Commento al Vangelo dal foglietto “La Domenica” del 2 Maggio 2021

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«IO SONO LA VITE, VOI I TRALCI»

Dopo aver affermato di essere il buon Pastore, il Pastorevero, Gesù utilizza una seconda immagine, quella della vite, per simbologiare la propria identità. Forse alludendo alla vigna scolpita sul frontone del tempio, immagine d’Israele, Gesù qualifica se stesso come la vite, quella vera, e identifica il nuovo Israele, la Chiesa, come i suoi tralci.

La vite, simbolo di benedizione, felicità e fecondità, è così attribuita da Gesù a sé e ai suoi discepoli, per mostrare che rimanendo in lui i frutti saranno abbondanti, ogni richiesta sarà esaudita perché corrispondente alla volontà del Signore, e si verrà innestati nella stessa vita divina (Vangelo).

È quanto afferma, in altri termini, san Giovanni apostolo, il quale sostiene che qualunque cosa chiediamo la riceviamo perché osserviamo i comandamenti del Signore (II Lettura). Il primo frutto che la parola di Dio identifica è una profonda unità dicuore e d’intenti: lo stesso apostolo Paolo è cosciente di dover essere in comunione con gli altri discepoli perché il messaggio pasquale del Cristo che annuncia possa essere autentico e trovare innesto nel cuore di tante persone chiamate alla fede in Cristo (I Lettura).

don Tiberio Cantaboni

Fonte Edizioni San Paolo

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