Le incoraggianti parole di Giuda Maccabeo rafforzano le schiere di Israele, e i Giudei sono “pronti a morire per le leggi e per la patria” (ver.21).
Oltre a questo Giuda “lesse poi in pubblico il libro sacro e dà la parola d’ordine “aiuto di Dio” (ver.23). Veramente la loro forza viene tutta dal Signore e dalla loro fedele e umile accoglienza!
Per questo “l’Onnipotente si fece loro alleato” (ver.24).
Gli Ebrei, che erano stati destinati ad essere venduti come schiavi, “si impadronirono dei beni di quanti erano convenuti per il loro acquisto”! (ver.25).
L’inseguimento dei nemici da parte degli Ebrei cessa, “perché era la vigilia del sabato”(ver.27): tutto assume il volto di una grande “liturgia” della salvezza divina! Quindi “passarono il sabato benedicendo incessantemente e ringraziando il Signore che li aveva salvati”.
Da questo essi comprendono che il Signore ha cominciato “ad aver misericordia per loro”: notiamo come tutto sempre sottolinea la relazione assoluta tra Dio e il suo popolo! Non i meriti e le capacità del popolo, ma Dio che ha cominciato “ad aver misericordia per loro”.
Ed essi “scongiurano il Signore misericordioso di riconciliarsi pienamente con i suoi servi”!!
Il dato e l’evento primario è sempre la elezione-relazione che unisce Dio e il suo popolo, che in questo non vede altro che la misericordia del suo Signore!
Sul fallito progetto dei nemici di fare degli ebrei degli schiavi da vendere, il nostro testo ritorna al ver.30 per dire che gli ebrei “si divisero tra loro l’abbondante bottino in parti uguali tra loro, i danneggiati, gli orfani, le vedove e anche i vecchi (la mia categoria!)”!
Infine, notiamo un altro “ritorno” del tema della progettata schiavitù da parte dei nemici: “Così, chi si riprometteva di assicurare il tributo per i Romani con la vendita dei prigionieri a Gerusalemme, confessava ora che i Giudei avevano un difensore e che i Giudei per questa ragione erano invincibili, perché obbedivano alle leggi da lui (da Dio) stabilite” (ver.36).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
A cura di don Giovanni Nicolini