Commento a Numeri 21-24 (Nm 21-24)

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Mentre Israele prosegue il suo cammino – senza farsi troppi problemi nello sterminare chiunque vi si frapponga – il re moabita Balak manda messaggeri sino al magio Balaam, in Mesopotamia, perché si unisca a loro nel maledire questo nuovo popolo che si avvicina. Ma Balaam, quando scopre che Dio è dalla parte di Israele, si rifiuta.

Alla fine parte, sebbene il suo asino, che ripetutamente frusta per disobbedienza, lo tenti di deviare ma per risparmiargli la vita dalla spada di un angelo che gli sbarra il cammino. Quando Balaam capisce la situazione, è pronto a tornare indietro. Ma viene invitato, a sto punto, a proseguire sino al sovrano, ma riportando fedelmente la parola del Signore. Così non cede alla tentata corruzione del sovrano: Balaam per ben tre volte vince la tentazione delle ricchezze proclamando la verità: Dio ha benedetto Israele.

Non si piega ad adulare per convenienza. Anzi, più le richieste di maledizione si fanno insistenti, più la benedizione è chiara. Il re moabita chiede, se non la maledizione, almeno il silenzio. Ma una volta chiamato, Balaam non può tacere: deve riportare la benedizione del Signore. Nel fare ciò non ha affatto paura di andare contro il sovrano, che alla fine procede comunque per la sua strada.

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A cura di Piotr Zygulski