Commento al Salmo 133 – Canto delle salite

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Il Salmo 133, che una soprascritta (v. 1a) attribuisce a Davide, secondo gli studiosi all’inizio celebrava l’unione della comunità dei sacerdoti del tempio (discendenti di Aronne) o l’armonia tra la comunità dei sacerdoti e la comunità civile di Gerusalemme. Nella collezione dei Salmi delle ascensioni, è posto verso la conclusione del cammino ed esprime la gioia del pellegrino che, partito da solo da un mondo ostile, una volta arrivato a Gerusalemme scopre di essere tra fratelli e canta la bellezza della fraternità. Il termine «fratelli», oltre a quelli «di sangue», indica anche tutti i membri della comunità.

Sebbene non inizi con «beato» questo breve salmo assomiglia a una beatitudine: si apre con una esclamazione di gioia (v. 1), che viene poi spiegata attraverso due immagini: l’olio profumato (v. 2) e la rugiada (v. 3a); si conclude con una sentenza di sapore teologico (v. 3b).

La bontà della fraternità è come quella del profumo (v. 2): l’immagine è densa, perché le sensazioni olfattive sono pervasive, si diffondono e lasciano un residuo affettivo e una traccia emotiva più lunghi di altre sensazioni. I ricordi di profumi sono più radicati.

Non si tratta però di un profumo qualunque: è il profumo che unge Aronne, il primo sacerdote. L’olio profumato, infatti, era usato per le cerimonie di consacrazione degli altari, degli oggetti sacri e dei sacerdoti; alla sua preparazione e al suo uso nel libro dell’Esodo sono dedicate cura e attenzione (Es 30,22-38). L’olio di Aronne è quindi il simbolo della forza e della santità di Dio effuse con abbondanza; è il segno olfattivo della presenza di Dio in una persona o in una realtà.

Con questa immagine, la fraternità diventa «cultuale» e ha una funzione sacerdotale e mediatrice. Detto in altre parole, la fraternità non è solo per «i fratelli», ma è per tutti: l’immagine dice che l’unità dei fratelli è il profumo della presenza divina per il mondo. Similmente Paolo scrivendo a Corinzi dirà che Dio, facendoci partecipare del suo trionfo in Cristo, «diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza. Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo» (2Cor 2,14-15).

La seconda immagine, quella della rugiada (v. 3b), è un’immagine di frescura, desiderata, dissetante, benefica. La rugiada è una benedizione. Nella situazione geoclimatica della Palestina la rugiada è segno di vita, fecondità, fertilità e gioia.

Anche la rugiada, come l’olio profumato «scende»: scende dall’Hermon, un monte che costituisce il confine nord della Palestina, è per la sua altezza (2760 metri), ricoperto di nevi perenni sulla vetta, mentre sulle pendici è ricco di vegetazione.

Scendendo dall’Hermon, la rugiada attraversa tutto il paese e arriva a Sion. La forza dell’immagine è iperbolica, perché tra l’Hermon ed i monti di Sion, sede di Gerusalemme e del tempio, sta una distanza di circa duecento chilometri: è impensabile che la rugiada dell’Hermon arrivi fino ai monti di Sion. Tuttavia, l’immagine, come quella del profumo, esprime la misteriosa ed efficace presenza di Dio tra gli uomini, che fonda la loro unità e da questa si lascia testimoniare.

È significativo che questo canto salga alle labbra alla fine del pellegrinaggio, a Gerusalemme, forse proprio nel tempio e non prima, nonostante nel pellegrinaggio, camminando insieme, si sperimenti potentemente la vicinanza dell’altro in una forte esperienza di vita comune. La vicinanza «fisica» del camminare insieme, l’esperienza della vita comune umanamente fondata, non è paragonabile all’esperienza di fraternità che il pellegrino-poeta sperimenta nel momento in cui giunge alla meta, prega il Signore e davanti a Lui allarga lo sguardo, fino ad abbracciare anche chi sembra distante perché radicalmente diverso.

L’«io» che esce dalla preghiera di questo salmo è quello di chi nella preghiera comune, ha sperimentato una unità mai provata, che scende dall’alto e sente che quella è vita vera, radicata nell’esperienza profonda di chi riconosce Dio come padre.

Alcune domande:

  • Quale speranza dona questo salmo? Quale testimonianza i credenti possono offrire al mondo? Che cosa può significare concretamente per il nostro tempo?

  • Quale profezia mi affida questo salmo? Che cosa vuol dire per me essere «profumo di Cristo» nei luoghi dove  si svolge la mia vita? In che modo questo salmo sollecita la conversione nelle mie relazioni?

  • Quali emozioni, sentimenti, pensieri, desideri, decisioni suscita in me la preghiera attraverso questo salmo?

Fonte – Chiesa di Milano

Salmo 133

1 Canto delle salite. Di Davide.
Ecco, com’è bello e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme!

2 È come olio prezioso versato sul capo,
che scende sulla barba, la barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste.

3 È come la rugiada dell’Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Perché là il Signore manda la benedizione,
la vita per sempre.