Commento a Deuteronomio 32-34 (Dt 32-34)

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Il Cantico di Mosè, seguito dalla benedizione alle dodici tribù e dalla sua morte, conclude il libro del Deuteronomio e l’intera Torah. Nelle sue parole è compendiato il percorso di un uomo che ha dato tutto per la libertà del suo Popolo, il quale più volte si è perduto e in futuro si perderà.

Nondimeno, è chiamato a fare memoria di tutto. Perché la fedeltà del Signore non è venuta meno. In fondo, persino Mosè ha avuto momenti di mancanza di fiducia nella Parola del Signore. Temeva che non sarebbe bastata, di fronte a un Popolo così ingrato, quasi irrecuperabile. Per questo, in fondo, neppure lui raggiungerà quella Terra Promessa che è sempre più in là, e spinge gli altri ad avvicinarsi ad essa, ma potrà comunque pregustarla contemplandola dall’alto.

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A cura di Piotr Zygulski