Il Salmo 130, di appena otto versetti, cinquantaquattro parole in tutto in ebraico, รจ un salmo molto denso che tocca vertici teologici e spirituali. ร conosciuto nella tradizione cattolica come De profundis.
Nel salmo si distinguono quattro parti. La prima contiene lโinvocazione di apertura (vv.12), che indica i due personaggi del Salmo: lโยซioยป che grida (lโยซioยป dellโorante), il ยซtuยป del Signore a cui lโorante chiede ascolto. La seconda parte (vv. 3-4) รจ una contemplazione del Signore che perdona la colpa. La terza parte (vv. 5-6) riguarda il salmista e la sua speranza che sgorga dalla contemplazione di Dio, nella quarta parte (vv. 7-8) la speranza si allarga a tutto Israele.
Il vocabolario usato dal salmista รจ vario e amalgama gesti corporei (il grido, la voce, gli orecchi, lโattesa), con simboli che si dispiegano nello spazio e nel tempo (il profondo, lโabisso, il mattino, la notte in cui veglia la sentinella) e con parole tipiche del vocabolario religioso (la preghiera, le colpe, il perdono, il timore, la speranza, lโattesa, la misericordia, la redenzione). Ben otto volte ricorre la parola ยซSignoreยป che traduce per cinque volte il nome ineffabile di Dio e per tre volte la parola ยซSignoreยป (โadonay).
Lโesperienza spirituale da cui nasce il Salmo 130 รจ condensata in una parola: ยซprofondoยป (v. 1). Questa parola non indica โ come nel nostro linguaggio โ ciรฒ che si trova nella parte piรน intima del cuore, nรฉ le profonditร della psiche, ma ha connotazione negativa. Il ยซprofondoยป รจ ciรฒ che รจ inaccessibile, incomprensibile, inscrutabile, come le profonditร della terra, o delle acque (Sal 69,3.15; Ez 2,7.34) o del mare (Is 51,10); sta ad indicare una situazione disperata, vicina alla morte, come di chi รจ naufrago o รจ precipitato nellโabisso. Il ยซprofondoยป, inoltre, รจ simbolo della morte e della lontananza da Dio e fa parte del simbolismo con cui nei Salmi si descrive il male, che รจ una fossa, un vischio, una palude, un abisso che inghiotte.
Da quanto il salmista dice, comprendiamo che il male in questione non รจ esterno a lui, ma รจ quello di cui egli stesso รจ complice e responsabile. Considerando il proprio peccato, egli sitrova avvolto nella tenebra. Un momento simile di oscuritร si sperimenta quando ci si accorge di essere veramente responsabili del male, quando si smette di scaricare la colpa sugli altri, quando ci si accorge di ripetere sempre le stesse azioni e di essere incapaci, per quanto lo si desideri, di uscire da tale situazione. Il salmista รจ arrivato qui dopo un lungo cammino.
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Dal profondo senso di colpevolezza in cui si trova, il salmista grida: chiede con insistenza di essere ascoltato (vv. 1-2). Cosรฌ facendo, indirettamente, confessa le proprie colpe, senza dire di che si tratti, nรฉ facendo buoni propositi per lโavvenire, perchรฉ sa che qualsiasi tentativo di bilancio o di salvarsi da solo, lo vedrebbe spacciato: si sente profondamente peccatore. In tali momenti, non cโรจ altra via di uscita che quella della fede, attraverso il riconoscimento che la salvezza รจ giร stata data, in Gesรน. Il pensiero del salmista รจ cosรฌ solo per Dio, che egli contempla โ come le Scritture ci insegnano a fare โ come volto che perdona (vv. 3-4).
Dallโesperienza del perdono nasce unโesistenza trasformata, capace di amare, servire, onorare Dio (il ยซtimoreยป, al v.4, piรน che la paura, รจ il senso di riverenza). La vita rinasce nella sua capacitร di bene: chi sperimenta il perdono scopre che Dio, che ha mandato suo Figlio, รจ suo alleato, nella ricerca di ciรฒ che autenticamente rende piena e bella la vita.
Dopo aver gridato a Dio, allora, colui che prega attende la Parola del Signore (vv. 5-6). Lโattesa della Parola, lโessere proteso verso il Signore, diventa il respiro del salmista: in ebraico la parola tradotta in italiano con ยซanimaยป รจ una parola che significa letteralmente ยซgolaยป, ยซrespiroยป, ยซdesiderioยป. Lโattesa della Parola viene paragonata allโattesa della sentinella per lo spuntare del sole, la cui intensitร รจ sottolineata dalla ripetizione.
Alla fine della preghiera tutto Israele รจ invitato ad unirsi a questa attesa (vv. 7-8). Non รจ strano che in una preghiera individuale si nomini il popolo: quando si prega si รจ sempre solidali con tutti i fratelli con i quali si condivide il cammino di ricerca e di incontro con Dio.
Alcune domande:
- Qual รจ il mio atteggiamento di fronte al male?
- Ci sono aspetti, ambiti, episodi della mia vita che mi gettano nello sconforto e nellโoscuritร quando li considero? Ho mai provato a guardarli davanti al Signore Gesรน, che รจ venuto perchรฉ abbiamo vita in abbondanza? Che cosa desidero che il Signore faccia per me?
- Quali emozioni, sentimenti, pensieri, desideri, decisioni suscita in me la preghiera attraverso questo salmo?
Fonte โ Chiesa di Milano
Salmo 130
1 Canto delle salite.
Dal profondo a te grido, o Signore;2 Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.3 Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti puรฒ resistere?4 Ma con te รจ il perdono:
cosรฌ avremo il tuo timore.5 Io spero, Signore.
Spera lโanima mia,
attendo la sua parola.6 Lโanima mia รจ rivolta al Signore
piรน che le sentinelle allโaurora.Piรน che le sentinelle lโaurora,
7 Israele attenda il Signore,
perchรฉ con il Signore รจ la misericordia
e grande รจ con lui la redenzione.8 Egli redimerร Israele
da tutte le sue colpe.