DIO È FEDELE ALLE SUE PROMESSE
Anche oggi l’uomo è diviso tra la paura per il futuro e la fede quasi cieca nella scienza e nella tecnologia che promettono sicurezza, benessere e salute. Il tempo di Avvento è un richiamo a non essere pigri per poter riconoscere i segni che annunciano il Signore che viene, l’unico Salvatore dell’uomo.
L’Avvento, con cui inizia l’anno liturgico, si caratterizza come un tempo da vivere sotto il segno della venuta del Signore. È infatti tempo di preparazione alla venuta storica del Figlio di Dio, ricordata nella solennità del Natale,ma anche tempo propizio per farsi attenti alla venuta escatologica del Signore.
Si tratta di due venute reali, inscindibili, seppur dilatate nel tempo. Nella liturgia odierna la venuta di Gesù nella carne, il mistero dell’incarnazione, è adombrata nella voce profetica di Geremìa: il Signore manterrà, a suo tempo e nel modo noto a lui solo, le promesse fatte al suo popolo (I Lettura); le immagini sconvolgenti, ma non senza speranza, della pagina evangelica richiamano invece la venuta del Signore alla fine dei tempi.
Tra queste due venute si colloca il tempo della Chiesa, da vivere per ogni credente con buona coscienza per piacere a Dio. Di fronte alla logica edonistica imperante Gesù ci esorta a uno stile di vita sobrio che vigili sulle vibrazioni del proprio mondo interiore e che poggi sulla forza della preghiera (Vangelo); e, di fronte all’insidia dell’individualismo, sta il caloroso invito di san Paolo a crescere nella fraternità (II Lettura).
don Giuliano Saredi, ssp
Fonte Edizioni San Paolo
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