Quando in un testo come quello con cui ci incontriamo oggi, dove assistiamo ad un breve episodio che si svolge tra gente pagana, si coglie bene la radicale diversitร delle persone e delle culture, e quindi lโabisso che in realtร distingue il popolo del Signore, pur con tutti i suoi limiti e i suoi peccati, dalle altre genti!
Si coglie soprattutto lโassenza del Signore! Eโ una storia che si svolge senza di Lui.
Questo peraltro non รจ vero nella sostanza, ma certamente le persone non ne avvertono la presenza e lโazione!
In assenza di Dio, ognuno รจ spinto a โdivinizzarsiโ!
Eโ una riflessione che penso utile anche per noi, โdiscepoliโ del Signore, cosรฌ esposti a ignorarne la presenza e quindi cosรฌ esposti ad ogni idolatria, e soprattutto ad unโauto-idolatria, magari in parte mascherata e inconsapevole!
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Nella Parola che oggi il Signore ci regala, si vede come senza il dono della fede ognuno sia fondamentalmente โsoloโ: dio a se stesso, idolo di se stesso.
Ma non meno immerso in questo โcultoโ che รจ โculto di sรฉโ!
In questa inevitabile โlotta per il potereโ, tutto si gioca tra il potere e la morte.
E nella non-veritร . Nella bugia e nellโinganno.
Anche qui sussiste peraltro il riferimento al mistero di Dio! Cosรฌ il riferimento, al ver.8, allโaltare del Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
A cura di don Giovanni Nicolini