Commento al Vangelo del 1 Settembre 2019 – Don Luciano Condina

Un posto accanto al cuore di Dio

Nel vangelo di questa domenica incontriamo Gesù a pranzo da un fariseo e il vangelo esordisce sottolineando come Egli osservi i commensali mentre scelgono i posti. È dal tempo della Genesi che l’uomo cerca un posto preminente, invidiando il posto riservato a Dio.

Attraverso la vicenda degli invitati a tavola, che optano per i posti più ragguardevoli, e attraverso il divertente esempio di chi dev’essere rimandato indietro dalla vita e dal padrone di casa, si può capire che esiste un’attitudine pericolosissima nel nostro cuore: quella di credere che il posto ce lo scegliamo noi, ce lo assegniamo da soli. Invece è la vita che ci invita a tavola, non il contrario. La vita l’abbiamo trovata già fatta ed è lei a riservarci un posto, ossia la Provvidenza. Chi non asseconda il posto che la vita gli assegna, chi non si colloca in quello che gli spetta vive male, schiacciato dalla vanagloria repressa e dalla propria superbia, che gli ricorda sempre quanto sia sottostimato e sottovalutato da tutti.

Il problema è che noi crediamo sempre di meritare più di quanto la vita ci offra e bramiamo un posto superiore a quello che la Provvidenza ha preparato per noi amorevolmente. Chi è contento del posto in cui sta? Tutti mirano più in alto! C’è invece una pace in cui si può entrare: è, finalmente, la pace di farsi assegnare il posto da Dio, di smettere di credere che ciò che conta sia ciò che si ha, perché stare in un posto superiore significa aver bisogno di relegare qualcuno in un altro inferiore, più in basso di noi. Questo concetto lo conoscono bene i pubblicitari, che mostrano il fascino di un oggetto a prescindere da ciò che è, puntando sul fatto che solo alcuni possono possederlo: «Per molti, ma non per tutti» è uno slogan che incarna perfettamente la strategia pubblicitaria.

Tante volte il piedistallo della nostra identità è la carne altrui: ciò che ci dà spessore, ciò che ci dà statura è l’aver vinto qualcuno. Ma chi ha detto che siamo nati per vincere, per schiacciare l’altro, per superarlo, per sentirci migliori di lui? E se il senso della vita stesse nella fraternità e nella commensalità? Bello , infatti, non è il posto in cui sto, ma il fatto che sono con gli altri. Siamo nati per scoprire il bel posto che Dio ci ha assegnato, perché la vita non è un caso e la nostra identità non è da strappare con i denti, ma da ricevere dalla Provvidenza, da chi ci ama veramente.
Scegliere l’ultimo posto in un banchetto non è un atto in relazione agli altri commensali, ma è rispetto verso il padrone, il quale ci tirerà su se ce lo meritiamo; se non ce lo meritiamo, meglio stare dove dice lui: non dobbiamo vivere in competizione con i commensali, dobbiamo vivere in relazione al padrone. L’ultimo posto in fondo è il posto in relazione a Dio, quello in cui ci si mette umilmente nell’attesa che Egli ci ponga dove gli piace: generalmente il posto in cui possiamo produrre maggior frutto. Un povero relegato all’ultimo posto e poi collocato al primo resta sempre povero: una realtà evidente quando vince una gran quantità di soldi e sovente li gestisce in modo scriteriato; costui sarà semplicemente un arricchito, non un ricco; e, non di rado, capita che le ricchezze di queste persone siano foriere di rovina piuttosto che di benessere.

Lasciamo che sia Dio a decidere il posto migliore per noi, perché quello sarà vicino al suo cuore. E la sua ricompensa è la vita eterna.

Fonte

Letture della
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Dal libro del Siràcide
Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]

Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
 
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
 
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 67 (68)

R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome. R.
 
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R.
 
Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. R.

Seconda Lettura

Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,18-19.22-24a

 
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
 
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

Parola di Dio

Vangelo

Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore

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