Commento a Lettera ai Gàlati 2, 1-10

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Mi affascina e mi commuove la persistente sottolineatura che a guidare il cammino delicatissimo e spesso difficile della Chiesa, sia sempre il Signore stesso: “Vi andai in seguito a una rivelazione” (ver.2)!

Non ci troviamo davanti a tecniche e tattiche di potere, ma sempre davanti alla volontà del Signore che ci porge i suoi doni chiedendo di accogliere con umile mitezza ogni segno della sua volontà.

Nella Parola che oggi riceviamo in dono è di grande rilievo la presenza del “greco” (ver.3) Tito che neppure lui “fu obbligato a farsi circoncidere”!!

E’ questo il momento nel quale Paolo espone “alle persone più autorevoli” (ver.2) della Chiesa di Gerusalemme “il Vangelo che io annuncio tra le genti”: è affascinante che qui la sua predicazione venga da Paolo qualificata come “il Vangelo che io annuncio tra le genti”. Il Vangelo è sempre … il Vangelo (!), che si piega sulla storia umana perché possa essere accolto da condizioni e situazione sempre particolari!

Tutto avviene in un clima di sapiente prudenza, “per non correre o aver corso invano”: anche questa non è “tattica”, ma carità apostolica!

In questo modo vengono tenuti lontani dall’annuncio e dalla testimonianza evangelica “i falsi fratelli intrusi, i quali si erano infiltrati a spiare la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi” (ver.4).

E’ bello questo essenziale intreccio tra fede e libertà!

L’incontro tra Gerusalemme e l’annuncio evangelico alle genti si conclude dunque positivamente (vers.7-9: “Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi” (ver.9)!

Il ver.10 ci ricorda come sempre tutto abbia la sua fecondità in direzione dell’amore fraterno!

Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

Leggi qui il brano.

A cura di don Giovanni Nicolini