Alle sorgenti della salvezza
Dio Padre, risuscitando il Figlio, ci ha restituito la speranza della vita eterna. Come avvenne un tempo con i discepoli, anche oggi il Risorto viene a noi, radunati nel suo nome, per continuare a offrirci il dono della sua pace.
Generati dal soffio dello Spirito, siamo entrati nell’ottavo giorno, l’Eternità. La liturgia ci rimanda oggi al senso profondo del nostro Battesimo, facendoci attingere alle sorgenti della Pasqua scaturite dalla passione, morte e risurrezione di Cristo. È un’immersione nella Vita!
Con l’apostolo Tommaso (Vangelo) celebriamo la nostra “seconda nascita”: siamo nati alla fede perché rigenerati dalla “grande misericordia” del Padre e, partecipi di questo dono, ci scopriamo insieme Corpo di Cristo, sua Chiesa, comunità di salvati (I Lettura), inviati a portare la salvezza nel mondo bisognoso di riconciliazione.
Nel corpo del Signore risorto troviamo impressi i segni della nostra umanità ferita, che lui ha preso su di sé. L’amore non li ha cancellati, ma redenti; li ha resi “sacramento di salvezza”, perché per essi continuino a riversarsi in noi torrenti di misericordia.
La risurrezione battesimale non ci sottrae alla fatica quotidiana del credere ma, attraverso le varie prove della vita, ci rigenera «per una speranza viva» (II Lettura): la nostra eredità di figli amati e perdonati che ora confessano, pur senza vedere: «Mio Signore e mio Dio!».
Sorelle Clarisse, Monastero Immacolata Concezione – Albano L. (RM)
Fonte Edizioni San Paolo