Commento al Vangelo del 1 Aprile 2020 – Servizio Pastorale Giovanile di Pompei

«Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero».

Secondo l’opinione comune è libero chi può fare quel che vuole, ciò che il desiderio gli suggerisce. Nulla di più sbagliato. Fare ciò che si vuole non significa essere veramente liberi e tanto meno essere felici.

Papa Francesco, nell’udienza generale del 18 settembre 2018, spiegò che «c’è una schiavitù che incatena più di una prigione, più di una crisi di panico, più di una imposizione di qualsiasi genere: è la schiavitù del proprio ego. Quella gente che tutta la giornata si specchia per vedere l’ego. E il proprio ego ha una statura più alta del proprio corpo. Sono schiavi dell’ego».

Io, io, io. Esisto solo io e il mio orticello. Può sembrare una condizione di felicità, ma non lo è. Lo schiavo non è colui che ha le catene alle caviglie e ai polsi, ma colui che non è capace di amare, di guardare oltre se stesso. Il peccato e l’egoismo ci allontanano dall’amore, anzi ci rendono del tutto incapaci di amare gli altri. Mettiamocelo in testa: è Gesù che ci fa liberi e felici! Come? La “ricetta” ce la dà ancora il Papa: distaccarsi dal possesso, ricostruire relazioni, accogliere e valorizzare il prossimo, fare comunione.

Fa questo chi ama Gesù.


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