Commento al Vangelo del 11 Agosto 2019 โ€“ p. Roberto Mela scj

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Pronti per il Signore-Sposo

Sapienza nella storia

Il โ€œfrancobolloโ€ delle lettura liturgica richiede unโ€™adeguata contestualizzazione, pena la non comprensione della ricchezza del testo offerta dai riferimenti intra-ed extratestuali.

Il libro deuterocanonico della Sapienza รจ stato composto in greco tra il 30 e il 14 a.C., probabilmente ad Alessandria. Secondo la recentissima proposta dellโ€™esegeta Vittoria Dโ€™Alario (Milano 2018), nel libro si puรฒ rinvenire la seguente struttura letteraria: 1,6โ€“6,21 Esordio: Sapienza e giustizia; 6,22โ€“9,18 Elogio della sapienza; 10,1โ€“19,22 Esemplificazione: sapienza e storia; 19,13-22 La nuova creazione.

Nellโ€™ambito dellโ€™esemplificazione dellโ€™operato della sapienza nella storia (Sap 10,1โ€“19,22), lโ€™autore constata come ci siano state sette antitesi tra ciรฒ che รจ successo al popolo eletto rispetto a quanto รจ accaduto al popolo egiziano oppressore. La struttura letteraria di questa sezione del libro potrebbe essere la seguente: 10,1โ€“11,1 Inno alla sapienza; 11,2โ€“19,12 Le sette antitesi (11,2-14 Prima antitesi: lโ€™acqua del Nilo e lโ€™acqua della roccia; 11,15โ€“12,27 Prima digressione: la filantropia di Dio; 13,1โ€“15,19 Seconda digressione: critica alle religioni pagane; 16,1-4 Seconda antitesi: la piaga degli animali e il dono delle quaglie; 16,5-14 Terza antitesi: il serpente di bronzo e la piaga degli insetti; 16,15-29 Quarta antitesi: i disastri ambientali e il dono della manna; 17,1โ€“18,4 Quinta antitesi: il castigo delle tenebre e la luce della Legge; 18,5-25 Sesta antitesi: notte di sterminio e notte di salvezza; 19,1-12 Settima antitesi: egiziani e israeliti nel Mar Rosso).

Antitesi

La logica che domina gli eventi contrapposti che toccano egiziani e israeliti al tempo dellโ€™esodo รจ esposta chiaramente in Sap 11,5 e richiamata varie volte con leggere varianti: ยซCiรฒ che era servito a punire i loro nemici, per loro, nel bisogno, fu strumento di favoriยป. E varie volte lo strumento di punizione fu lo stesso, o simile, a quello impegnato dagli egiziani per opprimere Israele. Stretta legge del taglioneโ€ฆ

I capitoli che riportano le antitesi sono espressione della ricerca esegetico-teologico-spirituale compiuta da Israele che scavรฒ nei testi e nelle tradizioni dei padri per โ€œcercareโ€ (dฤrฤลก, da cui midrash) il senso profondo degli eventi, collegandoli a parole e promesse fatte da YHWH a Israele durante la sua lunga storia.

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Non va dimenticato che, per comprendere i testi biblici di questโ€™epoca, occorre tener presente la ricca letteratura intertestamentaria (meglio: paratestamentaria) conosciuta come โ€œlibri apocrifi dellโ€™Antico Testamentoโ€. I testi biblici fanno infatti spesso riferimento a ragionamenti e collegamenti esegetico-spirituali-teologici presenti in questi testi, che nelle loro spiegazioni sono molto ricchi di rimandi intertestuali.

Il tutto viene espresso dallโ€™autore di Sapienza in un linguaggio che potesse essere accattivante per la cultura ellenistica nella quale si trovava immersa la diaspora ebraica in Egitto, e in particolar modo ad Alessandria, dove aveva un numeroso politeuma che godeva ampie garanzie giuridiche e autonomie religioso-sociali.

La breve pericope liturgica (Sap 18,6-9) appartiene alla sesta antitesi (18,5-25) che oppone quella che per gli egiziani fu una notte di sterminio a quella che per gli israeliti fu una notte di salvezza.

Sap 18,5-9 descrive la notte di Pasqua a partire dalla morte dei primogeniti degli egiziani nel Mar Rosso (narrata in Es 12,29) โ€“ descritta come โ€œla moltitudine dei figliโ€ โ€“ โ€œstrappati/apheilลโ€ (< aphaireล) โ€œin punizione/eis elegchonโ€ per aver deciso di uccidere โ€œi neonati dei fedeli/dei santiโ€ (ta tลn hosiลn nฤ“pia), eccetto โ€œun solo bambino, che fu esposto ma salvato/henos ektethentos teknou kai sลthentosโ€ (v. 5). Mosรจ fa parte del popolo dei โ€œfedeli/santi/hosioiโ€, che in Sap 17,2 lโ€™autore aveva giร  presentato come โ€œun popolo santo/etnos hagionโ€, appartenente solamente a YHWH.

Gioia anticipata per la salvezza

Nella sua riflessione midrashica, spirituale e teologica a un tempo, lโ€™autore รจ certo che quella notte fosse conosciuta giร  in anticipo dai patriarchi (Gen 15,13-14; 46,3-4) che avevano ricevuto da YHWH le promesse di liberare i loro discendenti dalla schiavitรน egiziana (Gen 15,1-21; 22,16-18; 26,3-; 28,13-15). Essi vi avevano corrisposto con la fede, come dimostra lโ€™esperienza di Abramo. Sia loro che gli israeliti del tempo dellโ€™esodo conobbero in anticipo quella notte, affinchรฉ, sapendo con certezza a quale promessa avevano creduto, โ€œsi rallegrassero/epeuthymฤ“sousinโ€.

Questโ€™ultimo verbo ricorre solo qui in tutto il libro della Sapienza, non รจ mai usato nella versione greca della Settanta ed รจ sconosciuto a tutta la letteratura greca coeva. Puรฒ significare โ€œavere coraggioโ€ (cf. 2Mac 11,26) oppure โ€œrallegrarsiโ€ (cf. lโ€™uso di euthymia in Filone, Lโ€™allegoria delle leggi 3,217). Questo significato รจ il piรน appropriato nel contesto e probabilmente fa riferimento a Gen 17,17, cioรจ alla gioia che Abramo provรฒ allโ€™annuncio della nascita di un discendente (lโ€™autore di Sapienza collega infatti la celebrazione della Pasqua alle promesse fatte ai padri): ยซAllora Abramo si prostrรฒ con la faccia a terra e rise e pensรฒ: โ€œA uno di cento anni puรฒ nascere un figlio? E Sara allโ€™etร  di novantโ€™anni potrร  partorire?โ€ยป.

ยซIl riferimento ad Abramo a proposito delle dieci piaghe โ€“ afferma infatti la studiosa Dโ€™Alario, citando uno studio di M. Gilbert โ€“ รจ presente sia nel Libro dei Giubilei 48,7-8 sia nel Midrash giuridico sullโ€™Esodo (Mekhilta de Rabbi Ishmael, Pisแธฅa 5,4-9) a proposito di Es 12,6 in cui il testo di Gen 15,13-14 รจ accostato esplicitamente alla Pasqua. Ritorna, infine, nel Poema delle quattro notti che si trova nel Targum di Es 12,42: le quattro notti sono quelle della creazione, delle gesta di Abramo, della liberazione dallโ€™Egitto e della fine del mondo. Nella seconda notte, quando il Signore si manifesta ad Abramo nella divisione degli animali uccisi, si fa allusione a Gen 15, cioรจ alla promessa di una discendenza, completando il testo con la citazione di Gen 17,17, quando Abramo si prostra davanti a Dio e rideโ€ฆ Lโ€™autore della Sapienza accosta allora la celebrazione della Pasqua alla promessa fatta ad Abramo e alla sua realizzazione nella nascita di Isaccoยป.

Salvezza vs rovina

I vv. 7-8 ripropongono in termini antitetici il principio del contrappasso espresso esplicitamente in Sap 11,5. Alla โ€œsalvezza/sลtฤ“riaโ€ dei giusti di Israele si oppone la โ€œrovina/apลleiaโ€ dei nemici. La salvezza riceve qui un significato escatologico, definitivo, decisivo e si espliciterร  in Sap 19. Di conseguenza, anche la โ€œrovinaโ€ degli egiziani ha un contenuto escatologico, di perdita irreparabile. Lโ€™โ€œattesaโ€ della salvezza che connota gli israeliti (prosedexthฤ“) assume anchโ€™essa un timbro escatologico.

La riproposizione del principio chiave di Sap 11,5, che intende spiegare la logica delle antitesi presenti negli eventi dellโ€™esodo, comporta un arricchimento ยซdi nuovi significati: alla punizione degli avversari corrisponde la glorificazione di Israele che รจ preceduta dalla chiamata del popolo eletto. Nellโ€™Esodo Dio chiama spesso Israele perchรฉ si rechi nel deserto per offrirgli un sacrificio in segno della sua devozione (Es 3,18; 5,3; 8, 21.23). Ma qui si tratta della vocazione divina di Israele che rende speciale la sua appartenenza a Dio (Dt 7,7-15). Essa precede gli eventi dellโ€™esodo in cui Israele viene glorificato da Dioยป (Dโ€™Alario) (proskalesamenos edoxasas).

Il v. 9 esprime la relazione tra vocazione e sacrificio e rievoca brevemente la celebrazione della prima notte pasquale. Gli israeliti del tempo dellโ€™Esodo sono ora chiamati โ€œi fedeli discendenti dei giustiโ€ che offrono โ€œil sacrificioโ€. Celebrano cioรจ la cena pasquale (cf. Es 12,21.27; 34,25; Dt 16,1-8), in segreto nelle loro case (cf. Es 12,13.22.46). Lโ€™autore sottolinea il valore comunitario del rito, in quanto รจ vissuto dagli israeliti in modo condiviso in piena concordia (en homonoiai), accettandolo come un comando, una โ€œlegge divinaโ€.

Il comando รจ visto poi come legge perpetua, da tramandarsi di generazione in generazione. Il popolo vive quei momenti decisivi con forte spirito di condivisione, stipulando una patto di โ€œassunzione compartecipata/metalฤ“mpsesthaiโ€ dei successi e dei pericoli. La celebrazione pasquale si rivela, infine, nella sua pienezza grazie allโ€™elevazione dei santi inni dei padri.

Il tesoro sicuro nei cieli

A differenza del โ€œfrancobolloโ€ della prima lettura, la liturgia prevede un lungo brano evangelico, che appare non collegato ad esso.

Lc 12,32 chiude lโ€™ampia pericope 12,22-32 (v. 22: โ€œnon temete/mฤ“ merimnate; v. 32: โ€œnon abbiate paura /mฤ“ phobouโ€) in cui Gesรน invita i discepoli a non lasciarsi prendere dallโ€™ansia e alla preoccupazione, facendo invece conto sulla provvidenza del Padre. Se egli si prende cura degli uccelli, tanto prenderร  in custodia i suoi figli. La motivazione del comando di non temere รจ data dal fatto che al ยซPadre vostro รจ piaciuto donare il Regnoยป. Non si tratta di โ€œcapirloโ€; si tratta di accogliere il dono della sovranitร  divina che porta con sรฉ vita, senso, direzione di marcia. Lโ€™essenziale per vivere cโ€™รจ. Del resto ci si dovrร  occupare, ma non pre-occupare.

Con ulteriori ammonimenti relativi al rapporto da avere con le ricchezze e i beni terreni, Gesรน comanda ai suoi discepoli delle decisioni radicali. Avendo giร  il dono del Regno, si tratta ora di camminare sereni, agili, leggeri e solidali. Si tratta di arricchire verso Dio (12,21), consolidare il deposito sicuro della vita piena. Un tesoro inattaccabile da ogni tipo di ladro, esterno o interno (anekleipton < ana-kleptล, rubare dal basso verso lโ€™alto, โ€œprelevareโ€ illegalmente).

Occorre โ€œfarsiโ€ fattivamente un tesoro sicuro nei cieli, cioรจ in rapporto a Dio, al suo Regno, alla sua volontร  di bene sugli uomini. Un tesoro che non รจ soggetto a furti o a deperimento alcuno perchรฉ fatto di amore per Dio e i fratelli, di persone che abbiamo amato e aiutato anche con i nostri beni (si ricordi perรฒ nella lingua ebraica โ€œelemosinaโ€, รจ denominata แนฃedฤqฤh, cioรจ โ€œgiustiziaโ€).

Tesoro come ricchezza di relazioni, non possesso di cose. Se ci preme lโ€™unico tesoro che esiste, lรฌ sarร  tutto anche il nostro โ€œcuore/kardiaโ€: pensieri, decisioni, scelte, affetti.

In piedi, non โ€œsdraiatiโ€: viene il Signore-Sposo!

Messo al sicuro il tesoro e collocato il cuore dove solo vale la pena che stia, la vita va vissuta in piedi, non da โ€œsdraiatiโ€. Vesti strette ai fianchi, lampade accese, pronti per il viaggio.

Il viaggio รจ lungo. Si cammina e si attende, allo stesso tempo. Si cammina col cuore teso in avanti, ma in realtร  tutto questo si rivela un โ€œaccogliere verso/un attendere accogliente un dono che ci viene incontro/pros-dechomenoiโ€.

Il protagonista della parabola (cf. v. 41) che Gesรน racconta รจ infatti il โ€œsignore/Signore/kyrios (vv. 36.37) che torna dalle (sue) nozze portando a casa la propria sposa, lโ€™umanitร  redenta, la Chiesa raccolta da tutti popoli. In tutto il mondo il Signore ha popoli da raccogliere nellโ€™unico ovile. Lโ€™Israele raccolto attende con ansia i propri fratelli che arrivano come fiumi da tutte le genti.

Beati โ€œi servi del padrone/gli amici dello Signore-Sposoโ€ che vigilano anche di notte (cf. Gv 15,14 ยซVoi siete miei amici, se fate ciรฒ che io vi comando. Non vi chiamo piรน servi, perchรฉ il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici perchรฉ tutto ciรฒ che ho udito dal padre mio lโ€™ho fatto conoscere a voiยป). Attendono il Signore, vigilando con attenzione sulla casa-comunitร , sui fratelli giร  convocati e riuniti.

Nella parabola, il signore-sposo si dimostra un padrone/signore davvero insolito, unico, divino. Un Signore-Sposo.

Sposo novello, padrone gioioso della casa, non si siede per essere servito dai suoi schiavi (cosรฌ, invece, si comportano i โ€œpadroni di casa/oikodespotฤ“sโ€ โ€œumaniโ€, con i loro comandi: โ€œprepara/hetoimasonโ€, โ€œcinto il grembiule, servimi/perizลsamenos diakoneiโ€, cf. Lc 17,8).

Il Signore-Sposo si cinge lui stesso il grembiule di servizio e fa reclinare (anaklinai) a tavola i suoi servi/amici e tutti i presenti in casa. Li tratta da persone libere e degne di ogni onore. Gomito sinistro ben appoggiato sui cuscini, si mangia comodi da persone libere, ospiti grati e meravigliati dellโ€™Ospite Divino.

Lโ€™โ€œoraโ€ ignota del โ€œladro divinoโ€

Sarร  strabiliante vedere il Signore-Sposo passare a servire (diakonei) gli ospiti come un cameriere fidato e premuroso. Non importa se ci sarร  da aspettare la mezzanotte (โ€œseconda veglia: ore 21-24) o da stare in piedi fino alle tre di notte (terza veglia: ore 00-3,00). I servi/amici saranno beati se il padrone li troverร  โ€œsvegli/vigilanti/grฤ“gorountasโ€ e โ€œpronti/hetoimoiโ€.

Per loro sarร  un piacere aspettarlo. Si intuiva che era un padrone di casa molto speciale, e di fatto non finisce di sorprende chi lo attende vigilante e premuroso.

Non si sa in quale โ€œveglia/phylakฤ“โ€, a quale โ€œora/hลraโ€, il Signore-Sposo verrร . Se un padrone di casa โ€œnormaleโ€, โ€œdi questo mondoโ€, sapesse lโ€™โ€œoraโ€ in cui viene il ladro, veglierebbe e non lascerebbe โ€œbucare/diorychthฤ“naiโ€ la casa dalla โ€œbanda del bucoโ€.

Lui perรฒ non puรฒ stare sempre in piedi, senza dormire, ad aspettare che vengano i ladri! I servi/gli amici del Signore-Sposo, invece, sรฌ! Non conoscono lโ€™ora, ma sanno che verrร  come un ladro (cf. Ap 16,15; il suo giorno รจ come un ladro di notte, cf. 1Ts 5,2; 2Pt 3,10).

Il Signore-Sposo sarร  un โ€œladro divinoโ€. Un ladro che non deruba, ma porta con sรฉ la sposa e la gioia del pranzo di nozze. Non svaligia il tesoro, ma viene a depositare il suo tesoro piรน caro, la Sposa e la dote, il Regno nella pienezza del suo splendore.

Amministratore affidabile e assennato

Quasi commuove Pietro per lโ€™ingenuitร  della sua domanda: ยซPer noi o per tutti la tua parabola?ยป.

Tu, Pietro, sei stato il primo dei chiamati, il primo dei servi, il piรน grande degli amici. Sei lโ€™amministratore delegato, lโ€™amministratore dei miei beni piรน cari, della mia โ€œservitรน/terapia/therapeiaโ€. Essi sono i discepoli che hanno creduto in me e sono raccolti in โ€œcasaโ€, nella casa dove si sta formando il popolo messianico, lโ€™Israele nuovo, rinnovato.

Tu sei โ€œlโ€™amministratore affidabile/fidato/ho pistos oikonomosโ€, โ€œlโ€™assennato/quello che sa usare il cervello/ho phronimosโ€ (< phrฤ“n) per nutrire tutti a tempo opportuno con il Pane e la Parola, la cura e la custodia.

Beato, tu servo-amico, se, quando verrรฒ io, il Signore-Sposo, ti troverรฒ a fare cosรฌ. Entrerai a godere della pienezza dei miei beni: il cuore del Padre, il tesoro sicuro nei cieli, i poveri, le relazioni buone.

Responsabilitร  illimitata

Pietro, non lasciarti ingannare dal tempo che si dilata, dal ritorno del Signore-Sposo che tarda a realizzarsi. Non approfittartene per spadroneggiare nella comunitร  sulle persone e sulle cose, adottando in pieno la logica di chi possiede il potere di questo mondo, incollato alla sua sedia: incamerare i beni delle persone e dei popoli, spremendo come un limone la terra e le sue risorse, lasciando agli altri le briciole e terre inquinate e desertificate. โ€œSlash & burn/Taglia e bruciaโ€.

Stai attento a non far sedere tutte le genti, in pari dignitร , alla mensa del cibo e dellโ€™amministrazione della convivenza mondiale, sfruttando donne, bambini, poveri, malati, persone lasciate senza istruzione. Facendo solo โ€œscarti di produzioneโ€.

Di fronte a un simile amministratore delegato, un padrone/kyrios โ€œnormaleโ€ di questo mondo, al suo ritorno, lo โ€œtaglierร  in due/dichotomฤ“seiโ€, facendolo dilaniare da due o da quattro cavalli che galoppano in direzioni opposte. I suoi poveri resti saranno buttati in una fossa comune o lasciati come cibo ai cani randagi e agli uccelli del cielo.

Te lo dico fin dโ€™ora, Pietro, perchรฉ questo non ti succeda fuori di questa parabola che ti racconto, nella tua vita decisiva, la tua zลฤ“. La tua โ€œsorte/merosโ€ sarebbe quella โ€œdegli increduli/tลn apistลnโ€ (cf. invece la โ€œparte buona/meris agathฤ“โ€ di Maria in Lc 10,42). Un sorte lontana dal Padre, lontana da me, dal fuoco dโ€™amore dello Spirito. Lontana mille miglia dallo scopo della tua vita, dalla gioia dei tuoi giorni, dalla pienezza della gioia piena che ti avvolge da ogni dove.

Conosci, Pietro, la volontร  del Padre: il Vangelo, il Regno di Dio annunciato a tutti e accolto da tutti. Un popolo radunato da tutte le genti. Con unโ€™unica legge che li unisce: lโ€™amore che viene dai cieli, dal Padre attraverso il mio cuore.

Se tu non lo sapessi, Pietro, avresti una responsabilitร  limitata. Nella logica giuridica mondana lโ€™ignoranza della legge non รจ ammessa e non scusa. Ma nel mio mondo riceveresti un punizione leggera dal Padre.

Il fatto รจ che tu hai ricevuto molto. La mia chiamata, la mia vita, la mia parola e il mio amore, la mia missione, la mia croce, la mia risurrezione e il mio Spirito di Figlio.

Molto piรน ti sarร  richiesto. Responsabilitร  illimitata.

Ma sarai contento che ti sia chiesto, perchรฉ ti ho dato la possibilitร  di vivere allโ€™altezza della vita che ti ho dato, dellโ€™amore che ho versato nel tuo cuore.

Sarai contento di aver vissuto allโ€™altezza del dono del tuo Signore-Sposo.

Non ti mancherร  nulla.

Ritroverai tutto.

Il mio tesoro, il tuo tesoro.

A prova di ladri.

Nei cieli.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News

Letture della
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Come punisti gli avversari, cosรฌ glorificasti noi, chiamandoci a te.Dal libro della Sapienza
Sap 18,6-9
La notte [della liberazione] fu preannunciata
ai nostri padri,
perchรฉ avessero coraggio,
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltร .
 
Il tuo popolo infatti era in attesa
della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici.
Difatti come punisti gli avversari,
cosรฌ glorificasti noi, chiamandoci a te.
 
I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
di condividere allo stesso modo successi e pericoli,
intonando subito le sacre lodi dei padri.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 32 (33)
R. Beato il popolo scelto dal Signore.Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti รจ bella la lode.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua ereditร . R.
 
Ecco, lโ€™occhio del Signore รจ su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
 
Lโ€™anima nostra attende il Signore:
egli รจ nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.

Seconda Lettura

Aspettava la cittร  il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 11,1-2.8-19


Fratelli, la fede รจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
 
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedรฌ partendo per un luogo che doveva ricevere in ereditร , e partรฌ senza sapere dove andava.
 
Per fede, egli soggiornรฒ nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la cittร  dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
 
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dellโ€™etร , ricevette la possibilitร  di diventare madre, perchรฉ ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre giร  segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si puรฒ contare.
 
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla cosรฌ, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilitร  di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioรจ a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una cittร .
 
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrรฌ Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrรฌ il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: ยซMediante Isacco avrai una tua discendenzaยป. Egli pensava infatti che Dio รจ capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
  
Oppure forma breve: Eb 11,1-2.8-12
Aspettava la cittร  il cui architetto e costruttore
รจ Dio stesso.
Dalla lettera agli Ebrei
 
Fratelli, la fede รจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
 
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedรฌ partendo per un luogo che doveva ricevere in ereditร , e partรฌ senza sapere dove andava.
 
Per fede, egli soggiornรฒ nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la cittร  dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
 
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dellโ€™etร , ricevette la possibilitร  di diventare madre, perchรฉ ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre giร  segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si puรฒ contare.

Parola di Dio

Vangelo

Anche voi tenetevi pronti.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 32-48

 
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
 
ยซNon temere, piccolo gregge, perchรฉ al Padre vostro รจ piaciuto dare a voi il Regno.
 
Vendete ciรฒ che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perchรฉ, dovโ€™รจ il vostro tesoro, lร  sarร  anche il vostro cuore.
 
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
 
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร  ancora svegli; in veritร  io vi dico, si stringerร  le vesti ai fianchi, li farร  mettere a tavola e passerร  a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dellโ€™alba, li troverร  cosรฌ, beati loro!
 
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโ€™ora che non immaginate, viene il Figlio dellโ€™uomoยป.
 
Allora Pietro disse: ยซSignore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?ยป.
 
Il Signore rispose: ยซChi รจ dunque lโ€™amministratore fidato e prudente, che il padrone metterร  a capo della sua servitรน per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverร  ad agire cosรฌ. Davvero io vi dico che lo metterร  a capo di tutti i suoi averi.
 
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: โ€œIl mio padrone tarda a venireโ€, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverร  un giorno in cui non se lโ€™aspetta e a unโ€™ora che non sa, lo punirร  severamente e gli infliggerร  la sorte che meritano gli infedeli.
 
Il servo che, conoscendo la volontร  del padrone, non avrร  disposto o agito secondo la sua volontร , riceverร  molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrร  fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverร  poche.
 
A chiunque fu dato molto, molto sarร  chiesto; a chi fu affidato molto, sarร  richiesto molto di piรนยป.
Parola del Signore
  
Oppure forma breve: Lc 12,35-40
Anche voi tenetevi pronti..
Dal Vangelo secondo Luca
 
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
 
ยซSiate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
 
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร  ancora svegli; in veritร  io vi dico, si stringerร  le vesti ai fianchi, li farร  mettere a tavola e passerร  a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dellโ€™alba, li troverร  cosรฌ, beati loro!
 
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโ€™ora che non immaginate, viene il Figlio dellโ€™uomoยป.

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