Commento a Deuteronomio 25-28 (Dt 25-28)

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Come Gesù poi proclamerà le Beatitudini e i Guai, in Deuteronomio le conseguenze della fedeltà e dell’infedeltà alla Legge di Dio sono descritte sotto forma di immaginifiche benedizioni e maledizioni. In forma poetica, mostrano da un lato che il bene che facciamo si estende verso di noi e verso ogni nostra attività, così da diventare una testimonianza per gli altri.

Dall’altro, il male si traduce in uno sforzo disordinato, cioè inconcludente, fuori obiettivo, in fin dei conti stupido: cerchi qualcosa solo per te anziché per gli altri, eppure per contrappasso saranno solamente gli altri – proprio loro – a goderne interamente.

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A cura di Piotr Zygulski