Commento al Vangelo del 10 Giugno 2018 – Don Gian Franco Brusa

Se amiamo Gesù siamo suoi familiari

La liturgia di questa domenica riprende il tempo ordinario e ci propone un brano del Vangelo di Marco denso di difficoltà interpretative.

La scena evangelica è segnata dall’odio, dal demonio e dalla bestemmia. Davanti ai nostri occhi si prospettano tre quadri in successione, per definire il rapporto tra Gesù e alcuni personaggi che sfilano davanti a Lui. Il primo quadro (vv. 20-21) vede protagonisti i parenti carnali di Gesù, “i suoi”, che vanno a prenderlo per portarlo a casa. Ma chi sono? Dal contesto si può dedurre che si tratta di parenti, di familiari. E forse con loro c’è anche Maria. Il giudizio «è fuori di sé» (v. 21) è certo motivato dall’attività di Gesù e dal suo modo di comportarsi, che esce dagli schemi e dai modelli comuni. I suoi parenti temono che comprometta il buon nome della famiglia, per questo decidono di intervenire. Effettivamente il dissenso – e quasi il disonore – che Gesù sembra attirarsi per un annuncio ritenuto dissacrante, ricade soprattutto su di essi. Ecco perché i parenti tentano di ricondurlo all’ordine. Egli però rivendica la sua libertà, le sue idee, che mette a disposizione di tutti.

Nel secondo quadro (v. 22-30) sono di scena gli scribi venuti da Gerusalemme. Essi incarnano il rifiuto totale: Gesù è un indemoniato, l’incarnazione del male. Ed Egli, dopo aver fatto presente l’assurdità di chi sostiene che sia posseduto da Belzebul, attraverso gli esempi del regno e della casa divisi in se stessi e dell’uomo forte, denuncia come peccato imperdonabile la bestemmia contro lo Spirito Santo. È il peccato del rifiuto ostinato di riconoscere i segni e l’azione di Dio nei segni del suo Santo Spirito. È chiudere gli occhi e il cuore alla predicazione profetica e alla totale attività di Gesù. Chi giunge a questo livello di rifiuto segna il proprio destino e la propria condanna definitiva.

Il terzo quadro (vv. 31-35), in contrapposizione al precedente, è invece colmo di luce e di speranza. Protagonisti sono coloro che intuiscono in profondità il mistero di Cristo: per capirlo non sono sufficienti i legami carnali, sono necessari quelli interiori ed essenziali. E Gesù conia una bellissima definizione del discepolo, fedele: «chi compie la volontà di Dio». È questo il vero criterio della parentela con Cristo: «Ecco mia madre e i miei fratelli» (v. 35). È il criterio di chi vuol capire il messaggio di Gesù, il criterio per non essere escluso dal vero popolo di Dio. E la volontà di Dio è la partecipazione alla salvezza che Lui ci offre in Cristo.

Forse anche noi potremmo essere ritenuti «fuori di sé» dagli scribi del nostro tempo, ma accettando la volontà del Padre e concretizzandola nella nostra vita, avremo la certezza di essere i familiari amati da Gesù.

Buona domenica

Fonte

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X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

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Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3, 20-35

In quel tempo Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”.
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”. Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: “Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna”. Poiché dicevano: “È posseduto da uno spirito impuro”.
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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