1. AMORE:
Ciò che conta sono le parole del Figlio di Dio: che sono rivolte a noi oggi: “Chi ama me sarà amato dal Padre ed anch’io lo amerò”. Questo amore di Dio è venuto in noi con la grazia santificante nel battesimo. Non possiamo trascurare il fatto che Gesù è venuto nel mondo per parlarci di amore, amore divino e umano. A proposito: in queste poche righe di Vangelo la parola “amore” è ripetuta 5 volte!
L’amore è una cosa bella; è sinonimo di pace; costruisce comunione, non divide… Di fronte a un annuncio del genere, positivo, ottimista, è ragionevole la nostra accoglienza deve essere entusiasta, totale e senza riserve. E invece no! Spesso, anche sull’amore di Dio abbiamo le nostre convinzioni, facciamo i nostri bei “distinguo”, e mettiamo i nostri “ma”, chiudendoci in noi.
2. SPERANZA:
Quell’amore che Dio ci dona, se lo accettiamo, fa nascere in noi la speranza. La seconda lettura, dalla lettera di S. Pietro, parla della speranza cristiana non come un obbiettivo da raggiungere, ma come dato giù acquisito: i cristiani sono uomini di speranza, pertanto sono in grado di dare ragione di questa speranza. I martiri danno la vita perché sperano il paradiso.
Nella nostra civiltà occidentale, la speranza cristiana registra un calo preoccupante. Qualcuno parla di eutanasia della speranza. Potremmo invece chiamarla anoressia della speranza. Comunque, il risultato è analogo. La perdita della speranza è forse il peggior pericolo attuale per la nostra vita.
3. COMANDAMENTI:
Come possiamo vivere l’amore che Dio ci dà e crescere nella speranza? Gesù dice: “Se mi amate, osservate i miei Comandamenti. E chi mi ama, sarà amato dal Padre mio e io lo amerò e gli manifesterò me stesso”. Noi sappiamo che Gesù ha sintetizzato i comandamenti così: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e il prossimo tuo come te stesso”. Dirà poi: Questo è il mio comandamento, il comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”.
Siamo richiamati ad osservare i Comandamenti di Dio, la legge che il Signore, nella sua bontà, ci ha dato. Ma per osservare i Comandamenti, dobbiamo conoscerli e poi, anche quando costa metterli in pratica. Per conoscerli dobbiamo ascoltare la Parola di Dio meditando le letture della Messa.
Obiezione:
Ci si potrebbe chiedere: com’è possibile osservare i comandamenti di Dio in un mondo così contrario alla legge del Signore come il nostro?
Dio conosce il cuore dell’uomo, Dio sa in che cosa consiste la nostra felicità. I Comandamenti sono semplicemente la via che Dio ci ha tracciato per essere in pace con noi stessi, col prossimo, col cosmo e, naturalmente, con Lui, Creatore e Padre. La gioia viene dalla pace del cuore, non da condizioni esterne di fortuna, di ricchezza, di potere, ma dalla pace e dalla serenità della coscienza. Ora per essere in pace dobbiamo osservare i Comandamenti. Tutti e dieci, naturalmente. Essi sono il valore assoluto che orienta la nostra vita.
Questa convinzione viene dalla fede, ma viene anche dall’esperienza quotidiana: una vera moralità, personale e pubblica, non può essere fondata che sulla legge di Dio. Per questo ci è dato lo Spirito Santo che è Spirito di verità e di amore.
Inoltre, dobbiamo amare con il corpo, con la mente e con l’anima con partecipazione volitiva alla vita divina che abbiamo ricevuto nel Battesimo.
Le opere che compiamo con il nostro corpo, sono l’espressione più piccola dell’amore di Dio che è in noi, infatti sono atti materiali che assumono significato spirituale dalla nostra buona intenzione.
Le opere che compiamo con la mente sono spirituali, molto più grandi, pur rimanendo umane, quindi limitate: pensare sempre bene di tutti, istruirsi nelle verità della fede, comunicare il bene.
Le opere che compiamo con la grazia, che è la vita spirituale dell’anima, sono grandi e meritano davanti a Dio: esse diventano buon esempio, invito all’onestà, alla verità.
Tutte le azioni della Madonna erano contributo alla Redenzione compiuta da Gesù.