Pronti per il Signore-Sposo
Sapienza nella storia
Il โfrancobolloโ delle lettura liturgica richiede unโadeguata contestualizzazione, pena la non comprensione della ricchezza del testo offerta dai riferimenti intra-ed extratestuali.
Il libro deuterocanonico della Sapienza รจ stato composto in greco tra il 30 e il 14 a.C., probabilmente ad Alessandria. Secondo la recentissima proposta dellโesegeta Vittoria DโAlario (Milano 2018), nel libro si puรฒ rinvenire la seguente struttura letteraria: 1,6โ6,21 Esordio: Sapienza e giustizia; 6,22โ9,18 Elogio della sapienza; 10,1โ19,22 Esemplificazione: sapienza e storia; 19,13-22 La nuova creazione.
Nellโambito dellโesemplificazione dellโoperato della sapienza nella storia (Sap 10,1โ19,22), lโautore constata come ci siano state sette antitesi tra ciรฒ che รจ successo al popolo eletto rispetto a quanto รจ accaduto al popolo egiziano oppressore. La struttura letteraria di questa sezione del libro potrebbe essere la seguente: 10,1โ11,1 Inno alla sapienza; 11,2โ19,12 Le sette antitesi (11,2-14 Prima antitesi: lโacqua del Nilo e lโacqua della roccia; 11,15โ12,27 Prima digressione: la filantropia di Dio; 13,1โ15,19 Seconda digressione: critica alle religioni pagane; 16,1-4 Seconda antitesi: la piaga degli animali e il dono delle quaglie; 16,5-14 Terza antitesi: il serpente di bronzo e la piaga degli insetti; 16,15-29 Quarta antitesi: i disastri ambientali e il dono della manna; 17,1โ18,4 Quinta antitesi: il castigo delle tenebre e la luce della Legge; 18,5-25 Sesta antitesi: notte di sterminio e notte di salvezza; 19,1-12 Settima antitesi: egiziani e israeliti nel Mar Rosso).
Antitesi
La logica che domina gli eventi contrapposti che toccano egiziani e israeliti al tempo dellโesodo รจ esposta chiaramente in Sap 11,5 e richiamata varie volte con leggere varianti: ยซCiรฒ che era servito a punire i loro nemici, per loro, nel bisogno, fu strumento di favoriยป. E varie volte lo strumento di punizione fu lo stesso, o simile, a quello impegnato dagli egiziani per opprimere Israele. Stretta legge del taglioneโฆ
I capitoli che riportano le antitesi sono espressione della ricerca esegetico-teologico-spirituale compiuta da Israele che scavรฒ nei testi e nelle tradizioni dei padri per โcercareโ (dฤrฤลก, da cui midrash) il senso profondo degli eventi, collegandoli a parole e promesse fatte da YHWH a Israele durante la sua lunga storia.
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Non va dimenticato che, per comprendere i testi biblici di questโepoca, occorre tener presente la ricca letteratura intertestamentaria (meglio: paratestamentaria) conosciuta come โlibri apocrifi dellโAntico Testamentoโ. I testi biblici fanno infatti spesso riferimento a ragionamenti e collegamenti esegetico-spirituali-teologici presenti in questi testi, che nelle loro spiegazioni sono molto ricchi di rimandi intertestuali.
Il tutto viene espresso dallโautore di Sapienza in un linguaggio che potesse essere accattivante per la cultura ellenistica nella quale si trovava immersa la diaspora ebraica in Egitto, e in particolar modo ad Alessandria, dove aveva un numeroso politeuma che godeva ampie garanzie giuridiche e autonomie religioso-sociali.
La breve pericope liturgica (Sap 18,6-9) appartiene alla sesta antitesi (18,5-25) che oppone quella che per gli egiziani fu una notte di sterminio a quella che per gli israeliti fu una notte di salvezza.
Sap 18,5-9 descrive la notte di Pasqua a partire dalla morte dei primogeniti degli egiziani nel Mar Rosso (narrata in Es 12,29) โ descritta come โla moltitudine dei figliโ โ โstrappati/apheilลโ (< aphaireล) โin punizione/eis elegchonโ per aver deciso di uccidere โi neonati dei fedeli/dei santiโ (ta tลn hosiลn nฤpia), eccetto โun solo bambino, che fu esposto ma salvato/henos ektethentos teknou kai sลthentosโ (v. 5). Mosรจ fa parte del popolo dei โfedeli/santi/hosioiโ, che in Sap 17,2 lโautore aveva giร presentato come โun popolo santo/etnos hagionโ, appartenente solamente a YHWH.
Gioia anticipata per la salvezza
Nella sua riflessione midrashica, spirituale e teologica a un tempo, lโautore รจ certo che quella notte fosse conosciuta giร in anticipo dai patriarchi (Gen 15,13-14; 46,3-4) che avevano ricevuto da YHWH le promesse di liberare i loro discendenti dalla schiavitรน egiziana (Gen 15,1-21; 22,16-18; 26,3-; 28,13-15). Essi vi avevano corrisposto con la fede, come dimostra lโesperienza di Abramo. Sia loro che gli israeliti del tempo dellโesodo conobbero in anticipo quella notte, affinchรฉ, sapendo con certezza a quale promessa avevano creduto, โsi rallegrassero/epeuthymฤsousinโ.
Questโultimo verbo ricorre solo qui in tutto il libro della Sapienza, non รจ mai usato nella versione greca della Settanta ed รจ sconosciuto a tutta la letteratura greca coeva. Puรฒ significare โavere coraggioโ (cf. 2Mac 11,26) oppure โrallegrarsiโ (cf. lโuso di euthymia in Filone, Lโallegoria delle leggi 3,217). Questo significato รจ il piรน appropriato nel contesto e probabilmente fa riferimento a Gen 17,17, cioรจ alla gioia che Abramo provรฒ allโannuncio della nascita di un discendente (lโautore di Sapienza collega infatti la celebrazione della Pasqua alle promesse fatte ai padri): ยซAllora Abramo si prostrรฒ con la faccia a terra e rise e pensรฒ: โA uno di cento anni puรฒ nascere un figlio? E Sara allโetร di novantโanni potrร partorire?โยป.
ยซIl riferimento ad Abramo a proposito delle dieci piaghe โ afferma infatti la studiosa DโAlario, citando uno studio di M. Gilbert โ รจ presente sia nel Libro dei Giubilei 48,7-8 sia nel Midrash giuridico sullโEsodo (Mekhilta de Rabbi Ishmael, Pisแธฅa 5,4-9) a proposito di Es 12,6 in cui il testo di Gen 15,13-14 รจ accostato esplicitamente alla Pasqua. Ritorna, infine, nel Poema delle quattro notti che si trova nel Targum di Es 12,42: le quattro notti sono quelle della creazione, delle gesta di Abramo, della liberazione dallโEgitto e della fine del mondo. Nella seconda notte, quando il Signore si manifesta ad Abramo nella divisione degli animali uccisi, si fa allusione a Gen 15, cioรจ alla promessa di una discendenza, completando il testo con la citazione di Gen 17,17, quando Abramo si prostra davanti a Dio e rideโฆ Lโautore della Sapienza accosta allora la celebrazione della Pasqua alla promessa fatta ad Abramo e alla sua realizzazione nella nascita di Isaccoยป.
Salvezza vs rovina
I vv. 7-8 ripropongono in termini antitetici il principio del contrappasso espresso esplicitamente in Sap 11,5. Alla โsalvezza/sลtฤriaโ dei giusti di Israele si oppone la โrovina/apลleiaโ dei nemici. La salvezza riceve qui un significato escatologico, definitivo, decisivo e si espliciterร in Sap 19. Di conseguenza, anche la โrovinaโ degli egiziani ha un contenuto escatologico, di perdita irreparabile. Lโโattesaโ della salvezza che connota gli israeliti (prosedexthฤ) assume anchโessa un timbro escatologico.
La riproposizione del principio chiave di Sap 11,5, che intende spiegare la logica delle antitesi presenti negli eventi dellโesodo, comporta un arricchimento ยซdi nuovi significati: alla punizione degli avversari corrisponde la glorificazione di Israele che รจ preceduta dalla chiamata del popolo eletto. NellโEsodo Dio chiama spesso Israele perchรฉ si rechi nel deserto per offrirgli un sacrificio in segno della sua devozione (Es 3,18; 5,3; 8, 21.23). Ma qui si tratta della vocazione divina di Israele che rende speciale la sua appartenenza a Dio (Dt 7,7-15). Essa precede gli eventi dellโesodo in cui Israele viene glorificato da Dioยป (DโAlario) (proskalesamenos edoxasas).
Il v. 9 esprime la relazione tra vocazione e sacrificio e rievoca brevemente la celebrazione della prima notte pasquale. Gli israeliti del tempo dellโEsodo sono ora chiamati โi fedeli discendenti dei giustiโ che offrono โil sacrificioโ. Celebrano cioรจ la cena pasquale (cf. Es 12,21.27; 34,25; Dt 16,1-8), in segreto nelle loro case (cf. Es 12,13.22.46). Lโautore sottolinea il valore comunitario del rito, in quanto รจ vissuto dagli israeliti in modo condiviso in piena concordia (en homonoiai), accettandolo come un comando, una โlegge divinaโ.
Il comando รจ visto poi come legge perpetua, da tramandarsi di generazione in generazione. Il popolo vive quei momenti decisivi con forte spirito di condivisione, stipulando una patto di โassunzione compartecipata/metalฤmpsesthaiโ dei successi e dei pericoli. La celebrazione pasquale si rivela, infine, nella sua pienezza grazie allโelevazione dei santi inni dei padri.
Il tesoro sicuro nei cieli
A differenza del โfrancobolloโ della prima lettura, la liturgia prevede un lungo brano evangelico, che appare non collegato ad esso.
Lc 12,32 chiude lโampia pericope 12,22-32 (v. 22: โnon temete/mฤ merimnate; v. 32: โnon abbiate paura /mฤ phobouโ) in cui Gesรน invita i discepoli a non lasciarsi prendere dallโansia e alla preoccupazione, facendo invece conto sulla provvidenza del Padre. Se egli si prende cura degli uccelli, tanto prenderร in custodia i suoi figli. La motivazione del comando di non temere รจ data dal fatto che al ยซPadre vostro รจ piaciuto donare il Regnoยป. Non si tratta di โcapirloโ; si tratta di accogliere il dono della sovranitร divina che porta con sรฉ vita, senso, direzione di marcia. Lโessenziale per vivere cโรจ. Del resto ci si dovrร occupare, ma non pre-occupare.
Con ulteriori ammonimenti relativi al rapporto da avere con le ricchezze e i beni terreni, Gesรน comanda ai suoi discepoli delle decisioni radicali. Avendo giร il dono del Regno, si tratta ora di camminare sereni, agili, leggeri e solidali. Si tratta di arricchire verso Dio (12,21), consolidare il deposito sicuro della vita piena. Un tesoro inattaccabile da ogni tipo di ladro, esterno o interno (anekleipton < ana-kleptล, rubare dal basso verso lโalto, โprelevareโ illegalmente).
Occorre โfarsiโ fattivamente un tesoro sicuro nei cieli, cioรจ in rapporto a Dio, al suo Regno, alla sua volontร di bene sugli uomini. Un tesoro che non รจ soggetto a furti o a deperimento alcuno perchรฉ fatto di amore per Dio e i fratelli, di persone che abbiamo amato e aiutato anche con i nostri beni (si ricordi perรฒ nella lingua ebraica โelemosinaโ, รจ denominata แนฃedฤqฤh, cioรจ โgiustiziaโ).
Tesoro come ricchezza di relazioni, non possesso di cose. Se ci preme lโunico tesoro che esiste, lรฌ sarร tutto anche il nostro โcuore/kardiaโ: pensieri, decisioni, scelte, affetti.
In piedi, non โsdraiatiโ: viene il Signore-Sposo!
Messo al sicuro il tesoro e collocato il cuore dove solo vale la pena che stia, la vita va vissuta in piedi, non da โsdraiatiโ. Vesti strette ai fianchi, lampade accese, pronti per il viaggio.
Il viaggio รจ lungo. Si cammina e si attende, allo stesso tempo. Si cammina col cuore teso in avanti, ma in realtร tutto questo si rivela un โaccogliere verso/un attendere accogliente un dono che ci viene incontro/pros-dechomenoiโ.
Il protagonista della parabola (cf. v. 41) che Gesรน racconta รจ infatti il โsignore/Signore/kyrios (vv. 36.37) che torna dalle (sue) nozze portando a casa la propria sposa, lโumanitร redenta, la Chiesa raccolta da tutti popoli. In tutto il mondo il Signore ha popoli da raccogliere nellโunico ovile. LโIsraele raccolto attende con ansia i propri fratelli che arrivano come fiumi da tutte le genti.
Beati โi servi del padrone/gli amici dello Signore-Sposoโ che vigilano anche di notte (cf. Gv 15,14 ยซVoi siete miei amici, se fate ciรฒ che io vi comando. Non vi chiamo piรน servi, perchรฉ il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici perchรฉ tutto ciรฒ che ho udito dal padre mio lโho fatto conoscere a voiยป). Attendono il Signore, vigilando con attenzione sulla casa-comunitร , sui fratelli giร convocati e riuniti.
Nella parabola, il signore-sposo si dimostra un padrone/signore davvero insolito, unico, divino. Un Signore-Sposo.
Sposo novello, padrone gioioso della casa, non si siede per essere servito dai suoi schiavi (cosรฌ, invece, si comportano i โpadroni di casa/oikodespotฤsโ โumaniโ, con i loro comandi: โprepara/hetoimasonโ, โcinto il grembiule, servimi/perizลsamenos diakoneiโ, cf. Lc 17,8).
Il Signore-Sposo si cinge lui stesso il grembiule di servizio e fa reclinare (anaklinai) a tavola i suoi servi/amici e tutti i presenti in casa. Li tratta da persone libere e degne di ogni onore. Gomito sinistro ben appoggiato sui cuscini, si mangia comodi da persone libere, ospiti grati e meravigliati dellโOspite Divino.
Lโโoraโ ignota del โladro divinoโ
Sarร strabiliante vedere il Signore-Sposo passare a servire (diakonei) gli ospiti come un cameriere fidato e premuroso. Non importa se ci sarร da aspettare la mezzanotte (โseconda veglia: ore 21-24) o da stare in piedi fino alle tre di notte (terza veglia: ore 00-3,00). I servi/amici saranno beati se il padrone li troverร โsvegli/vigilanti/grฤgorountasโ e โpronti/hetoimoiโ.
Per loro sarร un piacere aspettarlo. Si intuiva che era un padrone di casa molto speciale, e di fatto non finisce di sorprende chi lo attende vigilante e premuroso.
Non si sa in quale โveglia/phylakฤโ, a quale โora/hลraโ, il Signore-Sposo verrร . Se un padrone di casa โnormaleโ, โdi questo mondoโ, sapesse lโโoraโ in cui viene il ladro, veglierebbe e non lascerebbe โbucare/diorychthฤnaiโ la casa dalla โbanda del bucoโ.
Lui perรฒ non puรฒ stare sempre in piedi, senza dormire, ad aspettare che vengano i ladri! I servi/gli amici del Signore-Sposo, invece, sรฌ! Non conoscono lโora, ma sanno che verrร come un ladro (cf. Ap 16,15; il suo giorno รจ come un ladro di notte, cf. 1Ts 5,2; 2Pt 3,10).
Il Signore-Sposo sarร un โladro divinoโ. Un ladro che non deruba, ma porta con sรฉ la sposa e la gioia del pranzo di nozze. Non svaligia il tesoro, ma viene a depositare il suo tesoro piรน caro, la Sposa e la dote, il Regno nella pienezza del suo splendore.
Amministratore affidabile e assennato
Quasi commuove Pietro per lโingenuitร della sua domanda: ยซPer noi o per tutti la tua parabola?ยป.
Tu, Pietro, sei stato il primo dei chiamati, il primo dei servi, il piรน grande degli amici. Sei lโamministratore delegato, lโamministratore dei miei beni piรน cari, della mia โservitรน/terapia/therapeiaโ. Essi sono i discepoli che hanno creduto in me e sono raccolti in โcasaโ, nella casa dove si sta formando il popolo messianico, lโIsraele nuovo, rinnovato.
Tu sei โlโamministratore affidabile/fidato/ho pistos oikonomosโ, โlโassennato/quello che sa usare il cervello/ho phronimosโ (< phrฤn) per nutrire tutti a tempo opportuno con il Pane e la Parola, la cura e la custodia.
Beato, tu servo-amico, se, quando verrรฒ io, il Signore-Sposo, ti troverรฒ a fare cosรฌ. Entrerai a godere della pienezza dei miei beni: il cuore del Padre, il tesoro sicuro nei cieli, i poveri, le relazioni buone.
Responsabilitร illimitata
Pietro, non lasciarti ingannare dal tempo che si dilata, dal ritorno del Signore-Sposo che tarda a realizzarsi. Non approfittartene per spadroneggiare nella comunitร sulle persone e sulle cose, adottando in pieno la logica di chi possiede il potere di questo mondo, incollato alla sua sedia: incamerare i beni delle persone e dei popoli, spremendo come un limone la terra e le sue risorse, lasciando agli altri le briciole e terre inquinate e desertificate. โSlash & burn/Taglia e bruciaโ.
Stai attento a non far sedere tutte le genti, in pari dignitร , alla mensa del cibo e dellโamministrazione della convivenza mondiale, sfruttando donne, bambini, poveri, malati, persone lasciate senza istruzione. Facendo solo โscarti di produzioneโ.
Di fronte a un simile amministratore delegato, un padrone/kyrios โnormaleโ di questo mondo, al suo ritorno, lo โtaglierร in due/dichotomฤseiโ, facendolo dilaniare da due o da quattro cavalli che galoppano in direzioni opposte. I suoi poveri resti saranno buttati in una fossa comune o lasciati come cibo ai cani randagi e agli uccelli del cielo.
Te lo dico fin dโora, Pietro, perchรฉ questo non ti succeda fuori di questa parabola che ti racconto, nella tua vita decisiva, la tua zลฤ. La tua โsorte/merosโ sarebbe quella โdegli increduli/tลn apistลnโ (cf. invece la โparte buona/meris agathฤโ di Maria in Lc 10,42). Un sorte lontana dal Padre, lontana da me, dal fuoco dโamore dello Spirito. Lontana mille miglia dallo scopo della tua vita, dalla gioia dei tuoi giorni, dalla pienezza della gioia piena che ti avvolge da ogni dove.
Conosci, Pietro, la volontร del Padre: il Vangelo, il Regno di Dio annunciato a tutti e accolto da tutti. Un popolo radunato da tutte le genti. Con unโunica legge che li unisce: lโamore che viene dai cieli, dal Padre attraverso il mio cuore.
Se tu non lo sapessi, Pietro, avresti una responsabilitร limitata. Nella logica giuridica mondana lโignoranza della legge non รจ ammessa e non scusa. Ma nel mio mondo riceveresti un punizione leggera dal Padre.
Il fatto รจ che tu hai ricevuto molto. La mia chiamata, la mia vita, la mia parola e il mio amore, la mia missione, la mia croce, la mia risurrezione e il mio Spirito di Figlio.
Molto piรน ti sarร richiesto. Responsabilitร illimitata.
Ma sarai contento che ti sia chiesto, perchรฉ ti ho dato la possibilitร di vivere allโaltezza della vita che ti ho dato, dellโamore che ho versato nel tuo cuore.
Sarai contento di aver vissuto allโaltezza del dono del tuo Signore-Sposo.
Non ti mancherร nulla.
Ritroverai tutto.
Il mio tesoro, il tuo tesoro.
A prova di ladri.
Nei cieli.
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News
Letture della
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Come punisti gli avversari, cosรฌ glorificasti noi, chiamandoci a te.Dal libro della Sapienza
Sap 18,6-9
La notte [della liberazione] fu preannunciata
ai nostri padri,
perchรฉ avessero coraggio,
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltร .
Il tuo popolo infatti era in attesa
della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici.
Difatti come punisti gli avversari,
cosรฌ glorificasti noi, chiamandoci a te.
I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
di condividere allo stesso modo successi e pericoli,
intonando subito le sacre lodi dei padri.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 32 (33)
R. Beato il popolo scelto dal Signore.Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti รจ bella la lode.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua ereditร . R.
Ecco, lโocchio del Signore รจ su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
Lโanima nostra attende il Signore:
egli รจ nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.
Seconda Lettura
Aspettava la cittร il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 11,1-2.8-19
Fratelli, la fede รจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedรฌ partendo per un luogo che doveva ricevere in ereditร , e partรฌ senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornรฒ nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la cittร dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dellโetร , ricevette la possibilitร di diventare madre, perchรฉ ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre giร segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si puรฒ contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla cosรฌ, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilitร di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioรจ a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una cittร .
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrรฌ Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrรฌ il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: ยซMediante Isacco avrai una tua discendenzaยป. Egli pensava infatti che Dio รจ capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
Oppure forma breve: Eb 11,1-2.8-12
Aspettava la cittร il cui architetto e costruttore
รจ Dio stesso.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, la fede รจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedรฌ partendo per un luogo che doveva ricevere in ereditร , e partรฌ senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornรฒ nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la cittร dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dellโetร , ricevette la possibilitร di diventare madre, perchรฉ ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre giร segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si puรฒ contare.
Parola di Dio
Vangelo
Anche voi tenetevi pronti.
Lc 12, 32-48
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซNon temere, piccolo gregge, perchรฉ al Padre vostro รจ piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciรฒ che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perchรฉ, dovโรจ il vostro tesoro, lร sarร anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร ancora svegli; in veritร io vi dico, si stringerร le vesti ai fianchi, li farร mettere a tavola e passerร a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dellโalba, li troverร cosรฌ, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโora che non immaginate, viene il Figlio dellโuomoยป.
Allora Pietro disse: ยซSignore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?ยป.
Il Signore rispose: ยซChi รจ dunque lโamministratore fidato e prudente, che il padrone metterร a capo della sua servitรน per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverร ad agire cosรฌ. Davvero io vi dico che lo metterร a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: โIl mio padrone tarda a venireโ, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverร un giorno in cui non se lโaspetta e a unโora che non sa, lo punirร severamente e gli infliggerร la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontร del padrone, non avrร disposto o agito secondo la sua volontร , riceverร molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrร fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverร poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarร chiesto; a chi fu affidato molto, sarร richiesto molto di piรนยป.
Parola del Signore
Oppure forma breve: Lc 12,35-40
Anche voi tenetevi pronti..
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซSiate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร ancora svegli; in veritร io vi dico, si stringerร le vesti ai fianchi, li farร mettere a tavola e passerร a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dellโalba, li troverร cosรฌ, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโora che non immaginate, viene il Figlio dellโuomoยป.