Come sei buono, mio Dio! Come sei buono a presentare la verità a delle persone indurite, malgrado il disprezzo che prevedi avranno di Te! La loro ingratitudine, che conosci in anticipo, non ti impedisce di fare loro tutto il bene che li santificherebbe se lo volessero… Come sei buono a sopportare per noi il disprezzo, lo sdegno: «Hic est faber»[1]… Come sei buono a impiegare i Tuoi giorni, ad affaticarTi per evangelizzarci!
Presentiamo la verità con fede e con zelo, quando abbiamo questa missione, anche ad anime delle quali abbiamo poco motivo di sperare la conversione, e questo per seguire l’esempio di Nostro Signore che l’ha predicata [la verità] sia agli abitanti di Gerusalemme sia a quelli di Nazareth e a tanti altri dei quali prevedeva l’incredulità, e per seguire il Suo precetto: «Predicate a ogni creatura»[2]…
Facciamolo a maggior ragione poiché Nostro Signore l’ha fatto benché conoscesse con certezza che sarebbero stati increduli alla Sua parola, mentre noi non abbiamo assolutamente mai questa certezza: aiutati dalla preghiera che può tutto presso Dio, con quella carità che «tutto spera»[3], possiamo e dobbiamo sempre sperare la conversione di ogni uomo vivente; è certo, in effetti, che la sua conversione è possibile; non possiamo mai affermare che essa non avverrà; preghiamo dunque, speriamo, facciamo penitenza per la conversione delle anime, e lavoriamo nella misura in cui Dio ce ne dà missione…
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Gettiamoci nell’abiezione, nella povertà, nell’umile lavoro manuale di Nostro Signore. L’amore chiede l’imitazione; amiamo e imitiamo: «Il servo non è più grande del maestro»[4]. Siamo piccoli come Gesù… Gesù ci dice di seguirLo, seguiamoLo, condividiamo la Sua vita, i suoi lavori, le sue occupazioni, i suoi abbassamenti, la Sua povertà, la sua abiezione, siamo operai, poveri operai disprezzati con Lui!… Siamo coronati della stessa corona di disprezzo e di sdegno del Nostro Sposo… «Chi segue me, non cammina nelle tenebre»[5].
Seguiamo, imitiamo, siamo per Lui come dei piccoli fratelli, viviamo in tutto come Lui: «Io sono la via, la verità e la vita»[6]. Seguiamo questa via, viviamo della vita di Gesù, facciamo le sue opere che sono verità… «Sono venuto a salvare il mondo»[7]. Noi abbiamo lo stesso fine, anche noi dobbiamo, non riscattare il genere umano, ma lavorare alla sua salvezza; impieghiamo i mezzi che Lui stesso ha impiegato; ora questi mezzi non sono la saggezza umana circondata di fasto e di clamore e seduta al primo posto, ma la saggezza divina, nascosta sotto l’apparenza di un povero, di un uomo che vive del lavoro delle sue mani, di un uomo saggio e pieno di scienza, ma povero, disprezzato, abietto, che non ha mai studiato nelle scuole degli uomini, ma sotto i loro occhi e conosciuto da loro come qualcuno che vive umilmente di un lavoro vile… Seguiamo questo divino esempio: siamo le immagini fedeli di Gesù…
Siamo veramente i piccoli fratelli di Gesù, condividendo tutta la sua vita… Non separiamoci mai, come il Suo innamorato San Paolo, dal Suo lavoro, dalla sua abiezione, dalla Sua imitazione: «Siate miei imitatori come io sono l’imitatore del Cristo»[8]… Siamo sempre, sempre i piccoli fratelli, i veri fratelli di Gesù, entrando completamente nella sua vita, praticandola in tutto, essendoGli indissolubilmente legati! Santa Vergine, San Giuseppe, Santa Maddalena, San Giovanni Battista, San Pietro e San Paolo, San Francesco d’Assisi, Santi solitari, così poveri davanti gli uomini, e così ricchi davanti a Dio, ottenete per me questa grazia, in Nostro Signore, con Lui e per Lui, nella misura in cui è la Sua Santissima Volontà. Amen.
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Vai di villaggio in villaggio, predicando il Vangelo… Come sei buono! Come sei buono per le nostre anime! E a prezzo di quali fatiche ci fai del bene! Guarisci qualche malato, tutti quelli nei quali trovi un po’ di fede, nonostante l’ingratitudine degli altri; la Tua bontà si estende ai corpi, e fai loro del bene dopo aver predicato alle anime: come sei buono, tenero, materno!… Sopporti nelle Tue predicazioni il rifiuto, il disprezzo, evangelizzi anche quelli che sai che Ti rifiuteranno; anche se rifiutano il bene, Tu non rinunci a offrirlo loro; come sei buono!… Ti chiamano a Nazareth «l’operaio», il «carpentiere», oh come sei divinamente buono a esserTi fatto l’ultimo di tutti per istruirci, per darci l’esempio, per servirci come modello; ad aver preso per istruirci, guidarci, consolarci, illuminarci, darci l’esempio, a tal punto l’ultimo posto; ad aver praticato, per istruirci, darci l’esempio, insegnarci a disprezzare il mondo e a vivere per Dio solo, per servirci da modello a questo punto, l’abiezione, la povertà, il lavoro manuale più umile, l’oscurità, il ritiro, la vita nascosta in Dio e raccolta… Oh! grazie, mio Dio, di tutte queste lezioni che Ti rimproverano qui gli abitanti di Nazareth, chiamandoTi «operaio», e che io adoro, benedico e voglio, con la Tua grazia, seguire con tutte le mie forze e con tutto il mio cuore, o beneamato e divino operaio, Gesù, mio Re, mio Dio e mio tenero Sposo!…
Carità per le anime… Carità per i corpi, in tutta la misura del possibile, dell’obbedienza, di ciò che Dio vuole da noi… Entriamo con tutte le nostre forze nell’abiezione, nella povertà, nel lavoro manuale, nell’oscurità, nel ritiro, nella vita nascosta in Dio, nel raccoglimento; abbiamo una grande stima e carità per i poveri, poiché il nostro grande Dio e il nostro Sposo beneamato è stato uno di loro, e noi stessi, se amiamo Gesù, dobbiamo voler essere, sul suo esempio, uno di loro, un povero «operaio» come Lui…
«Imparerò da Te a tacere,
A passare oscuro sulla terra,
Come un viaggiatore nella notte…».
Hai impiegato solo 3 anni a insegnare la verità al mondo, mio Dio, a fondare la tua Chiesa, a formare i Tuoi apostoli; ma hai giudicato che non era troppo consacrarne 30 a predicare agli uomini l’esempio dell’umiltà, dell’abbassamento, della vita nascosta… «Quid est homo?»[9]… Come può Dio aver bisogno di noi, noi che possiamo donargli solo ciò che Lui ci ha donato per primo?… Come credere che possiamo renderGli servizio, noi che non possiamo nulla senza di Lui, Lui che può tutto senza di noi?… Dobbiamo amare Dio, è il nostro «1° dovere»[10]… Amarlo, è obbedirGli: «Colui che compie le mie parole, questi mi ama»[11]. Se Dio ci ordina con la voce dei suoi rappresentanti di seguirLo nella sua vita pubblica ed essere con Lui operaio evangelico, seguiamoLo in questo lavoro, obbediamo, obbediamo sempre; e in questa vita di evangelizzazione, imitiamoLo, siamo anche là poveri, abietti, raccolti, come Lui, siamo in tutto sua immagine, tanto piccoli, tanto abbassati quanto Lui, «affatto più grandi del Nostro Maestro»[12]… Ma se non siamo chiamati alla vita d’apostolo, oh! allora guardiamoci bene dal donarci noi stessi una vocazione che appartiene a Dio solo darci, non sconfiniamo nei suoi diritti e guardiamoci dallo sceglierci, dall’inviarci noi stessi! Oh! restiamo allora con Lui nel posto in cui è rimasto trent’anni, restiamo là dove Egli ci insegna a essere con il suo esempio, finché non siamo chiamati alla vita di evangelizzazione, restiamo con Lui nell’umile casa di Nazareth, operai, artigiani, vivendo del lavoro di un umile mestiere, poveri, abietti, disprezzati, oscuri, nascosti, raccolti, in questo ritiro, questa solitudine, questo silenzio, questo seppellimento che la povertà aiuta tanto a ottenere! [13]
[1] «Questo è l’operaio», Mc 6,3.
[2] Cfr. Mc 16,15.
[3] 1Cor 13,7.
[4] Cfr. Mt 10,24.
[5] Gv 8,12.
[6] Gv 14,6.
[7] Cfr. Gv 12,47.
[8] Cfr. 1Cor 11,1.
[9] «Che cosa è l’uomo?», Sal 8,5.
[10] Cfr. Mc 12,29.
[11] Cfr. Gv 14,21.
[12] Cfr. Mt 10,24.
[13] M/198 e 198bis, su Mc 6,1-6, in C. de Foucauld, Fammi cominciare una nuova vita. Meditazioni sui Vangeli secondo Matteo e Marco, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 181-187.
Nota su Charles de Foucauld
La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.
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