Commento ai Salmi 1-4

1851

Forse non è un caso che il primo Salmo inizi con una beatitudine verso l’uomo: Beatus Vir, beato l’uomo! Partiamo con questa beatitudine, con la nostra beatitudine, con la beatitudine di chi abbevera con gioia alla fonte limpida, non sporcata da malvagità né arroganze. Eppure anche il male è presente nel mondo.

Dio ne è consapevole, ma sorride di fronte agli arroganti che si illudono di prevalere, magari strutturando chissà quale strategia. «Tu sei mio figlio», ripete Dio: questo legame non può essere, in fondo, spezzato. Oggi ci ha generato. Anche se qualcuno pensasse che la nostra sia illusione, il Salmista crede nel dialogo: grida al Signore e riceve ascolto, e risposta. Essa – nel silenzio, nel nostro cuore – è lo stesso Signore: Lui e noi abbiamo in comune una dignità profonda e sempre rinnovata. È una relazione divina che non può essere scalfita dal male. Un prodigio: inesauribile sovrabbondanza, notte e giorno. Ecco la nostra gioia.

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A cura di Piotr Zygulski