Commento a 2Maccabei 10, 24-38

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Nel nostro cammino nei Libri dei Maccabei siamo sempre accompagnati, e in modo crescente, dal confronto delle due opposte culture, dai due opposti atteggiamenti, sia per prepararsi allo scontro, sia, di conseguenza per le due opposte garanzie di forza.

I nemici dei Giudei, qui guidati da Timoteo, si armano per soggiogare la Giudea (ver.24), mentre i Giudei, con il Maccabeo, “si cosparsero il capo di povere per la preghiera a Dio (ver.25)  …. e supplicarono Dio di mostrarsi loro propizio e di farsi nemico dei loro nemici e avversario dei loro avversari (ver.26).

E qui la chiave di interpretazione: “… come dice la legge”! La legge è la Parola di Dio, rivelazione e dono del mistero di Dio e della sua alleanza d’amore con il suo Popolo!

Il ver.28 esplicita tale differenza e tale contrasto: “Gli uni – cioè gli Ebrei – hanno come garanzia la fiducia nel Signore …. gli altri assumendo come guida nel conflitto il loro ardire”.

E Dio interviene a favore del suo popolo! Sono i “cinque uomini splendidi su cavalli dalle briglie d’oro che si misero alla guida dei Giudei”!

E’ Dio che combatte per loro! Rendono invulnerabile il Maccabeo e disperdono gli avversari.

Il capo di questi, Timoteo, si rifugia in una fortezza e da questa i nemici bestemmiano e offendono i Giudei, finche, sdegnati, “venti giovani del Maccabeo presero d’assalto le mura e travolsero chiunque trovavano” (ver.35).

Il nemico viene annientato, mentre i Giudei “compiuta l’impresa, con canti e inni di lode benedicevano il Signore, che aveva tanto favorito Israele e concesso loro la vittoria.” (ver.38).

Leggi qui il brano.

A cura di don Giovanni Nicolini