Commento a 2Maccabei 15, 1-16

1650

Nella Parola che ieri e oggi il Signore ci regala è ancora, e sempre più evidente, il contrasto tra il pensiero e l’azione del “mondo” e l’anima del Popolo Ebraico!

Nicanore, l’uomo pagano, aggredisce e deride la fede del Popolo del Signore. Il “sovrano sulla terra” nega che possa esistere “il sovrano del cielo” (ver.4)!

Giuda Maccabeo invece confida nella “protezione del Signore”.

L’ “arma” del Popolo di Dio è la sua memoria fedele “degli aiuti che in passato erano venuti dal cielo” e che ora chiede di “aspettare la vittoria che sarebbe stata loro concessa dall’Onnipotente”! (ver.8).

Questo smaschera “la malafede delle nazioni e la loro violazione dei giuramenti” (ver.10).

L’arma dei Giudei è il conforto di quella “Parola” che non tradisce e li riempie di gioia.

A conferma di tutto questo, Giuda Maccabeo narra loro “un sogno degno di fede, anzi una vera visione” (ver.11)!!

Gli è apparso Onia, la cui persona e la cui vicenda possiamo ritrovare in 1Macc.3,1 e in 2Macc.3 e 4. Accanto  a lui “un uomo distinto per età senile e maestà, circonfuso di dignità meravigliosa e piena di magnificenza”.

Onia lo presenta dicendo: “Questi è l’amico dei suoi fratelli, che prega molto per il popolo e per la città santa” e ne rivela il nome e la celebrità: “Geremia, il profeta di Dio” (ver.14).

Il “dono di Dio” che questi consegna a Giuda, una spada d’oro, è quella Parola di Dio con la quale l’attuale piccolo e povero Popolo del Signore abbatterà i nemici (ver.16). Ieri e oggi, nella pienezza della rivelazione del Cristo di Dio, tale è la vera potenza di salvezza per il popolo del Signore e per l’intera umanità!

Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

Leggi qui il brano.

A cura di don Giovanni Nicolini