«BEATI COLORO CHE NON HANNO VISTO E HANNO CREDUTO»
Dopo la scoperta della tomba vuota da parte di Pietro e Giovanni, la liturgia ricorda le apparizioni del Risorto. È la volta di Tommaso l’incredulo. Lo scopo dell’evangelista Giovanni è di suscitare la fede in Gesù, riconoscendolo come Cristo e Figlio di Dio. – Oggi si celebra la Domenica della Divina Misericordia.
[ads2]LA piena adesione di fede rende possibile, generosa, feconda la nostra appartenenza a Cristo. Occorre ricreare nelle singole comunità cristiane una differente area vitale: luoghi di culto da trasformare in luoghi del perdono, dell’annuncio evangelico, della carità, dell’accoglienza, dell’aiuto al fedele esitante e all’uomo in ricerca. La comunità apostolica (I Lettura) è protesa a testimoniare la sua fede nel Risorto: i discepoli del Signore, sebbene poco numerosi, attirano le folle. Conquistati dalla loro fede e dai miracoli operati nel nome del Risorto, molti si convertivano.
E cresceva il numero dei credenti! Una provocazione che ci tocca da vicino: l’annuncio del Vangelo è oggi affidato a ciascuno di noi. San Giovanni (II Lettura), esiliato a Patmos, ci offre la visione che prova che la figura gloriosa del Risorto è al centro della comunità cristiana. La sua vittoria sul peccato e sulla morte è certa e definitiva. La sera di Pasqua il Cristo risorto appare ai discepoli riuniti nel cenacolo (Vangelo) e li rassicura che è proprio lui, risuscitato e vivo. Prima di lasciarli conferisce loro il potere di perdonare i peccati.
Domenico Brandolino, ssp
II Domenica del Tempo di Pasqua
- Colore liturgico: bianco
- At 5, 12-16; Sal 117; Ap 1, 9-11.12-13.17.19; Gv 20, 19-31
Gv 20, 19-31
Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 03 – 09 Aprile 2016
- Tempo di Pasqua II, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
CRISTO: VOLTO DELLA MISERICORDIA DEL PADRE
LA seconda Domenica di Pasqua è denominata Domenica della Divina Misericordia, istituita da san Giovanni Paolo II (1920-2005), il quale si è ispirato alla spiritualità di Suor Maria Faustina Kovalska (1905-1938). Quest’anno tale festa cade nel cuore del Giubileo della misericordia: è, quindi, un momento privilegiato per vivere intensamente il senso profondo della misericordia.
La sorgente della misericordia è Dio, Padre di misericordia, che si è rivelato in Gesù, la cui vita è la manifestazione dell’amore di Dio, anzi della natura profonda di Dio, che è “Amore” (Cfr 1Gv 4,8).
Gesù, che aveva raccontato le parabole della misericordia, quelle della pecora smarrita, della moneta perduta e del padre misericordioso, si commuove profondamente dinanzi alla moltitudine di persone stanche e sfinite, smarrite e senza guida, piagate nel corpo e nello spirito, e viene incontro a loro con passione e con tenerezza. Il suo è «un amore viscerale» (Papa Francesco).
È un amore che arriva sino al dono della vita. Da questa sorgente scaturisce il fiume della misericordia che scorre nella storia della Chiesa. Tutti noi siamo chiamati a usare misericordia verso i nostri fratelli perché a noi è stata usata misericordia da Dio. Nelle nostre comunità «chiunque deve trovare un’oasi di misericordia » (Papa Francesco).
Mons. Giuseppe Greco