Siamo creati per amare
Rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio è la risposta di Gesù a una domanda tranello. È chiaro che solo a Dio si deve dare tutta la nostra persona e che, al contempo, va dato il proprio contributo leale alle istituzioni civili. Questo Gesù lo insegnerà con la sua vita e l’obbedienza della Croce, quando i suoi avversari sceglieranno di stare dalla parte del potere umano e non dalla parte di Dio. Oggi ricorre la 97a Giornata missionaria (colletta obbligatoria).
La liturgia della Parola di questa domenica mette l’accento sul grande comandamento evangelico dell’amore. «Dio è amore». Tutta la Bibbia esalta questa meravigliosa qualità divina.
Si tratta di un amore preveniente che deve estendersi a tutti perché «Dio non fa preferenze di persone» (I Lettura) e vuole donare la sua salvezza a tutti coloro che vivono onestamente secondo Dio. È un amore che è giunto a noi fattivamente attraverso Gesù e tutto quello che lui ha compiuto per noi (II Lettura).
Un amore che accetta qualsiasi sacrificio, che ama tutti i fratelli, anche i nemici. Da noi, che siamo “i suoi amici”, Gesù si aspetta risposte d’amore: “rimanere in lui”, con l’ascolto della sua Parola e con l’osservanza dei suoi comandamenti; cercare solo ciò che a lui piace perché chi ama veramente non ha altra preoccupazione che di piacere all’amato e di prevenirlo in ciò che desidera; riversare sugli altri questo grande amore ricevuto perché non possiamo pretendere di amare Dio se non facciamo rifluire sui fratelli l’amore che Dio ha avuto per noi.
Da questi due segni (o risposte) riconosceremo che il nostro amore per Dio è di oro puro e non di vile piombo falsamente dorato.
don Donato Allegretti – Fonte Edizioni San Paolo