Commento al Vangelo del 1 Gennaio 2019 – Azione Cattolica

I pastori che vanno a incontrare Maria, Giuseppe e il Bambino non costituiscono solo l’immagine della “risposta”, dell’atteggiamento degli uomini davanti alla nascita del Figlio di Dio.

La loro prontezza ci aiuta e ci ispira, all’inizio di un nuovo anno, affinché la nostra fede possa essere, finalmente, “senza indugio”. La loro stessa presenza, il loro coinvolgimento costituisce già di per sé una “buona notizia”.

I pastori non erano infatti in un punto privilegiato della piramide sociale; al contrario, ne costituivano uno dei punti più bassi: esclusi, dimenticati, trascurati. Diremmo oggi che rappresentavano una “periferia esistenziale”.

Eppure sono i primi destinatari dell’annuncio della salvezza: grazie a loro capiamo che, in Gesù, i (presunti) lontani si scoprono vicini o, meglio, avvicinati.

L’amore di Dio colma le distanze e si offre con semplicità a ciascuno. All’inizio di questo nuovo anno possiamo custodire questa fiducia: Dio non è lontano, Dio non allontana, Dio avvicina, Dio si avvicina. Proprio questo atteggiamento può creare stupore, oggi come allora. Stupore e, talvolta, fastidio e scandalo.

Quando la bontà supera l’opportunità, quando la libertà supera l’utilità, quando, insomma, l’incarnazione continua ad essere sperimentata al posto di tanti “purismi”, lo stupore scandalizzato conquista gli sguardi, i giudizi, le conversazioni. Non vogliamo seguire, all’inizio di un tempo nuovo, il chiacchiericcio che, illudendosi di salvare, finisce per dividere. Piuttosto ci ispiriamo a Maria che, ci dice il Vangelo, cerca di capire nel suo cuore; prova a mettere in ordine e, in silenzio, contempla le vie di Dio che misteriosamente si aprono davanti a lei.

Non è lo scandalo, ma la ricerca sincera che può condurci a conoscere e ad assecondare il progetto di Dio. Al fondo di questa pagina, Luca descrive il ritorno dei pastori. Con la festa di oggi, da un lato comincia un nuovo anno, dall’altro si conclude l’Ottava di Natale: nelle grandi feste, la liturgia propone di meditare a lungo e offre il tempo e gli strumenti per farlo.

Quasi a dirci: i pastori, dopo essersi fermati a contemplare il mistero del Natale, tornano nella loro ferialità. Apparentemente nulla è cambiato ma, in realtà, hanno scoperto che non saranno mai più soli: Dio è con loro.

Chiunque tu sia, che nel flusso di questo tempo ti accorgi che stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella: guarda la stella, invoca Maria. Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la mèta. (San Bernardo da Chiaravalle)

Lc 2, 16-21
Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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