Commento al Vangelo del 11 febbraio 2018 โ€“ p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 11 febbraio 2018.

Credevano di aver rinchiuso Dio

Durante la traversata del deserto, Mosรจ aveva dato questa disposizione al popolo: โ€œIl Signore tuo Dio passa in mezzo al tuo accampamento; lโ€™accampamento deve dunque essere santo, perchรฉ egli non veda in mezzo a te qualche indecenza e ti abbandoniโ€ (Dt 23,15) e aveva posto sulla bocca del Signore questโ€™ordine: โ€œSi allontani dallโ€™accampamento ogni lebbroso o chi รจ impuro per aver toccato un cadavere, perchรฉ non contaminino lโ€™accampamento in mezzo al quale io abitoโ€ (Nm 5,1-3).

Agli antichi il mondo appariva diviso in due sfere contrapposte: una occupata dalle forze della vita, lโ€™altra in mano alle potenze della morte. Alla prima appartenevano Dio e le persone pure, alla seconda gli dรจi pagani e tutto ciรฒ che richiamava il peccato. I lebbrosi, che portavano nel loro corpo i segni ripugnanti della morte, erano il simbolo stesso dellโ€™impuritร  e del rigetto da parte del Signore.

Cosรฌ la pensavano gli israeliti; le loro guide spirituali avevano catalogato gli uomini in mondi e immondi, in giusti e peccatori. Ma Dio accetta questa discriminazione? E quando viene fatta, da che parte sta?

I racconti evangelici degli incontri di Gesรน con i lebbrosi vanno ben al di lร  della cronaca biografica, sono un messaggio in atto delle scelte di Dio: egli si accosta agli impuri e li accarezza, perchรฉ nessuna delle sue creature รจ impura, tanto meno i suoi figli. Gesรน ha scelto gli emarginati, coloro che erano rifiutati da tutti; per questo, divenuto egli stesso impuro, รจ stato scacciato dallโ€™accampamento e messo a morte fuori della cittร  santa, in un luogo immondo.

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Ora sappiamo da che parte sta Dio.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:

โ€œProvo disgusto per il peccato, ma se rifiuto il peccatore, mi allontano da Dioโ€.

Prima lettura (Lv 13,1-2.45-46)

1 Il Signore disse a Mosรจ e ad Aronne: 2 โ€œQuando uno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarร  condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
45 Il lebbroso colpito dalla lebbra porterร  vesti strappate e il capo scoperto, si coprirร  la barba e andrร  gridando: Immondo! Immondo! 46 Sarร  immondo finchรฉ avrร  la piaga; รจ immondo, se ne starร  solo, abiterร  fuori dellโ€™accampamentoโ€.

โ€œColui che รจ affetto da lebbra non entra in cittร , nรฉ mantiene rapporti con gli altri persiani perchรฉ, dicono, se รจ malato, ha certo commesso qualche mancanza contro il Soleโ€. Sono parole di Erodoto che, nel V secolo a.C., riferisce i costumi dei popoli dellโ€™antico Medio Oriente.

รˆ allo stesso periodo e alla stessa mentalitร  che va fatto risalire il brano del Levitico che ci viene proposto oggi.

Presso tutti i popoli i lebbrosi sono sempre stati considerati impuri e tenuti lontano dalla comunitร , per il timore che la potessero contaminare. La ripugnanza provocata da questa malattia รจ sempre stata molto forte, tanto che ancorโ€™oggi presso alcune tribรน il lebbroso non viene sepolto assieme agli altri defunti, ma in un luogo separato. Nessuno lo vuole accanto nรฉ da vivo nรฉ da morto.

Lโ€™Antico Testamento considera spesso la lebbra come un castigo di Dio per il peccato. Gli egiziani che hanno commesso angherie contro Israele sono stati colpiti da โ€œulcere pustolose, con eruzioni, su uomini e bestieโ€ (Es 9,9-11) e la stessa punizione รจ minacciata contro Israele se sarร  infedele: โ€œIl Signore ti colpirร  con le ulcere dโ€™Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine, da cui non potrai guarireโ€ (Dt 28,27).

Sul corpo dei lebbrosi le ulcere costituivano cosรฌ il marchio ignominioso del loro peccato e il segno che dovevano essere rigettati, emarginati, in nome di Dio.

Nella lettura sono esposte le disposizioni vigenti in Israele nei confronti di questi ammalati. Era compito dei sacerdoti stabilire chi fosse affetto da lebbra e prendere la decisione di allontanarlo dalla comunitร  (vv. 1-2). Colui che presentava sintomi sospetti non poteva piรน mettere piede nel villaggio, era mandato a vivere in grotte nei boschi, doveva portare vesti sbrindellate, non si pettinava, cosรฌ poteva essere immediatamente riconosciuto, anche da lontano. Se per caso si imbatteva in qualcuno, doveva gridare: โ€œSono immondo! Sono immondo!โ€ (vv. 45-46).

Queste disposizioni possono apparire precauzioni di ordine igienico per evitare il contagio, ma lโ€™emarginazione era determinata soprattutto da unโ€™altra ragione, una ragione teologica: i lebbrosi erano ritenuti maledetti da Dio.

Seconda Lettura (1 Cor 10,31-11,1)

Fratelli, 31 sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. 32 Non date motivo di scandalo nรฉ ai giudei, nรฉ ai greci, nรฉ alla chiesa di Dio; 33 cosรฌ come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare lโ€™utile mio ma quello di molti, perchรฉ giungano alla salvezza.
1 Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

Sul lato occidentale dellโ€™agorร  di Corinto si contavano, al tempo di Paolo, sei templi e molti altri sorgevano in vari punti della cittร , fra i quali i due celeberrimi dedicati ad Apollo e Ottavia. In ognuno di questi templi erano immolati numerosi animali la cui carne, non potendo essere consumata tutta da chi aveva offerto il sacrificio, era portata al mercato per essere venduta. Carne immonda dunque, perchรฉ proveniente da santuari in cui erano venerati gli idoli.

Qualche persona pia espose il suo cruccio a Paolo: รจ lecito a un cristiano comperare carne nelle botteghe che si trovano in prossimitร  dei templi?

Il nostro brano costituisce la conclusione di un lungo discorso dellโ€™Apostolo in risposta a questo problema.

Alcuni corinti avevano giร  individuato la soluzione, giusta per la veritร : se gli idoli non esistono, non cโ€™รจ motivo di rinunciare a mangiare i resti dei sacrifici offerti in loro onore. Paolo concorda con questa opinione, tuttavia invita a tenere presente un altro aspetto della questione.

Il cristiano non puรฒ fare tutto ciรฒ che รจ in suo diritto, perchรฉ lโ€™amore al fratello a volte esige anche la rinuncia ai propri diritti. Concretamente: se un certo comportamento fa del male al fratello deve essere evitato, anche se รจ del tutto legittimo. Nel caso specifico, se mangiare carni immolate agli idoli turba la coscienza dei piรน deboli, รจ meglio astenersene fino a quando anchโ€™essi arriveranno a convincersi della liceitร .

Inoltre, la comunitร  non deve solo evitare gli scandali, ma anche divenire missionaria, per questo deve rispecchiare la vita di Gesรน (2 Cor 4,10) che ha sempre e solo pensato agli altri. Riprendendo lo stesso tema, Paolo scriverร  ai romani: โ€œCiascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo. Cristo infatti non cercรฒ di piacere a se stessoโ€ (Rm 15,2-3).

Questo sforzo per piacere a tutti in tutto lโ€™Apostolo lo aveva fatto, per questo poteva legittimamente presentarsi come modello da imitare. Nellโ€™ultimo versetto della lettura, infatti, esorta i corinti: โ€œFatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristoโ€.

6a Domenica del Tempo Ordinario anno B

Vangelo (Mc 1,40-45)

40 Allora venne a Gesรน un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: โ€œSe vuoi, puoi guarirmi!โ€. 41 Mosso a compassione, stese la mano, lo toccรฒ e gli disse: โ€œLo voglio, guarisci!โ€.
42 Subito la lebbra scomparve ed egli guarรฌ. 43 E, ammonendolo severamente, lo rimandรฒ e gli disse: 44 โ€œGuarda di non dir niente a nessuno, ma vร , presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosรจ ha ordinato, a testimonianza per loroโ€.
45 Ma quegli, allontanatosi, cominciรฒ a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesรน non poteva piรน entrare pubblicamente in una cittร , ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

Curare un lebbroso equivaleva, al tempo di Gesรน, a risuscitare un morto. I sacerdoti potevano solo โ€œdichiarare puroโ€ un lebbroso, non โ€œrenderlo puroโ€, non erano cioรจ in grado di curarlo, perchรฉ la guarigione della lebbra era riservata a Dio (2 Re 5,7).

Prendendo spunto da alcuni oracoli di Isaia (Is 35,5s.; 61,1), i rabbini avevano compilato una lista di segni della presenza del regno di Dio. Gesรน la conosceva, infatti la cita agli inviati del Battista: โ€œAndate a riferire a Giovanni ciรฒ che voi udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano lโ€™udito, i morti risuscitano, ai poveri รจ predicata la buona novellaโ€ (Mt 11,5). La guarigione di un lebbroso era dunque molto piรน di un gesto prodigioso, era la prova che nel mondo era giunto il messia.

La prima parte del vangelo di oggi (vv. 40-42) riferisce il fatto. Un lebbroso, contravvenendo alle disposizioni della legge, si avvicina a Gesรน e lo supplica in ginocchio di โ€œessere purificatoโ€. Non chiede la guarigione, ma di essere purificato, cioรจ di essere messo in condizione di tornare nella comunitร . Piรน che la malattia in sรฉ, ciรฒ che lo angosciava era il fatto di sentirsi escluso dalla societร  civile e religiosa.

Di fronte alla sua richiesta Gesรน si commuove, stende la mano, lo tocca e lo guarisce. Ogni dettaglio del racconto ha un significato e un messaggio.

Cโ€™รจ anzitutto il contatto fisico con il lebbroso. Gesรน si lascia avvicinare e lo tocca. Non si tratta solo di un gesto benevolo e tenero nei confronti di una persona bisognosa di conforto, ma รจ il capovolgimento del concetto di Dio. In Gesรน il Signore non appare come i farisei lo immaginavano: santo, separato da chi รจ impuro; non solo non rifiuta i lebbrosi, ma li accarezza perchรฉ in ogni uomo, anche in colui che รจ precipitato nellโ€™abisso piรน profondo della colpa, egli vede un figlio sommamente amabile.

Allโ€™inizio della sua vita pubblica, al momento del battesimo di Giovanni, Gesรน ha giร  mostrato di trovarsi perfettamente a suo agio a fianco delle persone impure. In seguito non si รจ mai allontanato dai pubblicani, dai peccatori, da chi aveva fatto scelte infelici; non ha mai temuto di essere contaminato da loro, anzi รจ stato lui a comunicare a queste persone la sua forza di vita. La luce รจ sempre piรน forte dellโ€™oscuritร : se si apre la finestra di una stanza illuminata, non รจ la tenebra che entra, ma la luce che esce.

Come mai Gesรน assume un atteggiamento cosรฌ provocatorio nei confronti della legge che proibiva di avvicinarsi ai lebbrosi? Cosโ€™รจ che lo spinge a violare la norma che prescrive lโ€™emarginazione? Ce lo rivela lโ€™evangelista: egli sentรฌ compassione. Matteo e Luca, che pure raccontano lo stesso episodio, omettono questo dettaglio. Solo Marco evidenzia che, di fronte alla condizione avvilente del lebbroso, egli si commosse profondamente (v. 41). รˆ questo sentimento molto umano che porta a ignorare ogni disposizione e ogni consuetudine che non favoriscono il bene dellโ€™uomo. Il messaggio รจ chiaro: di fronte alle richieste di aiuto, il discepolo, come il Maestro, ascolta sempre il cuore.

La seconda parte del brano (vv. 43-45) presenta alcune difficoltร  di interpretazione. Come mai Gesรน ammonisce severamente il lebbroso? Perchรฉ lo manda via in modo apparentemente brusco? Perchรฉ prima gli proibisce di divulgare la notizia e poi gli ordina di presentarsi ai sacerdoti per far loro constatare la guarigione? I due comandi sembrano contradditori. In che senso il lebbroso curato puรฒ essere una testimonianza per i sacerdoti (v. 44)? Il lebbroso non obbedisce, comincia a divulgare la notizia e non ci viene detto se รจ andato o no dai sacerdoti. Come mai Gesรน si allontana e sceglie come dimora i luoghi deserti? Era molta la gente che lo cercava e dunque sarebbe stato piรน logico che si fosse fatto trovare in posti piรน accessibili.

Cominciamo a capire il senso della proibizione di divulgare la notizia della guarigione.

Da molti anni il popolo dโ€™Israele si aspettava il messia. I profeti โ€“ lo abbiamo rilevato โ€“ avevano indicato i segni della sua presenza e fra questi cโ€™era anche la purificazione dei lebbrosi. Gesรน non ha voluto che si sapesse in giro che aveva compiuto uno di questi segni, perchรฉ a tutti sarebbe risultato evidente che era lui lโ€™atteso messia.

Questa identificazione sarebbe stata certo auspicabile, ma a patto che fosse risultato chiaro a tutti di quale messia si trattava: non un vincitore, ma uno sconfitto, non un dominatore, ma un servo di tutti. Il popolo invece era convinto che il messia sarebbe stato un re glorioso come Salomone, un guerriero capace e fortunato come Davide, un uomo di Dio che avrebbe realizzato prodigi sensazionali, fino a far scendere il fuoco dal cielo, come Elia. Gesรน considerava queste immagini di messia tentazioni diaboliche, per questo non ha accettato che si parlasse di lui come del โ€œmessia di Dioโ€ prima degli avvenimenti della Pasqua, prima di aver mostrato per quale cammino il Signore conduce gli uomini alla vita. Fino a quel momento tutto doveva rimanere segreto, per evitare che il progetto del Padre fosse travisato.

Se il fatto deve restare nascosto, perchรฉ al lebbroso viene ingiunto di presentarsi ai sacerdoti come testimonianza per loro?

Il lebbroso era considerato un uomo morto. La lebbra era โ€œla figlia primogenita della morteโ€ (Gb 18,13). Nellโ€™antico Testamento solo due grandi profeti erano riusciti a curarla: Mosรจ aveva guarito la sorella Miriam (Nm 12) ed Eliseo il generale della Siria, Naaman (2 Re 5). Per evitare malintesi, Gesรน non vuole che la notizia si divulghi tra il popolo; le guide religiose invece, i sacerdoti devono sapere che un grande profeta รจ sorto in Israele, che Dio ha visitato il suo popolo e che il regno di Dio รจ iniziato. Il lebbroso guarito deve testimoniare loro che รจ iniziata la liberazione.

Anche il fatto che il lebbroso corra a divulgare ciรฒ che Gesรน ha operato in lui ha un significato. Marco scrive questo racconto dopo la morte e risurrezione di Gesรน e il velo sullโ€™identitร  del โ€œmessia di Dioโ€ รจ giร  caduto. Ormai รจ giunto il momento di proclamare a tutti che Gesรน รจ il messia. A chi รจ affidato questo compito? Ecco la risposta dellโ€™evangelista: a coloro che hanno fatto in se stessi lโ€™esperienza della salvezza ottenuta nellโ€™incontro con Gesรน. Nel vangelo di Marco solo due persone intraprendono questa missione: il lebbroso di cui stiamo parlando e lโ€™uomo posseduto dai โ€œdemoniโ€ che sono finiti prima nei porci e poi nel mare (Mc 5,19-20).

Il messaggio ora รจ chiaro: solo chi ha assaporato la gioia di una vita nuova, solo coloro che erano emarginati e hanno fatto in se stessi lโ€™esperienza della liberazione sono in grado di spiegare ad altri le meraviglie che la parola di Cristo puรฒ operare.

Lโ€™ultimo dettaglio: Gesรน non poteva piรน entrare in una cittร , ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte (v. 45); รจ stato introdotto dallโ€™evangelista per evidenziare uno scambio di residenza: prima era il lebbroso che viveva lontano e non poteva entrare nei villaggi, ora รจ Gesรน che ha scelto di vivere nella condizione dei lebbrosi. Ha cosรฌ mostrato di voler condividere la sorte di tutti coloro che gli uomini considerano โ€œlebbrosiโ€.

Il brano si conclude con lโ€™osservazione: la gente accorreva a Gesรน da ogni parte (v. 43). Tutti si accostavano a lui con fiducia, perchรฉ egli aveva scelto i lebbrosi, gli ultimi, coloro che erano rifiutati. Sono queste persone che, ancora oggi, istintivamente dovrebbero avvicinarsi alla comunitร  cristiana, sicuri di essere accolti con dolcezza e accarezzati.

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[accordion title=โ€Chi รจ Fernando Armelliniโ€ load=โ€hideโ€]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร  Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโ€™Universitร  di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโ€™estero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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