Commento a Genesi 39-42

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La vicenda di Giuseppe “il re dei sogni” è piuttosto nota e la narrazione vivace ben si è prestata alla rappresentazione nel film di animazione. Da schiavo, diventa viceré d’Egitto, dove tutti «pendono dalle sue labbra» (Gn 41,40). Persino i suoi fratelli, giunti come stranieri, in cerca di cibo. Se prima la sua vita era in mano loro, adesso la loro vita è in mano sua.

Di Giuseppe si ripete che egli faceva bene perché il Signore era con lui. E Giuseppe stava con il Signore, perché sapeva che dipendeva da quella relazione. Giuseppe ci sembrava un montato, con manie di grandezza, con grandissima considerazione di sé. Invece qui scopriamo la sua straordinaria considerazione dei doni che Dio gli ha affidato. Il grande rispetto gli impedisce di rovinarsi in un tradimento. Paga comunque le conseguenze di una accusa ingiusta, eppure alla fine riesce.

Perché il Signore era dalla sua parte, dalla parte di chi è accusato ingiustamente, dei perseguitati. E gli promette di meglio. Glielo permette. Non solo di servire nella casa di Potifar, bensì di diventare viceré, quindi capo di colui che aveva dovuto servire. Già Potifar si era accorto di questa cosa: il Signore era con Giuseppe. Proprio per quello lo aveva preso con sé. Ma alla fine si è fidato maggiormente delle accuse della moglie: una ripicca contro la giustizia di Giuseppe. Il Signore davvero rovescia le sorti.

Sei consapevole dell’importanza straordinaria che hai per il Signore? Qualcuno ti ha mai detto che se n’è accorto da quello che sei o che fai? Quando?

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A cura di Piotr Zygulski