Queste cose, cioè: La fede in Cristo, la fede nella Redenzione, è necessaria la grazia divina per possederle, e questa grazia, bene che Dio la metta a disposizione di tutti nella misura sufficiente, gli orgogliosi la rigettano, affidandosi nella ragione naturale e respingendo orgogliosamente gli aiuti divini; gli umili la ricevono. L’orgoglio dei primi indispone Dio contro di essi e fa meritare loro di ricevere una grazia meno abbondante sebbene sufficiente; l’umiltà dei secondi piace a Dio e fa meritare loro una sovrabbondanza di grazie. L’orgoglio di un’anima è causa che meno grazie gli sono offerte e che queste grazie ella le rifiuta; l’umiltà di un’anima è causa che più grazie le sono offerte e che ella le accetta. L’anima orgogliosa riceve meno da Dio e respinge i suoi doni; l’anima umile riceve di più e accetta e approfitta.

Quanto il loro stato è differente! Quanto più un’anima è orgogliosa, più ella non cessa di allontanarsi da Dio, e quanto più un’anima è umile, più ella non cessa di avvicinarsi a Dio… Dio non deve niente a nessun uomo e si compiace di colmare le anime nella misura della loro umiltà. … Dio avrebbe potuto, nella sua Onnipotenza, donare grazie efficaci di conversione, donare favori straordinari, una sovrabbondanza di grazie agli orgogliosi come agli umili; ma non l’ha voluto: Gli è piaciuto stabilire questa legge che gli umili ricevessero grazie sempre più numerose, e gli orgogliosi sempre meno: «Questo è così, perché tale è il nostro buon piacere.»

Questa legge, questo buon piacere, sono come tutte le leggi e tutti i buoni piaceri di Dio, fondati sulla sua divina perfezione, sulla sua bontà e la sua giustizia: la Sua bontà, perché affidando un così grande privilegio all’umiltà (il privilegio di divenire una sorgente continua di grazie), Dio attira in maniera molto forte gli uomini a questa virtù così preziosa; e attaccando questa maledizione all’orgoglio, distoglie vivamente gli uomini da questo vizio così funesto; la sua giustizia, perché niente è più giusto che dare a coloro che riconoscono il loro vuoto, il loro bisogno, la loro nudità, la loro povertà, e di non donare a coloro che si dichiarano pieni, senza bisogno, vestiti e ricchi.

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Insegnamento. — Essere umile; Dio dona le sue grazie privilegiate agli umili e le rifiuta ai superbi.

Esempio. — Ammirare gli atti di Dio, ammirare Dio nelle sue volontàamare l’umiltà (figlia della verità, sorella della carità, madre dell’obbedienza).

«Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.» [11. 27-30]

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Spiegazione — Mio Padre mi ha rivelato ogni cosa, tutto ciò che riguarda gli uomini, cioè: Il Padre e lo Spirito S. mi hanno consegnato specialmente la missione di salvare gli uomini. Niente non conosce il Figlio che il Figlio e lo Spirito S. e niente non conosce il Padre che il Padre e lo Spirito S. e coloro ai quali il Figlio lo rivela, Lui al quale il Figlio e lo Spirito hanno tutto rivelato. … Poiché sono io che sono incaricato di salvarvi, di santificarvi, di rivelarvi i segreti divini, venite a me, voi tutti, umani, tutti sovraccaricati di lavori e di afflizioni e di questo «grosso peso che pesa sui figli di Adamo», e vi darò sollievo.

La condizione che vi impongo, per ottenere il vostro sollievo, la vostra liberazione, la vostra salvezza, è di prendere il mio giogo, di sottomettervi al mio precetto: Ora il mio giogo, il mio precetto si riassume in due parole, essere dolce e umile, e questo dal fondo del cuore, non solamente di parola e di azione, ma di pensiero; è ciò che sono io stesso e vi ho dato l’esempio  prima di imporvi il precetto: Guardatemi, sono dolce e umile dal fondo del cuore… Fate questo e troverete il riposo delle vostre anime; la pace, la salvezza in questa vita e nell’altra; non solamente la salvezza, ma la consolazione, la gioia, un dolce riposo per l’anima «perché il mio giogo è dolce e il mio carico leggero».

Il mio proprio è di consolare le anime non appena esse cominciano a servirmi e di sostenerle, di incoraggiarle, in modo che portino il mio giogo tanto più facilmente quanto lo abbraccino più coraggiosamente per amor mio.

Insegnamento — Essere dolce e umile e questo in fondo al cuore, sull’esempio di Gesù. Esempio — Carità, zelo delle anime, evangelizzazione, soavità nelle parole; dolcezza e umiltà che parte dal fondo del cuore e che anima i pensieri, le parole e le azioni.»

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 11,25-30


Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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Immagine iniziale: ERMITAGE PERE CHARLES DE FOUCAULD – ASSEKREM di Salim B su flickr.com