Commento a Lettera ai Gàlati 1, 11-17

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L’espressione resa in italiano con le parole “il vangelo da me annunciato” (ver.11) porta in sé la meravigliosa vicenda del “vangelo” che “viene evangelizzato” da Paolo e quindi l’evento del Vangelo che diventa “vangelo” di chi lo annuncia e lo testimonia!

Ebbene, tutto questo non è un fenomeno puramente umano (ver.11), che Paolo avrebbe ricevuto e imparato da altri “umani”, cioè persone mortali, ma Egli lo ha ricevuto “per rivelazione di Gesù Cristo” (ver.12)!

Non si tratta di nozioni apprese  e trasmesse, ma dell’evento supremo nel quale Dio dona se stesso all’intera umanità!

Dal Signore Gesù Paolo ha ricevuto il Vangelo che ha annunciato ai suoi fratelli-figli!

A prova e conferma di ciò, Paolo ricorda ai Galati il suo passato di aderente al giudaismo: “perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo”. E qui egli rivendica addirittura un primato rispetto ai suoi “coetanei e connazionali”: “accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri”.

Ed è quindi la sua stessa storia a custodire e ricordare, “accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri”. Così ai vers.13-14.

Ma poi la vicenda sublime della conversione!

Non un suo cammino spirituale e intellettuale, ma pura opera di Dio! “Dio mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia” (ver.15): è bello oggi anche per noi ricordare e celebrare la nostra conversione, non come opera nostra, non come opera umana, ma grazia di Dio!

Ed ecco l’orizzonte e la specificità della conversione di Paolo: “Dio si compiacque di rivelare in me – notate il grande spessore anche di questo “in me”! – il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti”!! (ver.16).

Qui Paolo sembra voler confidare una forma di preziosa e sublime “gelosia”: “Subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco”.

La sostanza e la forma del suo compito apostolico è del tutto particolare – è l’annuncio del Vangelo ai pagani, alle genti del mondo! – e Paolo sembra particolarmente attento a custodire tale nota decisiva del suo ministero!

Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

 

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A cura di don Giovanni Nicolini