Commento al Vangelo del 11 giugno 2017 – Azione Cattolica

L’uomo conosce Dio attraverso la grande storia raccontata nella Bibbia. Parlare della Trinità è narrare la scoperta progressiva che l’uomo ha fatto di lui. O meglio, la narrazione progressiva che Dio ha fatto di se stesso all’uomo.

Dio è Padre, Dio è Figlio, Dio è Spirito. Il Dio dei cristiani è come una famiglia. È un Dio trinitario! È un Dio di relazione e in relazione. La loro fede è ancorata nella relazione all’altro, esclude la contemplazione di se stessi. Non tratta della ricerca individualista della perfezione. Con il battesimo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito, i battezzati sono mandati ai fratelli, cioè sono invitati alla relazione, all’incontro. La Trinità è una comunione di persone unite nella loro differenza.

L’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito, effuso nel cuore dei credenti, permette loro di accogliere e amare il fratello, il diverso, lo straniero. Perfino il nemico! La relazione tra le tre Persone della Trinità e il loro sguardo di amore sull’uomo, insegnano il tipo di rapporto che gli uomini e le donne devono avere tra loro. Per vivere una relazione feconda, per accettare una persona diversa, per avere sempre come linea di condotta la chiarezza e la verità, ogni cristiano è chiamato a guardare l’altro con gli occhi di Dio. E Dio guarda con tenerezza e misericordia:
vede sempre il meglio nascosto in ognuno di noi.

Secondo san Paolo, i credenti possono vivere il mistero trinitario nella vita quotidiana sperimentando l’amicizia condivisa, le attenzioni fraterne, l’accordo mutuo, il ricco tesoro della pace e la gioia. Alla comunità di Corinto, Paolo ripete che non vi è grazia senza il mistero pasquale del Signore Gesù. Non vi è amore vero senza la croce di Cristo. Non si costruisce la comunità, né si vive nella pace senza l’azione continua dello Spirito Santo.

Il più bel parlare dell’uomo su Dio e a Dio è quello della preghiera: soprattutto la preghiera di lode e di azione di grazie.
La preghiera mette l’uomo in relazione con Dio, e questa comunione gli cambia la vita.
Questo brano del Vangelo parla di noi e del nostro grande desiderio di costruire relazioni autentiche. Ma ci fa anche venire in mente le delusioni, le ferite, i tradimenti patiti nei rapporti umani che abbiamo vissuto. La Parola, come pure il nostro cuore, ci dicono di avere fiducia e continuare a costruire relazioni giuste e fraterne, poiché questa è la nostra più vera vocazione.

O Dio nostro Padre, noi tutti siamo tue creature,
fa’ che accettiamo con serenità i limiti e le fragilità
della nostra condizione umana: ci aiutano a fare spazio a te.
O Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo,
donaci di riconoscerti presente in ogni uomo e donna che incontriamo.
Spirito Santo, amore, fuoco, vento, luce, calore,
prendi dimora nella nostra esistenza e riempila
della potenza della Parola che dà significato alla vita.

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Santissima Trinità

Gv 3, 16-18
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 11 – 17 Giugno 2017
  • Tempo Ordinario X, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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