«Voi siete il sale della terra. Se il sale diventa insipido, con che cosa lo si salerà? È buono solo per essere gettato e calpestato»  [5.13]

Sì, voi, voi anime religiose, voi che amando da tutta l’eternità, ho attirato a me nella pietà, colmandovi di grazie tutte particolari; voi che ho scelto per essere i miei favoriti, i miei privilegiati, il corteo che mi segue ovunque io vada, voi ai quali ho dato «la parte migliore», voi che ho preso con me per condividere tutta la mia vita, per essere senza sosta attorno a me, per passare i vostri giorni e le vostre notti ai miei piedi, per ascoltare ad ogni ora la mia parola, per nutrirvi ogni giorno del mio corpo, per condividere il mio focolare di Nazareth, la mia grotta nel deserto, le mie corse evangeliche, voi che ho innalzato talmente al di sopra delle altre anime, con le grazie gratuite delle quali vi ho inondato, «siete il sale della terra». …

Come il sale impedisce alle carni di corrompersi, così voi, con la vostra santità, le vostre preghiere, i vostri sacrifici, i vostri esempi, le vostre parole, impedite al mondo di cadere in una corruzione, in una putrefazione totale… Ma se a vostra volta diventate insipidi, se perdete il fervore che è la vostra nota piccante, se il vostro amore non è più abbastanza bruciante da rendere la vostra santità reale, le vostre preghiere ardenti, i vostri sacrifici accettabili, i vostri esempi simili ai miei, le vostre parole l’eco delle mie, allora che cosa diventate, miseri che avete abusato di tante grazie? Non fate più il bene che fanno i cristiani onesti in questo mondo. Non fate quello che fanno i buoni religiosi.

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Siete buoni solo per essere gettati e calpestati da tutti gli uomini: siete il rifiuto della terra, degno del disprezzo universale. Siete dei vigliacchi, avevate dei gradi elevati nell’esercito di Dio, avevate molti soldati ai vostri ordini, siete capitolati al primo conflitto, avete reso tutti i vostri soldati al nemico e restate rintanati soli, senza armi, disonorati e gli ultimi degli uomini. … Siate ferventi, anime religiose, voi mie sorelle, mie colombe, mie spose, nutrite nel mio seno, nascoste nel segreto del mio volto, tanto innalzate al di sopra delle altre anime, mostratevi degne della vostra felicità. Che cosa vi chiederò per questo? Unicamente di amarmi. È dunque così difficile?

Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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Immagine iniziale: ERMITAGE PERE CHARLES DE FOUCAULD – ASSEKREM di Salim B su flickr.com