È il “comandamento nuovo” che umanizza e dà un significato universale a tutti gli altri che, se assunti nella loro pienezza, convergono verso questo appello unitario. Esso esprime la rottura più importante compiuta da Gesù rispetto al giudaismo: la logica della religione dei Padri si apre a una dimensione “altra”, segnando il passaggio dalla Legge mosaica alla legge dell’Amore, come presenza di Dio nella storia umana. Non è legge della Ragione, ma verità che appartiene alla condizione di ogni singolo. Ma a chi mi faccio prossimo? È possibile oltrepassare la solitudine del singolo per aprirsi all’altro? È possibile uscire da se stessi e riconoscere l’altro? Un comandamento difficile e quasi sempre smentito: si può non praticarlo, ma non si può negarlo e non riconoscere che ha cambiato alla radice la storia dell’uomo.
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