SAREMO GIUDICATI DALLE NOSTRE SCELTE
Oagi il Vangelo ci indica, in modo evidente, qual l’oggetto del giudizio finale: non vuote parole ma l’amore che avremo dimostrato per i fratelli. Gesù stimerà fatto a sé ciò che avremo fatto per i più “piccoli”. – Oggi ricorre la Giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del clero.
Dio ha mostrato lungo tutto il corso della storia della salvezza di essere un Padre che cura i suoi figli. Ezechiele (l Lettura) lo paragona a un pastore che cerca le sue particolarmente quelle disperse, condurle ai pascoli della sicurezza e del benessere. San Paolo, scrivendo ai Corinzi (II Lettura), esplicita che quel paragone dell’Antico Testamento si compie in Gesù Cristo, colui che ha realizzato la salvezza dell’umanità a costo del suo sacrificio cruento sulla croce.
Di fronte ad atti così grandi di amore, come può l’uomo rimanere cieco e sordo e non aprirsi alla carità vicendevole? Come può l’uomo, fatto ad Immagine e somiglianza di Dio, non amare chi Dio ama? È la chiave di volta della vita, è il metro sul quale saremo giudicati da Dio, come ci insegna il Vangelo odierno.
Dio ci invita a capire la vita, più che le cose della vita, e sembra dirci: hai capito che cosa vuol dire vivere? Bene, vivi per sempre! Non hai capito che cosa significa vivere? Male, prendine le conseguenze, perché ogm occasione ti è stata data e non hai saputo coglierla. A noi che siamo in vita è data la grande opportunità i essere nel Regno di Dio: non sprechiamola!
don Tiberio Cantaboni
Fonte Edizioni San Paolo
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