CHARLES DE FOUCAULD
III DOMENICA DI PASQUA – ANNO C
MEDITAZIONE NUM. 523
GV 21, 1-19
«Pasci le mie pecore».
Come sei buono, o mio Dio, o buon Pastore, a lasciare salendo al cielo un pastore alle tue pecore, un pastore infallibile nelle sue definizioni di fede, che conduce infallibilmente le nostre anime nei pascoli della verità, un pastore che ci governa, che ci istruisce nel tuo nome!
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Abbiamo una grande devozione per il nostro santo padre il Papa, un grande rispetto per i suoi ordini, una grande fede nei suoi insegnamenti, una fede cattolica per tutto ciò che egli definisce ex cathedra, come dogma di fede… Preghiamo molto per lui, amiamolo molto, offriamo a Dio per essere applicate alle sue intenzioni tutte le nostre preghiere, le buone opere, i meriti, le mortificazioni, la croce della nostra vita; offriamo le nostre messe, le nostre comunioni molto spesso a lui e alle sue intenzioni.
Sia una delle nostre principali devozioni. Veneriamolo, obbediamogli, amiamolo; sosteniamolo, soccorriamolo, difendiamolo, con tutto il nostro cuore… Siamo per lui il più tenero dei figli… Se «tutto ciò che facciamo a uno di questi piccoli» lo facciamo a Gesù, quanto più facciamo a lui tutto ciò che facciamo a colui che egli ha scelto, posto, per rappresentarlo quaggiù 1!
1 M/523, su Gv 20,30-21,17, in C. DE FOUCAULD, L’imitation du Bien-Aimé, 287-288; tr. it., “Stabilirci nell’amore di Dio…”. Meditazioni sul vangelo di Giovanni, ed. A. Fraccaro, Glossa, Milano 2009, 351-353.
2 Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte
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Immagine iniziale: ERMITAGE PERE CHARLES DE FOUCAULD – ASSEKREM di Salim B su flickr.com