Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 10 Giugno 2018.
X Per annum: Perchรฉ gli esorcismi
La convinzione che il male fosse provocato da spiriti maligni ha indotto gli uomini, fin dai tempi piรน remoti, a premunirsi contro i loro malefici influssi ricorrendo a pratiche magiche, alla recita di formule e preghiere, allโesecuzione di gesti rituali come distruzione di statuine, aspersioni, fumigazioni; tutto per costringere i demoni ad allontanarsi. Lโesorcismo, assieme alla divinazione, costituiva lโessenziale della religione assiroโbabilonese ed era praticato correntemente anche in Israele, dove anche i discepoli dei farisei scacciavano demoni e con successo (Mt 12,27). Lโesorcismo sconfinava spesso nella magia. Per accrescerne lโefficacia, agli scongiuri si aggiungeva lโinvocazione di nomi suscettibili di contenere una potenza divina. Qualcuno usava il nome di Gesรน, ottenendo a volte buoni risultati (Mc 9,38), altre volte provocando la reazione stizzita e aggressiva dellโossesso (At 19,11-17).
Gesรน cura i malati e, adeguandosi alla mentalitร corrente, ricorre allโesorcismo, ma non compie mai gesti magici nรฉ riti esoterici, non pronuncia incantesimi comโerano soliti fare i guaritori del suo tempo; trionfa sul male unicamente con la forza della sua parola e chiedendo di avere fede.
ร nello stesso spirito che oggi, nella chiesa, devono essere praticati gli esorcismi. ร incompatibile con la fede in Dio, che รจ Padre, la convinzione che egli permetta a spiritelli malevoli di impossessarsi dellโuno o dellโaltro dei suoi figli. Ma รจ indubbio che โil serpenteโ che diffonde veleno di morte รจ presente in ogni uomo fin dal suo concepimento (Sl 51,7).
Nel rito del battesimo si compie un esorcismo: รจ la celebrazione della vittoria giร conseguita da Cristo sullo spirito del male ed รจ la carezza della chiesa al figlio che ora si appresta a lottare, per tutta la vita, contro il maligno. La comunitร dei fratelli gli dice: in questa lotta non sarai mai solo, tutti noi saremo al tuo fianco.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โNon sono solo nella lotta contro il maligno, Cristo e la comunitร dei fratelli รจ con meโ.
Prima Lettura (Gn 3,9-15)
Dopo che Adamo ebbe mangiato dellโalbero, 9 il Signore Dio lo chiamรฒ e gli disse: โDove sei?โ. 10 Rispose: โHo udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perchรฉ sono nudo, e mi sono nascostoโ.
11 Riprese: โChi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dellโalbero di cui ti avevo comandato di non mangiare?โ.
12 Rispose lโuomo: โLa donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dellโalbero e io ne ho mangiatoโ. 13 Il Signore Dio disse alla donna: โChe hai fatto?โ. Rispose la donna: โIl serpente mi ha ingannata e io ho mangiatoโ.
14 Allora il Signore Dio disse al serpente:
โPoichรฉ tu hai fatto questo,
sii tu maledetto piรน di tutto il bestiame
e piรน di tutte le bestie selvatiche;
sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
15 Io porrรฒ inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerร la testa
e tu le insidierai il calcagnoโ.
A chi ha un minimo di dimestichezza con i generi letterari biblici, puรฒ apparire eccessivo che, ancora una volta, metta in guardia da interpretazioni ingenue e semplicistiche di questo brano, ma ne vale la pena, perchรฉ la tentazione di attribuirgli un valore storico si ripresenta sempre. Meglio allora ripeterlo: il racconto della Genesi, ripreso nella lettura di oggi, non รจ il resoconto di un fatto accaduto allโinizio del mondo, ma un testo che, servendosi del linguaggio mitico, dร una risposta allโenigma della presenza del male nel mondo. Spiega non ciรฒ che un certo Adamo e una certa Eva avrebbero fatto, ma ciรฒ che oggi noi siamo e facciamo. Non รจ serio immaginare lโuomo che, dopo aver mangiato dellโalbero della conoscenza del bene e del male, gioca a nascondino con Dio, ha paura di lui e si vergogna di essere nudo, mentre prima non provava alcun disagio. Non รจ serio ritenere che i serpenti ora striscino per terra perchรฉ, senza alcuna ragione, Dio li avrebbe castigati (prima avevano le zampe?); non hanno alcuna colpa se, per ingannare i primi uomini, il diavolo ha assunto le loro sembianze. Nel racconto si dice anche che sono stati condannati a mangiare polvere, eppure non ci risulta che oggi questo accada.
Il racconto del cosiddetto โpeccato originaleโ รจ, in realtร , la descrizione dellโorigine di ogni nostro peccato e questo ci tocca molto piรน da vicino.
Ogni creatura ha, nel progetto di Dio, un suo significato e un suo scopo, รจ parte di un capolavoro; รจ come la tessera di uno stupendo mosaico che lโuomo, in armonia e collaborando con il Creatore, รจ chiamato a comporre. Un loro posto particolare e una specifica funzione hanno, nellโequilibrio dellโuniverso, le piante, gli animali, il lavoro, il riposo, la sessualitร , le gioie, le feste e anche il dolore e le sventure. Quando โDio vide che quanto aveva fatto era molto buonoโ (Gn 1,31), non si riferiva allโassenza di malattie e morte, ma al fatto che ogni creatura aveva un senso; tutto serviva perfettamente alla realizzazione del suo progetto.
Che doveva fare lโuomo? Studiare il creato, capirne il senso, scoprire il compito che era chiamato a svolgere e adeguare ogni sua azione alla volontร di Dio. Tutto sarebbe stato armonia se lโuomo si fosse mantenuto al suo posto e avesse rispettato lโordine stabilito dal Signore. Ci sarebbe stata armonia fra uomo e Dio: armonia rappresentata nel libro della Genesi con la dolce immagine del Signore che passeggia nel giardino accanto allโuomo, mentre li accarezza la brezza della sera (Gn 3,8); ci sarebbe stata armonia fra uomo e natura: il mondo sarebbe stato amato, rispettato e curato come un giardino; ci sarebbe stata armonia fra uomo e uomo: nessun dominio, nessuna sopraffazione, nessuna strumentalizzazione egoistica, solo la gioia di sentirsi ognuno un dono di Dio per gli altri.
ร a questo punto invece che, fin dallโinizio del mondo, รจ entrato in scena il serpente che ha convinto lโuomo a oltrepassare i limiti impostigli dalla sua condizione di creatura, a mettere da parte il progetto del Creatore e a inventarsene uno nuovo, a seguire i propri capricci e astuzie, illudendosi di ottenere cosรฌ la sua piena realizzazione e la felicitร .
Chi รจ questo serpente? Nullโaltro che la follia dellโuomo che, in un delirio di onnipotenza, pretende di sostituirsi a Dio e si dichiara autonomo nel prendere le decisioni su ciรฒ che รจ bene e ciรฒ che รจ male. Questa ebbrezza dellโautosufficienza lo tenta in modo subdolo e silenzioso, come fa il serpente e lo induce a fare scelte di morte.
Il peccato causa la rottura di tutte le armonie e la lettura ne presenta le drammatiche conseguenze attraverso immagini.
Lโuomo che si lascia sedurre dal โserpenteโ che รจ in lui finisce fuori posto. Dio lo cerca, lo chiama: โDove sei?โ, ma non lo trova (vv. 8-10), perchรฉ non รจ piรน dove dovrebbe essere. Come un padre, il Signore รจ addolorato del male che il figlio si รจ fatto, รจ preoccupato e, per ricuperarlo, lo invita a considerare in che stato ha ridotto la propria persona. โDove sei?โ significa: โDove sei andato a finire? Cosโhai fatto della tua vita?โ.
La risposta dellโuomo: โHo udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perchรฉ sono nudo, e mi sono nascostoโ (v. 10) esprime il rifiuto della presenza di Dio, considerato non piรน come un amico, ma come un avversario da evitare, come un tiranno che minaccia lโindipendenza e la libertร .
Nascondersi da Dio significa allontanarsi dalla preghiera, dalla lettura biblica, dalla vita della comunitร per non essere rimessi in discussione, per non sentirsi intralciati nelle proprie scelte. Lโuomo ha paura di Dio perchรฉ teme che egli possa privarlo della felicitร ; ma in realtร non fa altro che precipitare nel baratro della piรน completa confusione.
La seconda conseguenza della decisione di smarcarsi da Dio nelle scelte morali รจ lโallontanamento dai fratelli (vv. 12.16). Adamo accusa Eva, questa attribuisce la colpa al serpente, ambedue rinfacciano a Dio di aver creato un mondo sbagliato. Sei stato tu โ insinua Adamo โ a mettermi accanto una persona che, invece di condurmi a te, mi ha distolto dal tuo progetto. Io mi sono fidato di lei perchรฉ tu me lโavevi data.
Questa reazione rappresenta il tentativo di scaricare le responsabilitร del male su un capro espiatorio che possono essere la famiglia in cui si รจ nati, la societร , lโeducazione ricevuta e, in ultima analisi, su Dio che ha voluto che lโuomo non potesse realizzarsi che nellโincontro con i propri simili, i quali perรฒ spesso, invece di portarlo in alto, lo trascinano verso il basso.
La donna, interrogata a sua volta, dร la colpa al serpente e, siccome il serpente non รจ che lโaltra faccia della nostra umanitร , le sue parole costituiscono una nuova accusa nei confronti di Dio: tu hai fatto male le cose creando lโuomo cosรฌ comโรจ, capace di compiere follie e crimini; perchรฉ non lโhai fatto diverso, perfetto? Perchรฉ in lui cโรจ questo โserpenteโ insidioso che inietta veleno mortale?
Dopo essersi rivolto allโuomo e alla donna, ci aspetteremmo che Dio interroghi il serpente, invece non lo fa, perchรฉ il serpente non รจ una creatura distinta dallโuomo, ma la controparte dellโuomo, quella che si oppone a Dio.
Il serpente dominerร sempre incontrastato?
Dal nostro punto di vista la condizione dellโuomo pare disperata e Paolo la descrive in termini drammatici: โIo non riesco a capire neppure ciรฒ che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto, quindi non sono piรน io a farlo, ma il peccato che abita in me. Infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Sono uno sventurato! Chi mi libererร da questo corpo votato alla morte?โ (Rm 7,15-24).
La disfatta dellโuomo sarร definitiva?
Nellโultima parte del brano (vv. 14-15) Dio risponde a questa inquietante domanda.
La lotta fra โil serpenteโ e lโuomo continuerร fino alla fine del mondo, ma ecco quale sarร lโesito del confronto: โil serpenteโ รจ dichiarato maledetto, cioรจ privo di una forza soprannaturale e irresistibile, puรฒ essere vinto e difatti lo sarร , come Dio assicura, attraverso immagini vive ed efficaci. Egli โ dice โ lambirร la polvere, cioรจ la sua disfatta sarร inevitabile e clamorosa (Sl 72,9); striscerร per terra, come sono costretti a fare i nemici sconfitti di fronte al vincitore (Sl 72,11); avrร la testa schiacciata e, anche se, fino alla fine, tenterร di mettere in atto le sue insidie mortali, non riuscirร nel suo intento.
ร la promessa della salvezza universale.
โChi mi libererร โ dalla condizione di schiavitรน imposta dal โserpenteโ, si chiedeva Paolo (Rm 7,24). La risposta la troveremo nel vangelo di oggi, ma รจ giร annunciata nel brano della Genesi: uno della progenie della donna prevarrร sul โserpenteโ e gli schiaccerร il capo.
Seconda Lettura (2 Cor 4,13-5,1)
13 Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciรฒ ho parlato, anche noi crediamo e perciรฒ parliamo, 14 convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesรน, risusciterร anche noi con Gesรน e ci porrร accanto a lui insieme con voi.
15 Tutto infatti รจ per voi, perchรฉ la grazia, ancora piรน abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi lโinno di lode alla gloria di Dio.
16 Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno.
17 Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantitร smisurata ed eterna di gloria, 18 perchรฉ noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono dโun momento, quelle invisibili sono eterne.
1 Sappiamo infatti che quando verrร disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo unโabitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.
Questa lettera fu scritta in un momento in cui i rapporti fra Paolo e i corinzi erano piuttosto tesi. Allโinterno della comunitร erano sorti dei mestatori che provocavano tensioni e discordie, diffondevano opinioni contrarie al vangelo e cercavano in tutti i modi di mettere in cattiva luce la persona e lโopera dellโApostolo. Dopo anni di fatiche e di disagi, sopportati per amore di Cristo, Paolo cominciava anche a sentire le proprie forze venir meno.
Nel brano di oggi egli ci offre una commovente riflessione sulla sua situazione interiore. Non mi scoraggio โ dichiara โ anche se mi rendo conto che il mio corpo si va disfacendo. Allโindebolimento fisico, non corrisponde โ assicura โ un infiacchimento interiore; ogni giorno verifico la crescita in me dellโuomo nuovo destinato a rimanere per sempre (v. 16).
Questo pensiero che infonde in Paolo gioia e consolazione, รจ sviluppato nei versetti seguenti (vv. 18-19) attraverso la contrapposizione fra la tribolazione presente che รจ โleggera e momentaneaโ e la gloria futura che รจ invece โeterna e smisurataโ.
Da questa constatazione deriva lโinvito a distogliere lo sguardo dalle cose visibili e a fissarlo su quelle invisibili che sono imperiture.
Paolo non insegna a disprezzare le realtร di questo mondo, non esorta al disimpegno e al disinteresse di fronte ai problemi di questo mondo, ma invita a dare loro il giusto valore. I beni materiali non possono in alcun modo trasformarsi in idoli, non costituiscono il fine ultimo dellโesistenza. Lโuomo se ne serve per vivere, ma non vive per accumularli. Sa che questa vita non รจ definitiva, ha un inizio e ha una fine. Saggio รจ colui che la programma tenendo presente che essa รจ solo una gestazione che prepara una nascita.
Nellโultimo versetto (5,1) lโApostolo proclama la sua gioiosa certezza: quando verrร disfatto questo corpo, ne riceveremo uno nei cieli, non costruito da mani dโuomo.
Vangelo (Mc 3,20-35)
In quel tempo, 20 Gesรน venne con i suoi discepoli in una casa e si radunรฒ di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. 21 Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poichรฉ dicevano: โร fuori di sรฉโ.
22 Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: โCostui รจ posseduto da Beelzebรนl e scaccia i demรฒni per mezzo del principe dei demรฒniโ. 23 Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: โCome puรฒ satana scacciare satana? 24 Se un regno รจ diviso in se stesso, quel regno non puรฒ reggersi; 25 se una casa รจ divisa in se stessa, quella casa non puรฒ reggersi. 26 Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed รจ diviso, non puรฒ resistere, ma sta per finire. 27 Nessuno puรฒ entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrร legato lโuomo forte; allora ne saccheggerร la casa.
28 In veritร vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrร bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrร perdono in eterno: sarร reo di colpa eternaโ. 30 Poichรฉ dicevano: โร posseduto da uno spirito immondoโ.
31 Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. 32 Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: โEcco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercanoโ. 33 Ma egli rispose loro: โChi รจ mia madre e chi sono i miei fratelli?โ. 34 Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: โEcco mia madre e i miei fratelli! 35 Chi compie la volontร di Dio, costui รจ mio fratello, sorella e madreโ.
โChi รจ costui?โ รจ lโinterrogativo che, fin dallโinizio del vangelo di Marco, tutti si pongono riguardo a Gesรน. Chi รจ โ si chiedono โ questโuomo che scaccia i demoni, insegna con autoritร , accarezza i lebbrosi, si siede a tavola con i peccatori, non pratica il digiuno, infrange il precetto del sabato e ha il coraggio di sfidare gli scribi e i farisei โguardandoli con indignazioneโ (Mc 3,5)?
Nel brano di oggi vengono presentate due interpretazioni dellโidentitร di questo personaggio tanto enigmatico. La prima รจ quella dei familiari che sono introdotti allโinizio dellโepisodio (vv. 20-21) e che ricompaiono alla fine (vv. 31-35). La seconda รจ formulata da una delegazione composta da scribi, inviati probabilmente dal sinedrio di Gerusalemme per chiedergli conto, in modo ufficiale, della posizione inspiegabile che ha assunto nei confronti della legge e delle istituzioni religiose del suo popolo (vv. 22-30).
Ricostruiamo la scena: Gesรน si trova in un casa โ cโรจ da supporre a Cafarnao โ รจ circondato da una grande folla e sta esponendo la sua โdottrina nuovaโ. Lโinteresse รจ tale che le persone si dimenticano o non hanno neppure il tempo di prendere cibo (v. 20).
A questo punto la scena si interrompe e si sposta a Nazaret dove i familiari, venuti a sapere che Gesรน, con la sua predicazione e le sue opere, sta provocando tensioni e suscitando seri problemi; partono per andarlo a prendere e danno una loro interpretazione di ciรฒ che sta accadendo: โร impazzito!โ, dicono (v. 21). Unโopinione che lascia sconcertati, soprattutto se si tiene presente che nel gruppo, con i fratelli e le sorelle, รจ presente anche la madre (v. 31).
Fra la partenza di questi familiari e il loro arrivo a Cafarnao, รจ inserita la discussione di Gesรน con gli scribi venuti da Gerusalemme. Questi aprono le ostilitร con unโaccusa pesante, che รจ anche la loro risposta allโinterrogativo che tutti si pongono: โChi รจ costui?โ. ร un peccatore โ assicurano โ รจ uno in combutta col principe dei demoni. Gesรน replica con immagini e parabole, parla di satana, di una famiglia divisa che non puรฒ reggersi, di una casa occupata da un uomo forte che viene legato e conclude con unโaffermazione enigmatica sul peccato che non puรฒ essere perdonato.
Esaminiamo il contenuto del brano prendendo in esame, anzitutto, i versetti che, allโinizio e alla fine trattano dei familiari. Si sono messi in viaggio โper impadronirsiโ di Gesรน. Come si spiega la loro decisione?
Da alcuni mesi egli ha lasciato Nazaret e percorre tutta la Galilea โpredicando nelle sinagoghe e scacciando i demoni (Mc 1,39). Nel suo paese dโorigine sono arrivate notizie contrastanti sulla sua attivitร . Qualcuno ne parla con entusiasmo, ma i piรน avanzano obiezioni e rimangono sconcertati. Tutti si sono ormai resi conto che il suo messaggio non รจ in sintonia con la dottrina ufficiale degli scribi e dei farisei e che il suo comportamento non รจ conforme alle sacre tradizioni degli antichi. Qualcuno comincia a definirlo pazzo e โsamaritanoโ, cioรจ eretico (Gv 8,48.52). Inquieta soprattutto il fatto che i farisei e gli erodiani si sono giร riuniti per studiare il modo di toglierlo di mezzo (Mc 3,6). Ci sono dunque tutte le ragioni per essere preoccupati. La famiglia si sente chiamata in causa, si chiede se non sia giunto il momento di richiamarlo allโordine, di convincerlo ad adeguarsi a comportamenti piรน convenzionali; interviene come, in Oriente, รจ solito fare il clan, che si muove guidato dal padre o dal figlio maggiore.
Quando la madre, i fratelli e le sorelle giungono a Cafarnao Gesรน si trova in casa, in mezzo a una cerchia di persone. Non entrano, vogliono parlargli e pretendono che sia lui ad uscire.
Ora lโimmagine spaziale acquista una chiara valenza teologica: cโรจ una netta distinzione fra chi รจ fuori e chi รจ dentro, fra gli antichi e i nuovi fratelli, sorelle e madre.
I parenti che restano fuori rappresentano, nellโintenzione di Marco, lโantico Israele. Giustamente lโevangelista non cita Maria per nome, ma la chiama semplicemente โmadreโ, perchรฉ la considera il simbolo della โdonna Israeleโ, di quel popolo dal quale รจ nato il salvatore. Lโantico Israele รจ stato colto di sorpresa dal messia di Dio: ha visto poste in causa tutte le sue convinzioni teologiche e le speranze accumulate lungo i secoli; si รจ sentito chiamare alla conversione, a un radicale cambiamento di mentalitร e ha tentato di riappropriarsi di Gesรน, suo figlio, ha cercato di reinserirlo nella famiglia, di farlo rientrare negli schemi tradizionali.
Gesรน non puรฒ accettare. Non รจ lui che deve uscire, sono coloro che sono fuori che devono entrare e accettare le condizioni poste da Dio per appartenere alla nuova famiglia, alla nuova madre Israele, la comunitร cristiana. Devono abbandonare i loro sogni, sedersi attorno a lui come fratelli e sorelle, lasciarsi scrutare dal suo sguardo (v. 34), ascoltare la sua parola e mettersi a disposizione del Signore per portare a compimento il suo progetto (v. 35). Chi resta fuori da questa prospettiva, da questa โnuova casaโ, anche se biologicamente รจ un figlio di Abramo, non รจ nรฉ suo fratello, nรฉ sua sorella, nรฉ sua madre; si autoesclude dallโIsraele di Dio.
Questi parenti rappresentano anche tutti coloro che appartengono solo โmaterialmenteโ alla famiglia di Gesรน: hanno i loro nomi scritti nei registri dei battesimi, sono convinti di conoscerlo bene perchรฉ, fin dallโinfanzia, sono cresciuti sentendo parlare di lui, ma non stanno sempre โseduti ai suoi piediโ per ascoltarlo, non orientano tutte le loro scelte sulla sua parola, tentano di adattarla al โbuon sensoโ umano e, quando non sono dโaccordo con lui, non lo seguono. Costoro rimangono fuori dalla nuova casa, anche se conducono una vita un poโ migliore di prima.
Nella parte centrale del brano (vv. 22-30), inserita fra la partenza e lโarrivo dei parenti, รจ introdotto un secondo gruppo, gli scribi che si sono fatti una loro opinione su Gesรน e la vanno diffondendo fra il popolo. ร un indemoniato โ assicurano โ e compie guarigioni perchรฉ in combutta con Beelzebรนl, il principe dei demรฒni.
Da alcuni secoli in Israele si era diffusa la credenza che tutto il male del mondo fosse provocato da una schiera ordinata di potenze demoniache. Alla testa di questa โmilizia dellโoscuritร โ si riteneva ci fosse Beelzebรนl; immediatamenteย sotto di lui, nella scala gerarchica, venivano sei arcidiavoli, alle cui dipendenze agivano altri demรฒni, personificazioni di tutte le forze provocatrici di male: la violenza, lโarroganza, lโaviditร , la pigrizia, la lussuria; a un livello inferiore cโerano i โmaligniโ che causavano malattie, disgrazie, calamitร .
Era questo il linguaggio impiegato in quel tempo per formulare una spiegazione del male che esiste nellโuniverso e Gesรน si adegua alla mentalitร corrente. Per veicolare il suo messaggio ricorre allโimmagine consueta: il โregno di Dioโ e il โregno di satanaโ si fronteggiano con le loro armate angeliche schierate in battaglia. In realtร si tratta della lotta senza quartiere fra le forze divine, apportatrici di vita, e gli impulsi al male, radicati nellโuomo, che provocano morte. Queste forze diaboliche e omicide, รจ vero, si incarnano, cioรจ attuano nellโuomo e attraverso lโuomo. Caso esemplare quello di Pietro: รจ chiamato โsatanaโ da Gesรน (Mc 8,33) perchรฉ si รจ lasciato sedurre dalla sapienza di questo mondo e ha rifiutato i giudizi di Dio.
Allโaccusa degli scribi Gesรน risponde con un argomento che, oltre a essere inoppugnabile, indica il principio che, in qualunque momento, permette di stabilire chi opera secondo Dio e chi sta dalla parte del maligno. Il criterio per discernere รจ la ricerca del bene e della vita dellโuomo. ร mosso dal demonio chiunque agisce contro lโuomo.
Facile per Gesรน dimostrare che le sue opere vengono da Dio, perchรฉ ricupera, guarisce, dร vita allโuomo. Le sue azioni sono dunque incompatibili con i disegni di satana. Chi agisce in favore dellโuomo, chi veste gli ignudi, cura i malati, spezza il pane con chi ha fame, costui, credente o no, non puรฒ che essere animato dallo Spirito di Dio.
La seconda immagine cui Gesรน ricorre per confutare lโaccusa degli scribi รจ quella dellโuomo forte che viene sconfitto da uno piรน forte. Il regno del diavolo โ assicura โ ha i giorni contati, la sua fine รจ giร iniziata perchรฉ nel mondo รจ penetrata una forza di bene immensamente superiore. Anche se satana pare ancora il dominatore, in realtร รจ giร stato detronizzato, non domina piรน dallโalto e, difatti, Gesรน lo vede โcadere dal cielo come la folgoreโ; โlโuomo piรน forteโ gli ha tolto la capacitร di nuocere (Lc 10,18-19).
Queste affermazioni sono un invito alla speranza, uno stimolo a coltivare la certezza che il disegno di salvezza di Dio si attuerร , anche se ci vorrร ancora molto tempo prima che questa vittoria si manifesti in pienezza. Pensare il contrario, rassegnasi di fronte al male, lasciare cadere le braccia, equivale a riconoscere che Gesรน รจ meno forte del male.
Il gruppo di scribi che ritiene Gesรน un agente di satana rappresenta coloro che, oggi come allora, lottano contro chi, credente in Dio o no, si schiera dalla parte dellโuomo. Chi opprime lโuomo, chi lo rende schiavo, si sente sempre posto in causa e minacciato dal vangelo di Cristo. Per questo reagisce, diviene aggressivo, difende la propria posizione con tutti gli strumenti del male, con la minaccia, lโinsulto, la calunnia e perfino la violenza.
Concludendo la propria difesa, Gesรน fa unโaffermazione solenne: โTutti i peccati saranno perdonati eccetto la bestemmia contro lo Spiritoโ (vv. 28-30).
Sottolineiamo anzitutto la prima parte della frase. Gesรน assicura che tutti i peccati verranno rimessi. La sconfitta del male โ egli ne รจ certo โ sarร piena, universale e definitiva. Che cosโรจ allora il peccato contro lo Spirito?
Da quanto viene detto nel v. 30 si intuisce che Gesรน accusa di questo peccato coloro che affermano che la sua opera viene dal maligno, coloro che sostengono che la sua parola agisce contro lโuomo. Bestemmia contro lo Spirito chi si allontana da Gesรน e dal suo vangelo perchรฉ ritiene che egli indichi cammini di morte.
Lโaffermazione di Gesรน, naturalmente, non si riferisce alla condanna allโinferno. Egli parla del presente, non del futuro, vuole scuotere le coscienze e denunciare la gravitร di una scelta contraria al progetto di Dio e agli impulsi dello Spirito. Per raggiungere il suo obiettivo pastorale ricorre a unโimmagine impressionante, comโerano soliti fare i rabbini del suo tempo, quando volevano inculcare una veritร importante. Non minaccia castighi eterni: mette in guardia da un pericolo attuale.
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[accordion title=”Chi รจ Fernando Armellini” load=”hide”]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโUniversitร di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโestero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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