Commento a Genesi 1-4

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All’inizio c’è un vero e proprio inno al Creatore, con la suddivisione nei 6 giorni, più quello rivendicato dal Signore: un giorno suo, santo come Lui, per il riposo. Emerge il tema della Luce, che ritroviamo anche nel prologo giovanneo. Nel secondo e terzo capitolo di Genesi, più antichi, si torna da un’altra prospettiva alla creazione dell’uomo e della donna che, dopo l’inganno del serpente, perdono l’innocenza ma anche l’ingenuità originaria. Ora anche a loro è data la possibilità di conoscere ciò che è bene e ciò che è male.

Da Adamo e Eva nascono prima Caino e poi Abele. Non si dice come mai, ma l’offerta di Abele è più apprezzata rispetto a quella del fratello primogenito Caino. Il Signore invita Caino a non essere abbattuto, scuro in volto, invidioso: ha la possibilità di non covare risentimento. Caino sa che il fratello non ha colpe e che esiste un’altra via alla sua delusione per non essere apprezzato, che monta in rabbia. Nel caso potrebbe dialogare faccia a faccia con Dio.

Invece sceglie di uccidere il fratello, pensando di risolvere in questo modo il suo problema con Dio. Questo moltiplica i problemi: costretto al nomadismo, vivendo l’assicurazione divina – che vince la sua paura di essere a sua volta ucciso dagli altri – scopre la forza creativa per fondare una città. Dai suoi discendenti nascono le arti e i mestieri. Nel frattempo, per compensare la perdita di Abele, è concesso un nuovo figlio, Set, ad Adamo ed Eva.

Ti capita di non essere apprezzato? Sai che puoi fare qualcosa? Il risentimento contro gli altri è proprio necessario? Qual è la risposta migliore per te? Hai un’esperienza concreta e un modo costruttivo per farlo?

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A cura di Piotr Zygulski