La liturgia odierna ci presenta, nelle tre letture, tre differenti vocazioni: quella di Isaia, quella di Paolo e quella di Pietro.
Ogni vocazione รจ una storia unica e irripetibile.
ร difficile, e forse non รจ neppure bene, fare dei confronti.
Tuttavia possiamo osservare alcuni elementi comuni alle tre chiamate, che ci possono farci del bene e aiutarci nella riflessione:
La coscienza del peccato
Isaia, chiamato da Dio ad essere profeta, esclama: โOhimรจ! Io sono perduto, perchรฉ un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito!โ.
Paolo, scelto per essere apostolo dei pagani, scrive: โCristo risorto apparve a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un abortoโ.
Pietro, invitato da Gesรน in persona a diventare pescatore di uomini, gli risponde: โSignore, allontanati da me, perchรฉ sono un peccatore!โ.
Definire se stesso come โun uomo dalle labbra impureโ, o โun peccatoreโ o addirittura โun abortoโ รจ qualcosa che fa riflettere profondamente.
Innanzitutto dimostra che cโรจ una auto-conoscenza matura. Quando ci dichiariamo peccatori, diciamo la veritร su noi stessi. La confessione dei peccati รจ lโunico processo in cui colui che si dichiara colpevole viene assolto: esattamente lโopposto di ciรฒ che accade nei processi umani.
La nostra condizione di peccato non deve essere un ostacolo nellโaccogliere lโamore di Dio.
La Bibbia ci dice che proprio gli uomini e le donne che piรน hanno sperimentato il peso e lโoltraggio dei propri peccati, hanno maggiormente fatto esperienza dellโamore di Dio.
Una prima riflessione per noi potrebbe essere questa: per incontrare Dio non devo avere paura dei miei limiti, non occorre che li nasconda o che indossi una maschera per apparire migliore.
โVi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve lโho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano! A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anchโio ho ricevuto, cioรจย
che Cristo morรฌ per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che รจ risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodiciโ.
Quellโavverbio โanzituttoโ vuol dire prima di tutto, per prima cosa.
In questa antichissima professione di fede, che Paolo scrive ai Corinzi, forse il primo Credo della Chiesa apostolica, si dice la cosa fondamentale, cioรจ che Cristo morรฌ per noi peccatori.
Il riconoscimento della nostra condizione di peccato non รจ solamente il primo passo che noi facciamo verso Dio, ma anche il primo passo che Dio fa verso di noi.
Lโindividualitร della scelta
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Isaia si sente rivolgere una domanda precisa da Dio: โChi manderรฒ e chi andrร per me?โ.
Paolo sente la voce di Gesรน che lo chiama ad essere apostolo tra le genti, e in virtรน di questa chiamata avverte di essere il piรน piccolo tra gli apostoli, indegno perfino di essere chiamato apostolo perchรฉ ha perseguitato la Chiesa di Dio.
Pietro riceve lโinvito chiaro del Cristo: โDโora in poi sarai pescatore di uominiโ.
Che si tratti di diventare profeta, apostolo delle genti o pescatore di uomini, allโorigine di ogni vocazione cโรจ sempre una chiamata intima e personale.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla della chiamata individuale che tutti abbiamo ricevuto, mediante il Battesimo, in questi termini: โLa Santissima Trinitร dona al battezzato la grazia santificante, la grazia della giustificazione che: 1) lo rende capace di credere in Dio, di sperare in lui e di amarlo per mezzo delle virtรน teologali; 2) gli dร la capacitร di vivere e agire sotto la mozione dello Spirito Santo per mezzo dei doni dello Spirito Santo; 3) gli permette di crescere nel bene per mezzo delle virtรน morali. In questo modo tutto l’organismo della vita soprannaturale del cristiano ha la sua radice nel santo Battesimoโ (CCC 1266).
Siamo stati chiamati, come Isaia, Paolo e Pietro, a credere nellโamore di Dio, sperare, amare. Possiamo agire sotto lโazione dello Spirito e crescere nel bene.
Tutto questo si realizza allโinterno di un rapporto personale, unico e irripetibile, basato sulla mutua conoscenza e sul dialogo interiore.
La risposta personale
Abbiamo ascoltato Isaia rispondere deciso: โEccomi, Signore, manda me!โ.
Paolo scrive in una sua lettera โTi rendo grazie perchรฉ sei tu che mi hai dato la forza, Gesรน Cristo nostro Signore, perchรฉ mi hai giudicato degno di stima chiamandomi al ministero”โ
Pietro dichiara sinceramente a Gesรน: โSignore, tu sai tutto, tu sai che io ti amoโ.
Tutti e tre questi personaggi hanno avuto il coraggio di dire โSรฌโ e di accettare la sfida.
Scrive P. Rondet SJ: โI santi hanno cercato la volontร di Dio con tutto il loro cuore, hanno avuto una coscienza assai viva di essere stati prevenuti, preceduti dallโamore di Dio, un amore che non finiscono mai di riconoscere nellโazione della grazia. Nella loro scelta, essi hanno proceduto a tentoni, esitato, talvolta dubitato, per affidarsi infine allo Spirito che li guidava verso il Regno. Essi hanno saputo vedere la grazia negli eventi piรน disparati, glorificando Dio nella prova come nel successo. La risposta alla chiamata di Dio recherร il segno del materiale utilizzato, ma piรน ancora quella dellโarchitetto che noi siamo e che ne รจ responsabile. Non si puรฒ far tutto con tutto, ma si puรฒ sempre fare di una vita unโopera. Lโamore puรฒ far scaturire la santitร nei peggiori contesti umani: la testimonianza di coloro che hanno consacrato la loro vita allโamicizia degli emarginati, dei diseredati, degli esclusi, non cessa mai di ricordarcelo. Ci chiediamo se si possa parlare di una volontร particolare di Dio su ciascuno di noi. La Chiesa, facendoci vivere la comunione dei santi, ci ricorda che sarebbe piรน esatto parlare di una risposta personale da parte di ognuno di noi al desiderio di Dioโ.
Lโesperienza del perdono
โEcco, questo ha toccato le tue labbra, perciรฒ รจ scomparsa la tua colpa e il tuo peccato รจ espiatoโ.
โIo infatti sono il piรน piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perchรฉ ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, perรฒ, sono quello che sono, e il suo perdono in me non รจ stato vanoโ.
โNon temere, Pietro!โ.
I tre personaggi che sono al centro della liturgia di oggi hanno fatto esperienze forti di perdono e sono diventati a loro volta annunziatori del perdono.
Ci sarebbero varie citazioni che si potrebbero fare, a questo proposito.
Ne scegliamo tre.
โVenite, e discutiamo, dice il Signore; anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lanaโ (Is 1, 18).
โDio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione, il perdono dei peccatiโ (Col 1, 13-14).
โFatevi battezzare nel nome di Gesรน Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti e la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerร il Signore, Dio nostroโ (At 2, 38-39).
ร vero che nel Padre nostro diciamo โRimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitoriโ, per cui se vogliamo essere perdonati da Dio, dobbiamo noi per primi perdonare. Ma รจ vero anche il contrario: solo ci ha ricevuto il perdono di Dio puรฒ perdonare veramente gli altri.
Isaia, Paolo e Pietro ci insegnano proprio questo: dopo aver sperimentato di essere peccatori, chiamati individualmente, capaci di accettare la chiamata, essi di dicono che il perdono ricevuto diventa in noi sorgente di vita nuova nei confronti degli altri.
Preghiamo perchรฉ possiamo essere fedeli alla nostra vocazione battesimale e possiamo imitare questi esempi biblici, che la liturgia pone davanti ai nostri occhi.
Nato a Venezia il 20 Marzo 1966
Superiore della Congregazione dei Padri Cavanis
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QUINTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
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Lc 5,1-11 Lasciarono tutto e lo seguirono.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesรน, stando presso il lago di Gennรจsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salรฌ in una barca, che era di Simone, e lo pregรฒ di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: ยซPrendi il largo e gettate le vostre reti per la pescaยป. Simone rispose: ยซMaestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterรฒ le retiยป. Fecero cosรฌ e presero una quantitร enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dellโaltra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettรฒ alle ginocchia di Gesรน, dicendo: ยซSignore, allontร nati da me, perchรฉ sono un peccatoreยป. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; cosรฌ pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedรจo, che erano soci di Simone. Gesรน disse a Simone: ยซNon temere; dโora in poi sarai pescatore di uominiยป. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: La Sacra Bibbia
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