Commento a Esodo 9-12

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Alla decima piaga d’Egitto si consuma la Pasqua, il passaggio. Cristianamente quando pensiamo a Pasqua pensiamo subito alla crocifissione di Gesù, mentre i ricordi ebraici ci rimandano al passaggio di Mosè nel mezzo del Mar Rosso. Ma, ancora prima, c’è il passaggio di Dio in mezzo all’Egitto.

Un Egitto in cui troviamo un popolo reso ben disposto verso gli Israeliti tanto da dar loro svariate ricchezze, un Faraone opportunista dal cuore indurito che fa finta di volerli lasciar partire e i suoi ministri che, nei limiti del possibile, provano a salvare il salvabile. Gli Israeliti, nel mentre, sono istruiti su come preparare la Pasqua, cioè su come vivere il passaggio del Signore con gioia di festa anziché come castigo. Questo è il passaggio che apre il nostro passaggio.

Passa in mezzo a noi, in mezzo a tutti, tra cuori docili e cuori induriti, che temono di perdere schiavi e risorse per la propria economia. Ma già le piaghe sono il segno che ignorare la dignità dei popoli e delle singole persone porta alla catastrofe ecologica, economica, sociale e pure affettiva. La disgrazia paventata è già continuamente presente, per gli oppressori e i loro complici. Per gli altri invece si fa opportunità di liberazione collettiva.

Cosa significa per te passaggio del Signore in mezzo a noi? Come prepari il tuo cuore e le persone della tua comunità per questo passaggio? Quale liberazione è davvero desiderata?

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A cura di Piotr Zygulski