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Charles de Foucauld – Commento al Vangelo del 2 Giugno 2024

Domenica 2 Giugno 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 14,12-16.22-26

Domenica del Corpus Domini

Grazie, mio Dio, per tutto ciò che hai voluto soffrire per noi!… Tutto, tutto, tutto ciò che è dolore per il cuore, per il corpo, hai voluto non gustarlo, ma berlo fino alla fine, per il nostro amore… Per santificarci sia mostrandoci quanto ci ami, sia mostrandoci che è con la croce che si dimostra il proprio amore e che ci si dona a Dio.

Fede! Fede! Obbedire a Gesù nell’oscurità della fede… Come camminavano nell’oscurità della fede, gli apostoli ai quali hai ordinato: «Vedrete un uomo che porta un’anfora, seguitelo, entrate con lui e preparate da lui la Pasqua»…

Seguiamo così nell’oscurità, nell’ignoranza della fede, gli ordini che Dio ci dà indicandoci il nostro dovere, sia attraverso il nostro direttore, sia attraverso gli avvenimenti e le prescrizioni della sua legge… Facciamo ad ogni istante ciò che dobbiamo, ad ogni istante la cosa più perfetta, nella fede, e non occupiamoci del futuro, lasciamolo nell’oscurità in cui a Dio piace avvolgerlo… Non occupiamoci del futuro più di quanto faremmo se dovessimo morire tra un’ora; dedichiamoci unicamente a fare, nel momento presente, la cosa più perfetta, secondo gli ordini che Dio ci ha dato. [1]

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«Questo è il mio corpo… questo è il mio sangue»…

Mio Dio, come sei buono! Come sei divinamente buono! Che cosa dobbiamo fare, mio Dio, davanti a una tale bontà, a un tale dono? C’è solo da venir meno, da perdersi nell’ammirazione, nella meraviglia, nella riconoscenza e nell’amore, da annientarsi all’infinito davanti a un dono dal quale siamo così profondamente lontani per la nostra bassezza… La tua divinità e la tua umanità, il tuo corpo e la tua anima, tutto ciò che sei, tu Gesù, così come sei in cielo, nel nostro corpo! A quanti uomini ripugnerebbe donarsi così a noi!… Ma tu, tu doni te stesso a noi così, pienamente, completamente, senza limiti… O divino Gesù! O Cuore di Gesù, come ci ami! Fa’ che ti rendiamo amore per amore… Fa’ che ci perdiamo in te… Fa’ che ti amiamo del più grande amore nella nostra vita e nella nostra morte. Approfittiamo nella più grande misura possibile del dono di Dio che è Dio, facendo la comunione più spesso che possiamo, stando il più possibile ai piedi del S. Sacramento… non perdendo mai per nostra colpa, per un atto della nostra volontà, dei beni il cui valore è infinito, la presenza di Dio in noi nella Santa Comunione, la presenza di Dio davanti a noi nella visita al S. Sacramento… Possiamo, dobbiamo rinunciare a questi beni quando la volontà di Dio ce lo impone… Ma da noi stessi, mai… è Dio, tutto il resto è creatura; è l’Infinito, tutto il resto è il finito; è il Beneamato in confronto al quale tutto il resto è niente; è Gesù e tutto il resto non è Lui.

Per Gesù, per compiere la sua volontà, dobbiamo a volte privarci di riceverlo e di rimanere alla sua presenza, ad esempio quando il nostro direttore ce lo vieta, quando i rappresentanti di Dio ci danno degli ordini che ce lo rendono impossibile… quando i doveri che in vista di Dio dobbiamo rendere alle anime o ai corpi del prossimo, o altri doveri ancora, ci mostrano che la volontà di Dio è certamente che siamo privati di beni così preziosi, ecc. Ma quando Dio non ci mostra con chiarezza che vuole che, in vista di Lui, facciamo a meno del bene dei beni, del possesso o della presenza di Sé stesso, di Gesù, ah! allora, non priviamocene mai da noi stessi, facciamo come la Santa Vergine, S. Giuseppe, Santa Maddalena, consideriamo tutto il resto, uomini, cose, occupazioni come niente e gettiamoci ai piedi del nostro Tutto, per rimanerci con questi santi genitori che hanno così ben compreso la verità delle cose, il tutto di Dio e il niente della creatura, per il tempo che permetterà il nostro Beneamato, il nostro Tutto, il nostro Dio, il nostro Gesù.[2]

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[1] M/238, su Mc 14,10-21, in C. de Foucauld, Fammi cominciare una nuova vita. Meditazioni sui Vangeli secondo Matteo e Marco, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 244-245.

[2] M/239, su Mc 14,22-24, in C. de Foucauld, Fammi cominciare una nuova vita. Meditazioni sui Vangeli secondo Matteo e Marco, Centro Ambrosiano, Milano 2024, 245-247.

Fonte

Nota su Charles de Foucauld

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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