LIBERI PERCHÉ «FIGLI DI DIO»
Gesù è il buon Pastore che chiama tutti alla salvezza, ci conosce profondamente e dona a noi la sua stessa vita. Accogliamo la sua Parola per diventare un solo gregge e un solo pastore.
Il miracolo dello storpio, guarito da Pietro, assume negli Atti un significato simbolico. Luca scrive che è nel nome di Gesù, risuscitato dai morti, che quell’uomo è risanato e ora sta innanzi ai presenti.
La Pasqua ha rialzato Gesù dalla morte e consente anche a noi di stare in piedi, liberati dal peccato. Nella sua lettera Giovanni annuncia che quella che ci è donata è la libertà dei«figli di Dio», uomini e donne capaci di percepire il grande amore con il quale il Padre li chiama alla comunione con lui.
Possiamo sin da ora camminare in una vita nuova, in attesa che la nostra speranza si compia quando lo vedremo faccia a faccia, in quella somiglianza alla quale siamo stati chiamati sin dalla creazione. Il dono di questa libertà filiale ha un’altra fecondità: ci rende tra noi fratelli e sorelle.
Il Pastore buono afferma di avere altre pecore da guidare, per fare anche di esse «un solo gregge, un solo pastore», secondo il respiro di quella fraternità di cui papa Francesco ci parla nell’enciclica «Fratelli tutti».
Oggi preghiamo per le vocazioni. Ognuno può farlo riscoprendo la propria vocazione fondamentale ricevuta nel Battesimo: la chiamata alla libertà che ci rende figli di Dio e fratelli e sorelle tra noi.
fr. Luca Fallica
Comunità Ss. Trinità di Dumenza
Fonte Edizioni San Paolo
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