è il 1° perché dona e non riceve, il Figlio è il 2° perché riceve dal Padre, lo Spirito è il 3° perché procede dal Padre attraverso il Figlio. Vivono l’uno per l’altro, l’uno con l’altro, l’uno nell’altro, in perfetta unità e reciprocità dinamica. Ciascuno è se stesso in quanto tutto rivolto agli altri e si compenetra con essi in uno slancio inesauribile di vita, che esce eternamente dal Padre e al Padre eternamente si volge. (Cfr. catechismo degli Adulti, p.176)

“Come tre soli, ciascuno è contenuto nell’altro, così che c’è una sola luce, data l’intima compenetrazione” (S. Giovanni Damasceno, 8° sec. d. Cr.)

Ileana Mortari – Sito Web

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Santissima Trinità

Gv 3, 16-18
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 11 – 17 Giugno 2017
  • Tempo Ordinario X, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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