AVVICINARSI A DIO
Mosè aveva dato al popolo norme che dovevano aiutarlo a servire Dio e a restare nella libertà ricevuta in dono. Ma senza una vera conversione e con una osservanza solo esteriore queste norme divennero presto una nuova forma di schiavitù.
È una costante umana pensare e procedere per opposizioni: bianco-nero, sinistra-destra, altobasso, interiore-esteriore, e via dicendo. E la Parola di oggi ce ne dà alcuni esempi: ascoltare e praticare, aggiungere e togliere (alla Legge), labbra e cuore, interno ed esterno, puro e impuro.
Il Vangelo, però, ci mette in guardia su un errore piuttosto diffuso, specie tra i farisei: trasportare nel campo morale un metodo per la conoscenza del mondo, dividendolo così in due parti, una buona e un’altra cattiva.Gesù condanna le pratiche dei farisei, ma senza introdurre una nuova divisione del mondo: non dichiara cattivo ciò che, prima di lui, era considerato buono e viceversa.
Afferma infatti: «Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento» (Mt 5,17).
I farisei non avevano capito che l’attaccamento alla Legge doveva significare l’attaccamento a Dio e che la Legge è santa non soltanto perché proviene da Dio, ma perché conduce a lui. È solo quando cerca la presenza di Dio che il cuore sperimenta l’intelligenza autentica delle cose.
don Tiberio Cantaboni
Fonte Edizioni San Paolo
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